domenica 4 marzo 2012

Il Jazz: come nasce e come si trasforma




Il jazz è caratterizzato dalla preminenza dell'interprete sul compositore e da un forte ricorso all'improvvisa- zione e dall'uso delle blue note.



Nasce come musica di intrattenimento di dubbia reputazione, si dice nata nei bordelli di New Orleans, ma arrivò ad occupare il posto d’onore fra i generi leggeri tra gli anni 20 e 30 nell'era dello Swing.

I caratteri di musica d'arte erano già presenti fin dagli inizi, chi suonava conosceva la musica e raramente poteva essere un autodidatta, ma andarono accentuandosi per diventare dominanti attorno agi anni 50, quando gli anni dei grandi successi commerciali erano ormai finiti.
Il jazz iniziava ad assumere le caratteristiche moderne che lo vogliono musica per pochi e che pochi possono realmente comprendere.

Non è assolutamente vero, ma questo ha causato negli anni un netto distacco con il grande pubblico che non lo ascolta per partito preso, e che nemmeno prova ad avvicinarsi ad una musica che indubbiamente è da capire, ma che richiede solo un ascolto attento e sincero.


Come detto caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisa- zione ,che partendo dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza.

Un'importanza che è andata aumentando negli anni fino ad assumere con Coleman ed il Free Jazz dei primi anni sessanta, la completa preminenza sul tema.

Le blue note hanno origine dalle scale pentatoniche (a cinque note) utilizzate dagli schiavi afroamericani, note di accordi maggiori abbassati di un semitono e suonate e cantate in modo leggermente calante.
Queste note, come detto utilizzate in una cornice armonica di accordi maggiori, creano quell'atmosfera indefinita, “stonata” tipica del blues e quindi del jazz.
L'aggettivo blue in inglese è connesso al senso di nostalgia e di tristezza tipico della musica afro-americana.


Una jazz band oggi, finite le grandi orchestre, che entrarono in profonda crisi alla fine degli anni 30, è un gruppo di dimensioni limitate.


La combinazione più frequente è il quartetto costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso e pianoforte e da una solista con sassofono o tromba.
Abbiamo performance solistiche (spesso si tratta di pianoforte), fino ad arrivare a gruppi di nove elementi, formazione che comincia già ad assumere caratteristiche di orchestra.
Sono diverse le combinazioni anche per quanto riguarda gli strumenti coinvolti, si hanno esempi di jazz suonato solista persino con oboe e arpa.

Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afro americani è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo.

Per questo il jazz oggi è diverso, i contatti con le diverse culture e tradizioni hanno dato vita ad una musica che ha perso la sua tipicità afro americana per diventare molto world music, dove viene accentuata l'improvvisazione e la caratteristica di musica colta.

Il mio jazz, il jazz che ascolto, è quello che arriva fino al free jazz,un genere che non mi piace e che ha condizionato comunque la musica che dopo gli è succeduta.
Ornette Coleman ma non ha nessun riscontro commerciale, crea però una scuola che definisce definitavamente la caratteristica imposta al jazz di musica colta, musica d'elite, che non tutti possono ascoltare e capire.

Il mio jazz non è questo, è una musica che nasce nei bordelli di New Orleans, inventata e suonata dalla comunità nera americana e che è rimasto legato, come il blues, a questi musicisti, a questa cultura, alle difficoltà che trovava un nero ad imporsi ed a realizzarsi.

La storia del mio jazz quindi parte dagli anni 20 e si ferma appunto ai primi anni 60, un periodo meraviglioso, ricco di personaggi e talenti unici.

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