venerdì 3 gennaio 2014

I Grandi del Jazz: 27 - Thelonius Monk








Nasce nel 1917, pianista e compositore.








Un artista fondamentale per lo studio del jazz, un artista particolare non compreso ed anzi fortemente criticato, rivalutato pienamente solo in questi ultimi anni.






Suona il piano con grande maestria ma stravolge il brano.






Il suo fraseggio frastagliato, le armonie strane e ricercate,il virtuosismo ritmico fatto di ritardi e l'uso magico dei silenzi, hanno fatto scuola.

Monk ha saputo giocare con le note prendendosi gioco di esse: non si limita ad improvvisare sugli accordi del tema di base ma ne reinventa la struttura armonica.




Un uomo che non ha mai cercato il successo,dal carattere chiuso e da un mutismo eccessivo, non parlava quasi mai, si chiudeva in sè stesso e dominato da un forte egocentrismo si concentrava solo sulla sua musica.




Un artista dominato dal consumo di eroina che lo ha condizionato accentuando fino all'inverosimile le sue stranezze compartimentali.

Nonostante le critiche che lo hanno sempre accompagnato, il suo stile oggi è stato completamente decifrato e si è scoperto che sotto quella sua stranezza ha in realtà inventato un nuovo modo di fare jazz a cui si sono ispirate tutte le generazioni successive.


Inizia come pianista stride.

Lo stile stride è un modo di suonare il piano dove la mano sinistra suona note nel registro basso e accordi nel tenore e la mano destra fraseggi melodici.

Dal 1939 al 1942 suona come house-pianist nel famoso Minton's, dove il chitarrista Charlie Christian e il batterista Kenny Clarke gettano le basi del jazz moderno.



Entra nella big band di Cootie Williams e scrive Round Midnight, la sua più famosa composizione, suona poi con il gruppo del trombettista Harvey Davis.





Nel 44 debutta su disco con il quartetto di Coleman Hawkins, e dal 47 al 52 realizza una straordinaria serie di incisioni per la Blue Note in cui suona la maggior parte delle sue migliori composizioni.






Suonano con lui Kenny Dornham, Milt Jackson e soprattutto Art Backle, che gli resterà amico e collaboratore per tutta la vita.





Nel 1950 con Bloomdido incontra Charlie Parker, Dizzy Gillespie e il pianista Bud Powell che diventerà suo amico e collaboratore e proporrà più volte interpretazioni personali dei suoi brani.

Dopo il periodo nella Blue Note dal 1952 al 1954 firma per la Prestige, dove suona con Sonny Rollins e Miles Davis.




In questi anni nascono capolavori come Monk's Dream, Trinkle Tinkle, Reflections, Friday the Thirteenth, Blue Monk e una versione molto particolare di Just a Gigolo.







Nel 1954 firma per la Riverside, dove rimarrà fino al 1961.






Incide album molto belli, fra tutti Plays Duke Ellington nel 55 e Brilliant Corners l'anno dopo, i suoi capolavori con i quali raggiunge lo status di mito vivente.

Nasce il suo quartetto, suona con una splendida serie di sassofonisti che va da Sonny Rollins a Frank Foster, da John Coltrane a Johnny Griffin con i quali incide Misterioso e In action nel 1958.





Dal 1962 al 1968 è con la Columbia ed ormai è una star sempre in giro per il mondo.

Escono album fondamentali come Straight No Chaser, Monk, Underground, con il famoso brano Ugly Beauty e il meraviglioso Monk Alone.





L'ultima incisione è del 1971 The London Collection uscita in 3 cd con tre splendidi inediti Chordially, Something in Blue e Blue Sphere.








Dopo questa incisione le sue condizioni fisiche e mentali peggiorano, si barrica in casa, bloccato dalla sua follia e dalla sua tossicodipendenza.







Rimarrà chiuso per più di dieci anni.

Muore nel 1982, ultimo dei grandi musicisti di questa musica, anche lui come tanti altri splendidi artisti, ucciso dall'eroina.

Vittima dell'assurda teoria che negli anni dal 1940 al 1970 uccide centinaia di artisti fra il blues, il jazz e il classic rock.
Una fine assurda per tanti musicisti, entrati nel vortice di una leggenda metropolitana, teorizzata nel rock psicadelico, che sposa la genialità all'uso di droghe e di sostanze che alterano la coscienza.

L'arte è frutto del genio, ma un genio che deve essere coltivato da anni di esercizi e di studio, il capolavoro nella musica, e nell'arte in generale, nasce solo con lo studio continuo, nasce solo se ci sente sempre e solamente apprendisti.

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