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martedì 24 maggio 2011

I Grandi del Blues: 40 Wynonie Harris - 41 Big Jay McNeely



40 - Wynonie Harris

(1915-1969) chitarrista, famoso per i suoi testi irriverenti e spiritosi.

Raggiunge il massimo successo dal 1946 al 1952 dove con ben 15 hits top ten diventa il vero precursore del rock and roll.





A 16 anni lascia la scuola ed inizia come cantante chitarrista in band come The Sultans e Preston Love's Band.

Forma un duo con la ballerina Velda Shannon e nel 1934 sono l'attrazione fissa del Ritz Theatre di Omaha, sua città natale.
L'anno dopo inizia a suonare blues, andando spesso a Kansas City dove conosce Jimmy Rushing e Big Joe Turner.

Nel 1935 in piena Grande Depressione è ormai diventato una celebrità locale.
Nel 1940 si trasferisce a Los Angeles.

Nel 1943 suona al Rhumboogie Club di Chicago dove conosce Lucy Millinder che gli propone di entrare nel suo gruppo.

L'anno dopo debutta all'Apollo Theatre di Harlem dove esegue per la prima volta il suo famoso brano Who Threw The Whiskey in the Well.

Nel 1944 ha la sua prima incisione sempre con Lucy Millinder ma il disco non viene subito pubblicato.


La fama di Harris cresce e l'anno dopo lascia il gruppo.

La Decca pubblica il disco e Who Trew The Whiskey in the Well diventa il suo primo grande successo.

Nel 1945 inizia la carriera da solista, forma una sua band e per la Philo incide, con la presenza di Johnny Otis, il brano Around The Clock, che diventa molto popolare.



Incide poi per altre etichette, ma i suoi più grandi successi sono pubblicati dalla Syd Nathan's King: Good Rocking Tonight, una cover di Roy Brown, Good Morning Jude, All She Wants To Do Is Rock e Bloodshot Eyes, una cover di Hank Penny.





Dal 1954 al 1964 cambia diverse case discografiche, incide ancora brani di successo come Sweet Lucy Brown, Spread The News, Saturday Night, Josephine e Did You Get The Message, ma è sempre più indebitato,non riesce più ad arrivare alle cifre del suo momento magico e non accetta il declino della sua carriera.

Nel 1964 ha la sua ultima incisione per la Chess con brani famosi come The Comeback, Buzzard Luck e Conjured.

Nel 1967 la sua ultima esibizione live all'Apollo Theatre con Big Joe Turner, Big Mama Thornton, Jimmy Witherspoon e T-Bone Walker.

Nel 1969 muore per un tumore all'esofago.







41 - Big Jay McNeely

nasce nel 1927 come Cecil James McNeely, sassofonista, conosciuto per il suo modo di suonare intenso ed energico e per i suoi folli spettacoli dal vivo.







Famose le sue esibizioni dal vivo, quando riusciva a trascinare il pubblico con le sue esibizioni acrobatiche, come nel 1949 al Wrigley Field Baseball Stadium dove suona giocando a baseball o nel 1999 a 72 anni suonati all'Apollo Theatre di New York dove salta giu dal palco suonando un sax fluorescente e ballando break dance.

Il suo maggior successo è stato una ballata blues There Is Something On Your Mind con il cantante Little Sonny Warner.


Nel 1947 suona al Barrelhouse Club di Johnny Otis dove firma per la Savoy Records che lo convince a cambiare nome in Big Jay considerando Cecil non convincente.


La sua prima hit fu The Deacon's Hop del 1949, a cui seguì l'anno dopo Wild Wig,altra hit che consentì a Big Jay di avere successo per tutti gli anni 50.

Negli anni 60 inzia il declino tanto che nel 1971 lascia per diventare postino.

Nel 1983 torna alla musica con una sua etichetta.

La sua musica è piacevole da ascoltare, il suo blues diventa spesso rhythm and blues con un suono accattivante e moderno.

Discografia

I suoi album sono:

- Big Jay McNeely del 1954
- A Rhythm and Blues Concert del 1955
- Big Jay McNeely in 3-D uscito nel 1956 e nel 1959
- Live at Cisco's nel 1963
- Swingin' del 1984
- Live at Birdland live del 1957 pubblicato nel 1992
- Nervous del 1995
- Crazy del 1997
- Central Avenue Confidential del 2000 (compilation)

domenica 3 aprile 2011

I Grandi del Blues: 28 - Hound Dog Taylor

Theodore Roosevelt Taylor detto Hound Dog (faccia di cane) nasce nel 1915.

Inizia a suonare il piano, diventa chitarrista a 20 anni e musicista a tempo pieno nel 1957.

Si esibisce a Chicago in piccoli locali e spesso all'aperto nella Maxwell Street Market, famosa zona all'angolo con Halsted Street e Roosvelt Road,centro del blues di strada.

E' uno dei primi bluesman ad utilizzare la chitarra elettrica (cosa ancora non comune nel blues di quegli anni), conosciuto anche per la particolarità di avere sei dita nella mano sinistra.

Forma la sua band The HouseRockers con Brewer Phillips seconda chitarra e Ted Harvey, una formazione particolare senza basso, eseguito a turno da una delle due chitarre.

La sua musica era un blues molto duro,con un ritmo di boogie e una chitarra che utilizzava spesso lo slide.


Nel 1970 viene ascoltato per caso da un produttore della Delmark Records Bruce Iglauer che rimane impressionato dalla novità della sua musica.

Iglauer lo propone ma dopo il rifiuto della Delmark che lo ritiene poco commerciale, fonda una sua etichetta la Alligator Records.


Nel 1971 la Alligator pubblica il primo album Hound Dog Taylor and the HouseRockers, inciso live in studio in due notti.

L'album ha successo e Taylor suona con Muddy Waters e Big Mama Thornton.

Il secondo album è del 1973 Natural Boogie e diventa un grande successo.

Lo stesso anno è in tour in Australia e Nuova Zelanda con Freddie King, Sonny Terry e Brownie McGhee.

Non riesce a godersi il successo, arrivato dopo una lunghissima gavetta, nel 1975 muore per un tumore.

Il terzo album Beware The Dog, registrato l'anno prima, esce postumo.

La Alligator pubblicherà ancora Genuine Houserocking Music e Release The Hound, due album celebrativi con bootleg e brani live.

Taylor ha inventato un modo di suonare il blues che è diventato ispirazione sia per l'hard rock che per il punk.

Troppo innovativo per la sua epoca verrà chiamato il Ramones del blues.

Un chitarrista con la mano sinistra a sei dita, di cui uno atrofizzato, che ricorda molto da vicino un altro grande artista Django Reinhardt, il gitano con due dita della mano sinistra atrofizzate in un incendio.

Due artisti completamente diversi, che grazie al loro immenso talento sono riusciti a far dimenticare il loro handicap e,soprattutto nel caso di Django, ad inventarsi letteralmente un modo di suonare la chitarra.




Ascoltare Hound Dog Taylor è sempre una piacevole sorpresa, si ascolta un blues duro molto moderno.

Un precursore non capito nel suo tempo, un artista che arriva al successo dopo quasi 20 anni di gavetta e che riesce a viverlo solo per quattro anni, fermato da un tumore a 60 anni.









Discografia:

1971 Hound Dog Taylor and the Houserockers
1973 Natural Boogie
1976 Beware the Dog (postumo)
1982 Genuine Houserocking Music (bootleg live unrelease)
1992 Live at Joe's Place (live del 1972)
1992 Have Some Fun (live del 1972-1973)
2006 Live in Boston (live del 1973)

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