giovedì 26 novembre 2009

24 - Sonny Boy Williamson (parte seconda)

Come abbiamo già visto nell'articolo precedente abbiamo due artisti con lo stesso nome, entrambi grandi talenti dell'armonica ed entrambi personaggi storici del blues.

Parliamo ora di Alex Rice Miller, Sonny Boy Williamson II, un personaggio da sempre circondato di mistero, con una data di nascita ed un nome che nessuno conosce esattamente, con una biografia sempre vaga e con pochi dati certi.

L'unica certezza è che è uno dei grandi della musica di questo secolo.

Sonny Boy Williamson II

Alex Rice Miller (se questo è il vero nome) nasce a Glendora, Mississippi, nella piantagione di Cell-Jones,nel 1897 (anche se altre fonti citano date diverse 1893 e 1910) e lui stesso ha sempre lasciato il dubbio sulla sua data, dicendo solo di essere un uomo dell'800 e lo dimostrava vestendo sempre in modo impeccabile con ombrello e bombetta.

Come molti bluesmen fugge presto di casa per girare nelle campagne del sud suonando la chitarra e il kazoo e facendosi chiamare Little Boy Blue.
In quegli anni incontra anche Robert Johnson e lui raccontava che il grande musicista, che Miller ammirava moltissimo, gli era morto fra le braccia (questo fra l'altro non fece che aumentare il mistero sulla vita e la morte di Johnson).

Nel 1931 incontra il chitarrista Robert Jr. Lockwood, suoneranno insieme per diversi anni e dal 1941 al 1944 farà anche parte del suo gruppo i King Biscuit Boys, dove fra gli altri suonerà anche Pinetop Perkins.

La storia di questo grande artista sconfina spesso nella leggenda ed è storia stessa del south blues di cui fu uno dei protagonisti:
Miller contribuirà a farlo conoscere quando dalle campagne del sud si trasferirà a Chicago.

Il vero successo arriva nel 1941 in Arkansas, attraverso le onde della nuova stazione radio KFFA, con il programma King Biscuit Flour, che pubblicizzava ed era sponsorizzato da una famosa industria di farina.

La KFFA fu una delle prime radio che iniziò a vedere i neri come una grande clientela, un'opportunità consumistica non ancora sfruttata appieno, e per farlo (per vendere poi la pubblicità) cominciò a mettere sotto contratto musicisti neri di blues e gospel.

Il blues divenne così molto popolare, raggiunse il pubblico bianco che non lo aveva mai sentito prima e Miller diventò una vera e propria star.
Per quasi vent'anni, all'ora di pranzo e per 15 minuti, tutti i giorni, era l'ora di King Biscuit e di blues e questo diventò un fenomeno di tale portata che nel bene e nel male diventa l'inizio della pubblicità e degli sponsor come noi oggi li conosciamo.

I neri non sono solo fruitori di race records (le case discografiche dove lavoraravano i musicisti neri) ma sono clienti e possono comprare di tutto, questo cambia anche la mentalità, l'industria li guarda in modo diverso.
Non cambia il razzismo che sarà imperante per tutti gli anni cinquanta, ma i neri sono clienti e questo basta.

Il blues radiofonico fu importante anche per decretare in un certo modo anche la fine del blues del sud, almeno come era stato fino ad allora.
Il blues nato nelle piantagioni di cotone si svincola delle sue origini e diventa un fenomeno nazionale, anche se lo sfruttamento pubblicitario farà perdere parte della sua genuinità e poesia.

Una delle ragioni primarie fu che risultava assai difficile, per i bluesman sotto contratto, essere ispirati sempre allo stesso modo, tutti i giorni ed alla stessa ora, e poi chi comprava gli spazi decideva anche il repertorio.
I testi poi, punto cardine del south blues,parlavano di vita vissuta, con sottintesi e riferimenti alle ingiustizie subite, fatti di frasi sulle quali tra l'altro si sviluppavano anche le armonie, le risposte chitarristiche.

Questo non interessava più, l'ascoltatore era distratto e non aveva più bisogno di significati particolari.

Comunque con tutti i suoi limiti questo sfruttamento commerciale fece bene al blues, lo rese come detto una musica che ascoltavano tutti, non solo i neri
(i bianchi qualche anno dopo lo trasformarono in rock and roll).

Miller ora con il nome di Sonny Boy Williamson II diviene così il bluesman più popolare dell'Arkansas, ricercato dai locali notturni (perché alla fine diceva dove avrebbe suonato la sera) e dai suoi colleghi, quest'ultimi per entrare nel giro radiofonico lo contattavano per essere raccomandati,uno di questi fu Elmore James.

Nasce il suo stile e la sua armonica si arricchisce di nuove sfumature.

Quando incide per la prima volta alla fine del 1950 Miss per la Trumpet Records era già dunque Sonny Boy Williamson II (tra l'altro il primo Sonny Boy era già morto).
Alla Trumpet rimane fino al 1955 ed incide brani come Eyesight To The Blind e una serie sia di 78 che di 45 giri tutti di ottima qualità con chitarristi come B.B. King, Joe Willie Wilkins e pianisti come Willie Love.

Il suo periodo migliore però è quando passa nel 1955 alla Checker Label, una sussidiaria della Chess, con quale incide i suoi lavori migliori.
Alla Chess ritrova Lockwood e, insieme anche ad altri chitarristi tipo Luther Tucker e gente come Otis Spann, Willie Dixon e Fred Below incide brani immortali come Don't Start Me Talking, Help Me, Keep It To Yourself, Your Funeral and My Trial, Trust My Baby, Bye Bye Bird, Bring It On Home, Mighty Long Time.

Incide anche con il supporto di altri eccezionali musicisti come Pinetop Perkins e Lafayette Leake, Muddy Waters, Buddy Guy, Jimmy Rogers, Matt Murphy, Jack Myers, Odie Payne.
Rimarrà alla Checker fino alla sua morte nel 1965.

I suoi testi erano ironici e allusivi come ad esempio in Fattening Frogs For Snakes, che non narra di rane e di serpenti ma fu ispirata da qualcuno che non pagò in cambio del suo lavoro ed allora dice no more.
Ciò che si evidenzia nel suo stile è la sua duttilità e morbidezza, la varietà degli stati d'animo, la capacità di usare ed inventare un nuovo vocabolario di toni, arricchito da evoluzioni personali, sia nell'intensa espressività vocale che nel fraseggio con l'armonica.
Nelle incisioni Chess si concentra su un fraseggio per singole note mentre troviamo un maggiore utilizzo di accordi ritmici nelle incisioni Storyville.
Ogni riff di Sonny Boy è ricco, denso, con bassi profondi come il fangoso Mississippi, note giuste al momento giusto senza eccessi se non di scena come l'armonica suonata dentro la bocca.

Negli anni '60 anche lui partecipa come Little Walter, Bo Diddley,Muddy Waters,John Lee Hooker a quei concerti dove i pilastri del blues nero suonavano con le nuove icone del blues rock bianco, come i Rolling Stones,gli Yardbirds o gli Animals.
Concerti spesso anche molto belli ma dove il blues non c'entrava, era solo un modo per spingere e valorizzare i nuovi idoli del rock.
Dal 1963 al 1964 è in Europa dove incide per la Storyville e dove registra le diverse collaborazioni con i gruppi inglesi (questa cosa ovviamente fece molto bene al blues bianco inglese).
La sua ultima incisione è del 1964 I'm Trying To Make London My Home con Hubert Sumlin alla chitarra.

Nel 1965, dopo tanta Europa, torna a casa e riprende in mano i microfoni di radio KFFA, dove ritrova Peck Curtis alla batteria e Houston Stackhouse alla chitarra, vecchi amici e solidi musicisti della sua vecchia band.
Qualche giorno dopo non risponde al telefono e sarà proprio Peck Curtis a trovarlo morto nel suo letto.

Muore così un grande artista, la sua armonica così genuina ed elegante, generosa e creativa, geniale e rude, giocosa e triste muore con lui.

Non ci sarà più un armonicista del suo calibro.

lunedì 23 novembre 2009

23 - Sonny Boy Williamson (parte prima)

Abbiamo due artisti con lo stesso nome John Lee Curtis, Sonny Williamson I e Alex Rice Miller, Sonny Wiliamson II, entrambi grandi talenti dell'armonica.
Il loro stile è diverso, John Lee suonava Delta Blues, Miller Chicago Blues, ma si sono praticamente alternati sulla scena musicale, Miller inizia ad incidere e ad essere conosciuto fuori dalla zona di Chicago solo alla morte di John Lee.

Miller, Sonny Boy Williamson II, poi raggiungerà dei livelli di così alta tecnica da diventare il più famoso armonicista di tutta la storia del blues, tanto importante da cambiare completamente l'utilizzo dell'armonica.

La storia di questo strumento (che a prima vista può sembrare molto semplice ma che invece ha bisogno di una tecnica di esecuzione molto particolare) si puoò dividere in prima e dopo Sonny Boy, per dire l'importanza che l'artista ha avuto nello studio dell'armonica a bocca.

Due grandi artisti, basilari per chiunque voglia intraprendere lo studio dello strumento più piccolo del blues, ma anche di quello che ha scritto con la chitarra la storia di questo stile.

Sonny Boy Wliamson I

John Lee Curtis (1914-1948) fu il primo ad utilizzare il nome di Sonny Boy Williamson. Le sue prime incisioni sono di country blues ma negli anni contribuisce a far diventare l'armonica uno strumento principe del blues.

La sua prima incisione Good Morning School Girl fu il maggior successo del 1937.

Altri grandi successi: Shake the Boogie, You Better Cut that Out, Sloppy Drunk, e Early in the Morning.

La sua carriera inzia quando nel 1934 si trasferisce a Chicago dove suona con Robert Nighthawk, Big Joe Williams, Tampa Red e Big Bill Broonzy.

Dal 1937 al 1947 incide 120 brani per la RCA, con classici del blues come Decoration Blues,Whiskey Headed Blues,Tell Me Baby,Bring Me Another Half a Pint, Sugar Mama e Hoodoo Hoodoo (aka Hoodoo Man).

La sua Good Morning Little School Girl sarà il brano più reinciso della storia del blues, una cover sempre suonata da chiunque suoni del blues.
Un brano che hanno inciso tutti i grandi, celebre nela versione di Muddy Waters.

Come detto negli anni 40 il suo nome venne utilizzato anche da Alex Rice Miller, ma non ci furono azioni legali, Miller non incise nulla fino alla morte di John Lee, e poi di fatto orbitavano in due aree diverse (che come detto nel blues non sono solo aree geografiche ma stili diversi),Miller nel delta del Mississipi, John Lee nell'area di Chicago.

Incide molto sia come bandleader che come sideman per la Bluebird.
La sua ultima registrazione è del 1947 con Big Joe Williams.

Nel 1948 viene ucciso in una rapina mentre rientrava a casa dopo lo spettacolo al Plantation Club di Chicago.

Uomo profondamente religioso muore dicendo: Dio abbia pietà di me.

Altri brani di successo: Bad Black Blues, Blue Bird Blues, Collector Man Blues, Down South,Frigidaire Blues, Groundhog Blues,Miss Louisa Blues, Moonshine, My Little Machine,Skinny Woman, Until My Love Come Down,Up The Country Blues, Win The War Blues.

Non sono riuscito a trovare immagini migliori e la sua biografia è lacunosa, spesso la realtà si confonde con il mito e con le leggende metropolitane che da sempre hanno accompagnato questi storici personaggi del blues.

La sua morte prematura non ha consentito una ricerca e uno studio.
Nel 1948 un nero che veniva ucciso in una rapina era qualcosa che non faceva assoluatamente notizia, erano artisti di strada che vivevano ai margini della società e non interessavano a nessuno.
Il blues verrà riscoperto solo più tardi negli anni 60, con il Blues Revival, di cui abbiamo già parlato,che consentirà una diffusione ed una conoscenza di questo genere a livello mondiale.

Rimane solo la sua musica a dare il giusto merito ad un uomo che ha scritto la storia del blues e che non è riuscito, come spesso abbiamo visto insieme, a vivere il suo successo.

La sua riscoperta è una delle tante di cui è costellata la storia di questa meravigliosa musica.

domenica 15 novembre 2009

22 - John Lee Hooker

(1917-2001) chitarrista,inizia a suonare sullo stile Delta Blues ma presto acquisisce un suo stile personale dove è predominante il talking blues, il blues parlato, che diventa con gli anni il suo marchio di fabbrica.
Un parlato che per certi versi ha anticipato di diversi decenni la musica rap.

Il suo stile anche se nasce dal Delta è libero a livello ritmico, spesso incorpora il boogie woogie, caratterizzato dal suo particolare modo di suonare,dalla sua voce, dal suo stile improvvisato.

Nasce nel 1917 undicesimo figlio di mezzadri delle piantagioni della cotton-belt nel sud degli Stati Uniti.
Nel 1921 i genitori divorziano, la madre si risposa con William Moore, un cantante blues che gli insegna a suonare la chitarra.
Moore era cresciuto in Louisiana ed il suo stile si differenziava da quello prevalente nel Delta: i suoi brani erano composti da un unico, ripetitivo, ipnotico accordo che andava avanti ostinatamente.
Hooker ha fatto proprio questo modo di suonare trasformandolo in un segno inconfondibile del proprio stile.
Blind Lemon Jefferson e Blind Blake si recavano spesso a casa di Moore per suonare,furono esperienze significative per il piccolo Hooker, che iniziò a fare del blues la propria vita.

John con il patrigno cominciò a suonare nelle feste del suo paese, finché, dopo aver trascorso una decina di anni a Cincinnati cantando in svariati cori gospel, nel 1943 si trasferisce a Detroit per andare a lavorare alla Ford.
Diviene un assiduo frequentatore dei locali di raduni blues di Hastings Street, il cuore della musica e dello spettacolo nero nella zona est di Detroit.
Qui nasce il suo stile col suo inconfondibile canto rurale, grezzo ed elegante al tempo stesso, cadenzato da un inconfondibile boogie-riff vocale.

Nel 1948 la sua prima incisione Boogie Chillen per la Modern Records.

Malgrado fosse analfabeta scriveva testi interessanti, sviluppava gli argomenti tradizionali del blues ma proponeva anche nuovi temi, sviluppando la sua produzione in maniera originale ed innovativa.

Gli studi di registrazione negli anni '50 pagavano molto poco i musicisti neri, Hooker lavorava di giorno e di notte era costretto a passare di studio in studio proponendo sempre nuovi brani o variandoli nel testo o nel ritmo.
I brani venivano registrati, secondo le condizioni contrattuali, sotto diversi pseudomini John Lee Booker, Johnny Hooker o John Cooker.

Lo sfruttamento dei neri era anche musicale, i bianchi approffitavano spesso dell'ignoranza degli artisti, del loro bisogno di denaro, erano pagati poco o niente, non precepivano nulla per i diritti di autore della composizione dei brani.

John Lee Hooker suonava con uno stile libero ed improvvisato, molto raramente con un ritmo standard: i cambi di tempo erano la norma, funzionali all'andamento del brano e ai cambiamenti di umore legati al testo.
Questo rendeva molto difficile eseguire delle sovraincisioni, per questo i suoi brani di quel periodo risultano spesso sostenuti da un battere ostinato della mano sulla cassa della chitarra o del piede sulla pedana di legno, espediente dalla forte espressività, che divenne un altro suo elemento caratteristico.
Gli anni '60 videro la sua definitiva consacrazione presso il grande pubblico: la sua tournèè in Inghiterra del 1963 gli porta una grande notorietà anche per le numerose cover che seguirono i suoi famosi spettacoli.

Nonostante la sua prolifica vena come autore ed interprete, la musica sosterrà a stento John Lee Hooker nel corso della sua vita, questo fino a quando non verrà riscoperto negli anni 90.
La sua consacrazione sarà con l’album tributo The Healer del 1989, dove Hooker sarà affiancato da molti suoi allievi tra cui Eric Clapton, Carlos Santana e Robert Cray.

Il suo stile chitarristico è molto vicino allo stile boogie woogie per piano, le pause alla fine dei fraseggi ed una serie di effetti, picchettati veloci e vibrati hanno generato il suo stile personale, che affonda le radici nelle tecniche tradizionali del blues acustico, ma che si evolve anche verso uno stile più incalzante ed ipnotico.
La composizione si articola, nel tema principale, attorno ad un unico accordo suonato in maniera ostinata, eredità dello stile della Louisiana.
I brani che più di tutti rappresentano il suo stile iniziale sono: Boogie Chillen, Baby Please Don't Go e Tupelo.
Hooker ha sempre portato avanti una carriera da solista, e questo gli ha dato un ampio riscontro fra gli appassionati e del blues e del folk dei primi anni '60,contribuendo alla diffusione del blues anche fuori dai confini della comunità nera americana.

Con il passare degli anni il suo gruppo di musicisti si è ampliato proponendo, di concerto in concerto, le più diverse formazioni, dal solo Hooker solista con voce e chitarra, alla band al completo con Hooker solo cantante.
Il suo fraseggio vocale è molto più disconnesso dalle battute, rispetto a quanto di solito accade nel blues.
La sua voce melodrammatica rispecchia la tradizione del blues del Mississippi.
Il suo stile casuale e improvvisato è andato diminuendo con l'introduzione della chitarra elettrica, sebbene l'intensità espressiva non sia mai venuta meno, grazie anche alla maggiore ricchezza degli arrangiamenti.

Nel 1980 partecipa al film The Blues Brothers, lo stile improvvisato di Hooker permette la registrazione dal vivo in presa diretta, diversamente dal playback che solitamente si utilizza nelle registrazioni cinematografiche.

Il 1989 come già detto è l'anno dell'album The Healer, un album storico che riassume e condensa tutte le indicazioni e i significati della sua arte e del suo modo di intendere il blues.
Il primo brano omonimo è stupendo con il canto caldo e profondo di Hooker accompagnato dalla chitarra di Carlos Santana,un mix esplosivo di musica caraibica arricchita dallo spirito del Mississipi.
I brani che seguono presentano ancora duetti d’eccezione con Robert Cray, Canned Heat, Los Lobos, Charlie Musselwhite.
Meritano una citazione a parte la sensuale I’m in the Mood, in cui Hooker duetta con Bonnie Raitt, l’intrigante Sally Mae con George Thorogood alla slide guitar ed infine il pezzo di chiusura No Substitute, dove un solitario Hooker evoca atmosfere che ci riportano indietro nel tempo, alla schiavitù, alla malinconia e alla sofferenza del popolo afro-americano costretto a vivere ai margini della società, ma in cerca di un riscatto attraverso l’espressione della propria cultura e della propria spiritualità.

Dentro queste superbe ballate ci sono sentimenti ed emozioni di uno stile che il tempo non potrà mai sbiadire.

Questo è il Blues.

Dello stesso periodo alcune registrazioni con Van Morrison Never Get Out of These Blues Alive, The Healing Game, I Cover the Waterfront e le apparizioni dal vivo con lo stesso artista, pubblicate dal vivo nell'album A Night in San Francisco

Nel 2001, la malattia, poco prima del tour europeo e di lì a poco il decesso all'età di 83 anni.

Nella sua lunga carriera ha pubblicato più di cento albums, con hits, premi e riconoscimenti di ogni tipo.

I suoi brani sono diventati cover di grande successo per artisti come i Cream, AC/DC, ZZ Top, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Van Morrison, The Yardbirds, The Animals, Buddy Guy, The Doors e tanti altri.

I suoi singoli di maggior successo: Boogie Chillen', Hobo Blues e Crawling King Snake nel 1948,I'm In The Mood nel 1951,The Syndicate nel 1955, Dimples nel 1956, I Love You Honey nel 1958, No Shoes nel 1960, Boom Boom nel 1961, It Serves Me Right (To Suffer) nel 1964.

sabato 7 novembre 2009

21 - J.B. Lenoir

(1929-1967)

chitarrista, attivo sulla scena del blues di Chicago negli anni 50 e 60.



Il padre gli insegna a suonare la chitarra sullo stile di Blind Lemon Jefferson,i suoi maestri sono stati Arthur Crudup e Lightnin' Hopkins.
Nei primi anni 40 suona a New Orleans con Sonny Boy Williamson II e Elmore James.
Nel 1949 si trasferisce a Chicago e Big Bill Broonzy lo aiuta ad introdursi nella comunità blues locale.
Inizia a suonare nei locali con Memphis Minnie, Big Maceo Merriweather e Muddy Waters, e diventa un punto importante sulla scena del blues della città.
Inizia ad incidere alla fine degli anni 50 per la J.O.B, il suo primo disco è Korea Blues, registrato con Sunnyland Slim al piano, Leroy Foster alla chitarra e Alfred Wallace alla batteria.


Durante tutti gli anni 50 incide per diverse etichette, oltre alla J.O.B., per la Chess, la Parrot e la Checker.




Dopo la registrazione di Let's Roll e The Mojo aggiunge al gruppo il sassofonista J.T. Brown, modificando per primo la classica impostazionne del blues.
Incide la controversa Eisenhover Blues ma la casa discografica lo costringe a reinciderla con il nome di Tax Paying Blues.

Lenoir è particolare perchè è uno dei rari casi di bluesman che scrive brani con testi espliciti di protesta e politicamente impegnati.

Il blues nasce come canzone di protesta ma non fa mai allusioni a fatti di cronaca o di politica, si limita ad esempio parlare della povertà e della disoccupazione, ma non fa mai riferimento ai motivi che hanno causato le situazioni di cui parla.
L'interpretazione spetta a chi lo ascolta.

Con Lenoir è diverso, egli muove accuse chiare alla politica economica, si pone apertamente contro la guerra del Vietnam, diventa una vera voce del popolo.
E' per questo che ha sempre avuto contro le case discografiche che non accettavano un simile comportamento e poi da un nero.

Lenoir era un personaggio scomodo,sempre osteggiato dai media,nella sua breve carriera non è riuscito ad avere quel successo commerciale che avrebbe meritato.
Una figura mitica e, come spesso succede nel blues, riscoperto solo in questi ultimi anni.

Una delle figure più importanti del blues e per assurdo la meno considerata.

Un uomo intelligente e colto ma anche un grande uomo di spettacolo.
Lenoir era in grado di suonare la chitarra in diversi stili con una voce particolare dai toni molto alti tanto che al primo ascolto poteva sembrare una donna.

Durante gli spettacoli inseriva il microfono vicino all'armonica, poi, trascinando dietro di sé un lungo filo elettrico, girava per il palcoscenico a mani libere, con una giacca zebrata con le code.
Riusciva così a cantare i suoi testi facendo divertire il pubblico.

Dal punto di vista musicale inserisce in pianta stabile un sassofonista , che di fatto prende il posto del più classico armonicista, dando così una sferzata di novità al tipico sound del Chicago Blues avvicinandolo di fatto al R&B.
Il suo suono era unico, i sax all'unisono si contrappongono al ritmo boogie della chitarra che si mescola con le sue eccezionali capacità vocali.

Uno dei suoi pezzi immortali rimane Mama Talk To Your Daughter, scritto nel 1954, e poi Don't Touch My Head e Natural Man.
I suoi singoli per la Shad nel 1958, e per la Vee-Jay due anni dopo, lo portarono ad essere conosciuto al grande pubblico.
Nel 1963 inizia ad incidere per la USA Records e i brani Alabama Blues e Down in Mississippi vengono registrati con la supervisione di Willie Dixon, che abbiamo già trovato cardine centrale del blues di Chicago.
Tra gli altri suoi famosi titoli troviamo Vietnam Blues, Shot on James Meredith, Alabama March, Elesehower Blues, Tax Paying Blues, (I Wanna) Play a Little While, People Are Medding in Our Affairs, Let's Roll, Alabama Blues e I Have Married.

Oggi grazie anche di Wim Wenders che ne narra la storia, la musica e l’opera di JB Lenoir vengono finalmente rivalutate e viene a lui attribuito quell’importante ruolo di innovatore che per anni gli è stato negato.
Un album che lo rappresenta al meglio è Vietnam Blues, un album storico che raccoglie molti dei suoi blues di protesta, come sempre espliciti, circonstaziati, ma sempre stupendi.
Registrato con Willie Dixon al basso e Fred Below alla batteria, contiene brani di altissimo livello come Born Dead, Down In Mississippi, Tax Payin' Blues, Shot on James Meredith e Vietnam Blues.
Lenoir con voce a tratti malinconica a tratti rabbiosa, segnata dal suo tono acutissimo e così distante dai canoni tipici del bluesman, dà una prova di grandissima interpretazione.
Il suono è scarno e asciutto anche se con Feelin' Good e Mojo Boogie la musica diventa più ritmata e forte si sente la sua voglia di innovazione.

L’amore per la tradizione è invece forte in God’s Word dove canta il lamento dei coltivatori di cotone con la chitarra e la voce che raramente si sovrappongono.

La chitarra nel blues più classico svolge un ruolo di proseguimento del canto più che di accompagnamento vero e proprio, diventa per l'artista una sua seconda voce.
I primi bluesmen suonavano da soli nelle balere appena finito il lavoro dei campi ed avevano bisogno di un suono pieno che diventasse parte integrante del loro canto.

Lenoir è un musicista assolutamente da riscoprire.
Vietnam Blues è il modo migliore per apprezzare la sua opera, un artista che merita il massimo rispetto e a cui , a distanza di anni, giustamente, è riconosciuta la paternità di vero innovatore del blues.

Un grandissimo delle 12 battute e ispiratore di molti grandi del British Blues come John Mayall e degli stessi Roling Stones, un pioniere musicale che solo ora viene finalmente rivalutato.

Un uomo che ha vissuto pienamente il suo tempo lottando sempre contro il razzismo, senza mai accettare i compromessi che venivano invece normalmente accettati da altri artisti.
Un artista nero doveva accettare di essere maltrattato e deriso se voleva lavorare nei locali frequentati dai bianchi: non poteva entrare e doveva restare chiuso in camerino fino all'inizio del suo spettacolo, poi doveva lasciare il locale senza essere visto.

Lenoir non accettava tutto questo e ne pagava le conseguenze.

Muore nel 1967 a solo 38 anni dopo aver subito un pauroso attacco razzista in un incidente stradale, dove viene linciato, maltrattato, ingiuriato.

Muore tre settimane dopo per un infarto.

domenica 1 novembre 2009

20 - Howlin' Wolf

Chester Arthur Burnett (1910 – 1976) chitarrista e armonicista, è considerato uno dei massimi esponenti del Chicago Blues e diversamente da molti altri bluesmen ha sempre avuto un grosso riscontro commerciale e finanziario.
Imponente, alto 198 cm e con 136 kg di peso,adottò il nome che lo ha reso famoso negli anni 20 in ricordo, come lui stesso raccontava, delle storie di lupi che gli raccontava il nonno.

La musica di Wolf è un blues energico che ha fatto scuola, i suoi brani più famosi come Smokestack Lightnin',Back Door Man e Spoonful hanno decretato gli standard del blues e del blues rock.

Vive nel blues già bambino, Charlie Patton gli insegna a suonare la chitarra, Sonny Boy Williamson II l'armonica, ma non scappa di casa per andare a suonare, come abbiamo visto in molte biografie, ma vive in campagna e aiuta il padre nell'azienda agricola.
Per tutti gli anni prima della seconda guerra mondiale suona con maestri del blues come Honeyboy Edwards, Sonny Boy Williamson II, Robert Johnson, Robert Jr. Lockwood, Willie Brown e Son House.
Nel 1948 forma la sua prima band con i chitarristi Willie Johnson e M. T. Murphy, l'armonicista Junior Parker, un pianista ricordato solo come Destruction, e il batterista Willie Steele.
Cominicia a suonare professionalmente, sempre alternando però l'attività ai lavori nell'azienda agricola paterna.

Nel 1951,a 41 anni, incontra Sam Phillips, il celebre produttore che abbiamo già incontrato diverse volte in questa nostra storia,che capisce subito l'enorme potenziale di Wolf e lo spinge a tentare l'avventura discografica.

Howlin Wolf è un caso unico nella musica di quegli anni, un musicista contadino, senza problemi economici, che solo a 41 anni decide di dedicarsi completamente alla musica, senza colpi di testa, senza aver vissuto on the road come tanti artisti del blues e del jazz.

Nel 1951 inzia così ad incidere e lo fa contemporaneamente sia per la Modern Records, dove collabora con Ike Turner sia per la mitica Chess con la quale registra How Many More Years il suo primo disco, e che comunque poi diventerà la sua casa discografica.
Si trasferisce a Chicago, forma la sua band con Joseph Leon "Jody" Williams e Hubert Sumlin, che diventerà un componente fisso del suo gruppo, nonostante il passaggio negli anni di chitarristi come Willie Johnson, Jody Williams, Lee Cooper, Otis "Big Smokey" Smothers, suo fratello Abe "Little Smokey" Smothers, Jimmy Rogers e lo stesso Buddy Guy.

La collaborazione fra i due artisti sarà costante negli anni e tutti i capolavori di Howlin nascono anche da questa simbiosi, da come Hubert riusciva ad interpretare le idee di Wolf e farle proprie.

Hubert Sumlin è ancora attivo ed è una delle ultime leggende viventi del blues.

Inizia subito il successo con How Many More Years, Moanin' at Midnight,Smoke Stack Lightning e I Asked For Water.
Nel 1959 il suo primo album Moanin' in the Moonlight, una compilation dei suoi successi.
Nel 1962 pubblica l'album omonimo Howlin' Wolf, un album famoso che ha fatto letteralmente la storia del blues, con brani come Wang Dang Doodle, Goin' Down Slow, Spoonful e Little Red Rooster, diventati negli anni repertorio fisso di tutte le band che suonano Chicago Blues.

Howlin, insieme a Muddy Waters, è una figura centrale di questo stile, molto bello e orecchiabile, che deve il suo nome, come abbiamo già visto nelle pagine in cui parlo dei diversi stili,alla zona in cui nasce e si sviluppa, in questo caso la zona di Chicago.
Entrambi poi si avvalgono della collabarazione di Willie Dixon grande bassista e compositore, altra colonna di questo stile, coautore di brani come Spoonful, I Ain't Superstitious, Little Red Rooster, Back Door Man, Evil, Wang Dang Doodle.

Nel 1964 è in tour in Europa su invito dei Rolling Stones, che avevano già inciso la sua Little Red Rooster nel loro primo album.
Nel 1967 incide con Bo Diddley e Muddy Waters un album mitico The Super Super Blues Band, un album splendido con i loro successi reincisi insieme.
Nel 1970 con Hubert Sumlin e Jeff Carp all'armonica registra Howlin' Wolf London Sessions, un altro album splendido suonato con i nomi del British Blues Rock, Eric Clapton, Steve Winwood, Ian Stewart, Bill Wyman e Charlie Watts.

Nel 1973 il suo ultimo album The Back Door Wolf.

La sua salute comincia a peggiorare alla fine degli anni 60 e dopo diversi infarti muore nel 1976 per un tumore ai reni.

Howlin ha sempre conosciuto il successo sin dai suoi inizi, uomo dalle radici ben solide, non ha mai ceduto a droghe o alcool, ha sempre sfruttato il suo enorme talento in modo intelligente senza mai eccedere nel lusso, senza mai dimenticare le sue origini contadine.

Howlin è un caso raro nella musica moderna, e ancora di più per un nero in quegli anni, un uomo come detto solido nei suoi principi,imponente nell'aspetto, dotato di un talento fuori del comune, ha scritto la storia del blues ma sempre con modestia.

Non ha mai rincorso il successo e forse per questo, per come riusciva a gestirlo,non gli è mai mancato e lo ha sempre accompagnato fino alla sua fine prematura.

I suoi brani sono parte integrante della storia della musica moderna, il suo stile, la sua voce, il suo modo di suonare, una base essenziale per chiunque si avvicini al blues sia come musicista che come appassionato.

Il suo essere artista contadino ha creato il mito ed un esempio per chiunque si avvicini alla musica e all'arte in generale.

Discografia

1959: Moanin' in the Moonlight
1962: Howlin' Wolf Sings the Blues
1969: The Howlin' Wolf Album
1971: Message to the Young
1971: The London Howlin' Wolf Sessions
1972: Live and Cookin' (At Alice's Revisited)
1973: The Back Door Wolf

Sono pochi album ma tutti stupendi, tutti specchio di uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica blues.

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