venerdì 4 maggio 2012

La Storia del Jazz, dal 1930 al 1940



Finiscono la depressione economica e il proibizionismo e la società americana inizia a cambiare, anche con la spinta delle nuove tecnologie.


La radio assume quel ruolo di diffusione, che era stato fino a poco prima esclusiva dei dischi e delle grandi orchestre.
Le emittenti trasmettevano dal vivo programmi come Let's Dance, famoso per aver fatto conoscere l'orchestra di Goodman, e davano la possibilità di arrivare, senza tourneè estenuanti, ai primi posti delle classifiche musicali.
Questo rese popolari i nomi di Benny Goodman, Artie Shaw, Duke Ellington,Count Basie, Ella Fitzgerald e Glenn Miller.

Il successo di questi programmi e delle orchestre che vi suonavano fu accompagnato dal diffondersi di nuovi balli, come lo swing che finì per dare al periodo il nome di "età dello swing".



Goodman, che assume Fletcher Henderson come arrangiatore, è il dominatore di gran parte del periodo, con un successo che culminò nel 1938 con un concerto nel tempio newyorkese della musica colta, la Carnegie Hall, concerto al quale Goodman fece partecipare come ospiti solisti provenienti da tutte le maggiori orchestre del momento.




La maggior parte delle orchestre fondeva lo stile di Chicago con l'organico delle orchestre da ballo.
Le formazioni più innovative, come quelle di Ellington e di Basie, iniziano invece a costruire quello che diventerà lo stile caratteristico di un'epoca, e questo mentre New York diviene il centro nevralgico della nuova musica.



La città aveva, con la sua vita notturna, spesso dominata dalla malavita, un grande bacino potenziale, la comunità nera di Harlem, dove il jazz inizia la sua evoluzione.




New York diventa così un vero e proprio laboratorio con lo swing nei grandi locali da ballo dei bianchi e la nuova musica che ad Harlem continua a crescere e a trasformarsi.

Nel 1935 i primi disordini razziali, come la rivolta dei neri proprio ad Harlem, fanno chiudere i locali per bianchi nei quartieri neri, tra cui il famoso Cotton Club.

La zona di Broadway diventa così il centro artistico che è ancora oggi, nascono decine di locali che hanno piccole formazioni jazz come attrazione principale: le stelle diventano Billie Holiday, Art Tatum, Fats Waller, Coleman Hawkins, Lester Young.

E' in questi ambienti che i neri andranno a riprendersi con il be bop la loro musica, è qui che il jazz perderà dopo la guerra il suo aspetto più commerciale, diventando quella musica colta ed impegnata, che siamo abituati ad ascoltare.


Lo stile che nasce in questi locali è rilassato e notturno, famoso il brano Body and Soul Data di Coleman Hawkins, uno dei primi artisti a rendere il sax tenore la voce dominante del jazz.

Anche Hollywood si accorge della nuova musica,inizia a produrre film che la vedono protagonista, la fa vedere ed ascoltare, chiama alcuni dei musicisti più in vista del momento a prendervi parte.


A Kansas City suona Count Basie, la sua musica si differenzia, ha uno stile più rivolto al blues e con caratteristiche meno urbane di quello newyorkese.

La segregazione razziale, che era stata fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz così come dei locali, inizia in questi anni a perdere parte della sua compattezza.
Le orchestre iniziano ad avere musicisti sia bianchi che neri e direttori bianchi come Benny Goodman e Artie Shaw, portano in tourneè artisti afroamericani come Roy Eldridge e Billie Holiday.




Il grande successo dello swing vede come si è visto l'ingresso dei bianchi nel jazz, che ne stravolgono la natura e lo trasformano in musica da ballo.
Le grandi case discografiche investono nei nuovi nomi, lo swing piace ai bianchi che comprano i dischi e vanno nei grandi locali a spendere e a ballare.




I neri da inventori della nuova musica ne diventano i comprimari e anche i grandi nomi come Duke Ellington, uno dei grandi compositori del novecento,devono accettare la discriminazione razziale che li vede esibirsi senza però sostare nel locale.
Il nero doveva attendere nel camerino, uscire solo per lo spettacolo e poi andare subito via.
Il nero doveva essere simpatico ma non impegnativo, grande successo aveva la jungle, i brani tipo africa nera, che piacevano ai bianchi perchè li vedevano giusti per il nero che li suonava.

Tutto questo era la realtà, ma non si può per questo non considerare questa decade come una delle più belle della musica moderna, i brani che venivano suonati dalle grandi orchestre sono oggi dei classici intramontabili della storia della musica.

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