mercoledì 12 novembre 2014

I Grandi del Blues Rock: 04 - Phil Lynott









Philip Parris Lynott (1949-1986), grande bassista e cantante irlandese, figura mitica e fondamentale nello sviluppo del rock di questi ultimi anni.











Uomo geniale dalla vita sofferta, grande artista poetico ed innovativo, sempre compromesso dall'abuso di alcool e di eroina che lo condizionano e che lo portano alla morte a solo 36 anni.






Nel 2005 è stata eretta a Dublino una statua in bronzo che lo raffigura a grandezza naturale, testimonianza di come sia diventato negli anni una figura non più solo musicale ma una vera icona della cultura popolare irlandese e non solo.











Nasce da padre brasiliano e madre irlandese. Lynott è il cognome materno, conoscerà il padre solo alla fine degli anni 70.







Vive a Dublino spesso schermito per il colore della sua pelle e impara a sue spese a difendersi con durezza, consapevole di essere diverso.
Nelle sue poesie si leggono questi suoi due aspetti e si descive come un ragazzo di strada, un randagio, un ragazzo di vita sempre coinvolto in risse sotto l'effetto dell'alcool, ma sempre bilanciato da una grande sensibiltà e dalla convinzione di non prendersi troppo sul serio e di cercare di vivere la vita con leggerezza ed umorismo.




Segue la musica di due icone come Elvis Presley e Jimi Hendrix e già alla metà degli anni '60 forma il suo primo gruppo i Black Eagles con il batterista Brian Downey, che gli sarà amico per tutta la sua vita.



Sempre in quegli anni Brush Shells lo chiama negli Skid Row, prima come cantante poi come bassista (strumento che impara a suonare proprio con Brush).
A Belfast conosce Gray Moore, il grande chitarrista morto a febbraio del 2011, con il quale stringe una alleanza musicale e professionale sempre molto combattuta ma che portetà ai grandi successi dei Thin Lizzy.
Brush licenzia Phil perchè vuole formare un trio e lui forma un nuovo gruppo gli Orphanage che con l'ingresso del chitarrista Eric Bell diventano i Thin Lizzy.

Nasce così nel 1969 uno dei gruppi più importanti dell'hard e del blues rock, con Downey alla batteria, Bell alla chitarra, Eric Wrixon alle tastiere e lui come bassista e cantante.
La prima incisione è The Farmer che esce solo in Irlanda nel 1970, il primo vero successo è del '73 con Whiskey in the Jar, un brano della tradizione polare irlandese.






Nel 1979, col nome di The Greedies pubblica un singolo natalizio A Merry Jingle in collaborazione con gli altri membri dei Thin Lizzy e con Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols.








Nel 1980 esce il suo primo lavoro da solista "Lynott Solo in Soho" dal quale vengono estratti due singoli: Dear Miss Lonelyhearts e King's Call.
Nel secondo brano, un omaggio musicale a Elvis Presley, si avvale della collaborazione di Mark Knopfler.
Il suo secondo album "The Phil Lynott Album" non riscuote lo stesso successo del primo, anche se contiene brani famosi come Old Town e Yellow Pearl.
Si sposa, ha due figle ma il richiamo della ribalta, la voglia di eccessi e la vita on the road lo portano presto al divorzio.
Esce Gary Moore che viene sostituito prima da Robbo Robertson e poi da Snowy White, grandi professionisti ma che non trovano con Phil quella sintonia e quel rinnovamento che stava cercando.




Nel 1984 i Thin Lizzy si sciolgono, e nello stesso anno Lynott registra un singolo medley insieme a Roy Wood, Chas Hodges e John Coghlan: We Are The Boys (Who Make All The Noise).
Forma poi i Grand Slam ma i conitnui raffronti con i Thin Lizzy ne causano presto la fine.




Collabora con Gary Moore nei singoli Out in the Fields e Parisienne Walkways.
Il suo ultimo brano Nineteen, viene pubblicata poche settimane prima della sua morte.

Gary Moore in seguito disse che Phil aveva un lato oscuro che lo costringeva in un vortice, lo allontanava dai suoi cari e dai suoi amici rendendolo sempre più malinconico e solo e di conseguenza lo portava sempre più giù lungo la strada dell'autodistruzione.

Nei suoi ultimi anni di vita infatti aumenta a dismisura la sua dipendenza dall'alcol e dalle droghe, fortemente malato di epatite, sempre solo e chiuso nei suoi eccessi.
Il 25 dicembre del 1985 ha una overdose quasi letale di eroina, muore pochi giorni dopo il 4 gennaio del 1986 per insufficienza cardiaca e renale causata dalla forte intossicazione del sangue e del fegato.







Era nato dal nulla ed era arrivato a livelli artistici molto elevati, sicuramente uno dei massimi poeti del rock.









Aveva incarnato i sogni di moltissimi ragazzi raggiungendo il successo, la fama e la notorietà pur restando sempre la stessa persona di strada, con lo stesso carattere genuino e sincero di quando si aggirava per le strade di Dublino.
Ed è per questo che è rimasto così tanto nel cuore della gente irlandese ed in quello di tutti gli appassionati della musica di questi ultimi anni.

Nel 2006 la madre di Lynott ha permesso a Micky Waters, bassista dei The Answer di suonare il basso del figlio per la prima volta dalla sua morte.
Il basso è presente anche nel video musicale della canzone Keep Belevin.

1 commento:

  1. Ottimo articolo. Qui in Irlanda Phil lynott e'un vero mito, tanto da dedicargli una statua al centro di Dublino. Morto giovane come tutti i miti che si rispettono... come tanti altri artisti di quella generazione irripetibile

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