martedì 18 maggio 2010

02 - Elvis Presley

(1935-1977)
Grande personaggio,la sua presenza scenica ha avuto un impatto senza precedenti sulla cultura mondiale, ha saputo andare oltre la musica finendo per diventare una vera e propria icona della cultura popolare del XX secolo.

Le origini di Elvis sono comuni a quelle di molti americani del sud nati negli anni trenta quando ancora, soprattutto nei piccoli centri, si sentivano gli echi della grande depressione.

Elvis, contrariamente alla maggior parte della popolazione del sud, non faceva distinzioni di razza: se una cosa era bella o interessante, non importava che fosse tipica dei bianchi o dei neri e frequentava gli ambienti dell'una e dell'altra comunità.

Negli anni cinquanta le stazioni radio statunitensi erano nettamente divise tra quelle che trasmettevano esclusivamente musica bianca e quelle di musica nera, e mai un bianco avrebbe ascoltato certe emittenti, tutti tranne Elvis, che, come una spugna, assorbiva elementi di B.B.King e di Howlin' Wolf da una parte, e elementi di Bill Monroe e Eddy Arnold dall'altra.
Il suo inizio è casuale, si reca alla Sun per registrare un brano che voleva fare per regalo alla madre e per caso viene ascoltato da Sam Philips.

Il produttore ne rimane stupito, aveva trovato quello che andava cercando da anni: un ragazzo bianco che cantasse con la stessa intensità di uno di colore.

I primi dischi, che Elvis fece per la Sun, sono storia del rock: Blue Moon Of Kentucky, Good Rockin' Tonight, Baby Let's Play House, e catapultarono il giovane Elvis tra le stelle della musica del sud.

In questi primi tempi, la musica proposta da Elvis era così nuova che gli ascoltatori telefonavano alle radio per chiedere chi fosse quel nero che cantava canzoni country oppure chi fosse quel bianco che cantava pezzi blues.


Diventa un fenomeno nazionale, l'opinione pubblica benpensante si scandalizza per il suo modo di fare spettacolo, ma i giovani sia bianchi che neri ne sono subito conquistati.
La musica è cambiata, è nato il rock.

Incide uno dopo l'altro brani che vendono milioni di dischi: Heartbreak Hotel, Jailhouse Rock, Hound Dog, Love Me Tender sono solo alcuni dei successi che gli valgono l'appellativo che, ancora oggi, tutti gli riconoscono: re del rock and roll.

Hollywood non aspetta e decide di sfruttare il fenomeno, fra il 56 eil 58 interpreta 4 film, belli e di gran successo.

Nel 1958 la favola però sembra finita, Elvis viene chiamato per il servizio militare, costretto per due anni a stare lontano dalle scene.

Al suo ritorno nel 1960 le nuove band, figlie della sua musica, hanno ormai invaso il mercato e i ragazzi hanno nuovi idoli come i Beatles e i Rolling Stones, e nonostante continui ad incidere dischi interessanti, non riesce più a vendere come un tempo.
Ma l'industria dello spettacolo non può perdere la sua gallina dalle uova d'oro e in otto anni Elvis interpreta ben 29 film dei quali solo tre o quattro validi, gli altri vengono girati in due settimane con trame sciocche e canzoni, spesso scadenti, ma riescono ad incassare bene e solo questo conta.

Elvis non riuscirà mai a difendersi dal music business che lo stritola e pretende sempre di più, diventa senza rendersene conto parte di un ingranaggio che deve portare solo profitto e dal quale è molto difficile uscire.
Inizia ad assumere anfetamine e a fare uso di ansiolitici e sonniferi per reggere il peso di continue serate, di apparizioni in televisione, di film continui, di assalti senza tregua dei fans che non gli danno neanche il tempo di rilassarsi un attimo, costretto a stare sempre sulla ribalta.

Nel 1968 Elvis ha 33 anni, è stanco di fare film di poco conto e vuole tornare a fare musica di qualità.

L'occasione è uno special in televisione dove finalmente riesce a dare sfogo alla grinta che aveva dovuto reprimere negli anni dei film, regala al pubblico americano uno spettacolo entrato nella storia della televisione.

Decide di ritornare a Memphis e di chiudersi in studio per una session di registrazione.

Il frutto di questo lavoro sono due album acclamatissimi da critica e pubblico, Back In Memphis e From Elvis In Memphis, con canzoni entrate nella storia come In The Ghetto e Suspicious Minds.


Elvis inizia il nuovo decennio deciso a voler recuperare tutti gli anni perduti lontano dal pubblico e nell'arco di sette anni, fra il 70 e il 76 si esibisce in quasi un migliaio di concerti, ad una media di uno ogni due giorni e mezzo circa, anche due o tre nello stesso giorno.

Nel 1973 lo show Elvis: Aloha From Hawaii viene trasmesso in TV via satellite ad un pubblico stimato in oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi.




La frenetica attività contribuisce però ad aumentare la sua assuefazione ai medicinali che utilizza per reggere e poi per riposarsi, sostanze più o meno proibite che prende continuamente.

Inizia a consumare droghe leggere e alcool.




Non ha tempo da dedicare allo studio di registrazione, e così sono numerosi, anche a scapito della qualità, gli album registrati dal vivo.
Fra tutti Aloha From Hawaii Via Satellite del 1973 primo disco quadrifonico a diventare un million seller.

La produzione discografica complessiva è comunque enorme, si possono ricordare Elvis Country del 1971 e He Touched Me del 1972, e più tardi Promised Land e Today entrambi del 1975.


I maggiori successi da classifica come singoli nel periodo sono: Kentucky Rain del 1970, The Wonder Of You del 1970, There Goes My Everything del 1971, Burning Love del 1972, Steamroller Blues del 1973, Promised Land del 1974, My Boy del 1975, T-R-O-U-B-L-E del 1975 e Moody Blue del 1977.



A solo 40 anni il suo fisico è distrutto e inizia a cedere allo stress, per reggere aumenta a dismisura il consumo di barbiturici e anfetamine che diventano suoi compagni di tutte le ore del giorno e della notte.
La situazione purtroppo precipita, sono frequenti i ricoveri in ospedale.
Una alimentazione disordinata lo porta ad ingrassare vistosamente e a sottoporsi a feroci diete dimagranti a base di medicinali sempre più forti.


Muore nel 1977 a Memphis per un infarto a solo 42 anni.

La sua casa di Graceland è diventata un museo, un santuario del rock, ancora oggi meta di pellegrinaggio da parte di fans provenienti da tutto il mondo ed è la seconda casa più famosa degli Stati Uniti dopo la Casa Bianca.


Il suo mito, la sua leggenda, sono rimaste intatte, il suo nome, la sua vita sfortunata, esempio di come il successo e il music business possono uccidere.

L'industria che pensa solo al suo profitto e che stritola tutto, senza alcun rispetto per l'uomo e per l'artista.

1 commento:

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