domenica 15 novembre 2009

22 - John Lee Hooker

(1917-2001) chitarrista,inizia a suonare sullo stile Delta Blues ma presto acquisisce un suo stile personale dove è predominante il talking blues, il blues parlato, che diventa con gli anni il suo marchio di fabbrica.
Un parlato che per certi versi ha anticipato di diversi decenni la musica rap.

Il suo stile anche se nasce dal Delta è libero a livello ritmico, spesso incorpora il boogie woogie, caratterizzato dal suo particolare modo di suonare,dalla sua voce, dal suo stile improvvisato.

Nasce nel 1917 undicesimo figlio di mezzadri delle piantagioni della cotton-belt nel sud degli Stati Uniti.
Nel 1921 i genitori divorziano, la madre si risposa con William Moore, un cantante blues che gli insegna a suonare la chitarra.
Moore era cresciuto in Louisiana ed il suo stile si differenziava da quello prevalente nel Delta: i suoi brani erano composti da un unico, ripetitivo, ipnotico accordo che andava avanti ostinatamente.
Hooker ha fatto proprio questo modo di suonare trasformandolo in un segno inconfondibile del proprio stile.
Blind Lemon Jefferson e Blind Blake si recavano spesso a casa di Moore per suonare,furono esperienze significative per il piccolo Hooker, che iniziò a fare del blues la propria vita.

John con il patrigno cominciò a suonare nelle feste del suo paese, finché, dopo aver trascorso una decina di anni a Cincinnati cantando in svariati cori gospel, nel 1943 si trasferisce a Detroit per andare a lavorare alla Ford.
Diviene un assiduo frequentatore dei locali di raduni blues di Hastings Street, il cuore della musica e dello spettacolo nero nella zona est di Detroit.
Qui nasce il suo stile col suo inconfondibile canto rurale, grezzo ed elegante al tempo stesso, cadenzato da un inconfondibile boogie-riff vocale.

Nel 1948 la sua prima incisione Boogie Chillen per la Modern Records.

Malgrado fosse analfabeta scriveva testi interessanti, sviluppava gli argomenti tradizionali del blues ma proponeva anche nuovi temi, sviluppando la sua produzione in maniera originale ed innovativa.

Gli studi di registrazione negli anni '50 pagavano molto poco i musicisti neri, Hooker lavorava di giorno e di notte era costretto a passare di studio in studio proponendo sempre nuovi brani o variandoli nel testo o nel ritmo.
I brani venivano registrati, secondo le condizioni contrattuali, sotto diversi pseudomini John Lee Booker, Johnny Hooker o John Cooker.

Lo sfruttamento dei neri era anche musicale, i bianchi approffitavano spesso dell'ignoranza degli artisti, del loro bisogno di denaro, erano pagati poco o niente, non precepivano nulla per i diritti di autore della composizione dei brani.

John Lee Hooker suonava con uno stile libero ed improvvisato, molto raramente con un ritmo standard: i cambi di tempo erano la norma, funzionali all'andamento del brano e ai cambiamenti di umore legati al testo.
Questo rendeva molto difficile eseguire delle sovraincisioni, per questo i suoi brani di quel periodo risultano spesso sostenuti da un battere ostinato della mano sulla cassa della chitarra o del piede sulla pedana di legno, espediente dalla forte espressività, che divenne un altro suo elemento caratteristico.
Gli anni '60 videro la sua definitiva consacrazione presso il grande pubblico: la sua tournèè in Inghiterra del 1963 gli porta una grande notorietà anche per le numerose cover che seguirono i suoi famosi spettacoli.

Nonostante la sua prolifica vena come autore ed interprete, la musica sosterrà a stento John Lee Hooker nel corso della sua vita, questo fino a quando non verrà riscoperto negli anni 90.
La sua consacrazione sarà con l’album tributo The Healer del 1989, dove Hooker sarà affiancato da molti suoi allievi tra cui Eric Clapton, Carlos Santana e Robert Cray.

Il suo stile chitarristico è molto vicino allo stile boogie woogie per piano, le pause alla fine dei fraseggi ed una serie di effetti, picchettati veloci e vibrati hanno generato il suo stile personale, che affonda le radici nelle tecniche tradizionali del blues acustico, ma che si evolve anche verso uno stile più incalzante ed ipnotico.
La composizione si articola, nel tema principale, attorno ad un unico accordo suonato in maniera ostinata, eredità dello stile della Louisiana.
I brani che più di tutti rappresentano il suo stile iniziale sono: Boogie Chillen, Baby Please Don't Go e Tupelo.
Hooker ha sempre portato avanti una carriera da solista, e questo gli ha dato un ampio riscontro fra gli appassionati e del blues e del folk dei primi anni '60,contribuendo alla diffusione del blues anche fuori dai confini della comunità nera americana.

Con il passare degli anni il suo gruppo di musicisti si è ampliato proponendo, di concerto in concerto, le più diverse formazioni, dal solo Hooker solista con voce e chitarra, alla band al completo con Hooker solo cantante.
Il suo fraseggio vocale è molto più disconnesso dalle battute, rispetto a quanto di solito accade nel blues.
La sua voce melodrammatica rispecchia la tradizione del blues del Mississippi.
Il suo stile casuale e improvvisato è andato diminuendo con l'introduzione della chitarra elettrica, sebbene l'intensità espressiva non sia mai venuta meno, grazie anche alla maggiore ricchezza degli arrangiamenti.

Nel 1980 partecipa al film The Blues Brothers, lo stile improvvisato di Hooker permette la registrazione dal vivo in presa diretta, diversamente dal playback che solitamente si utilizza nelle registrazioni cinematografiche.

Il 1989 come già detto è l'anno dell'album The Healer, un album storico che riassume e condensa tutte le indicazioni e i significati della sua arte e del suo modo di intendere il blues.
Il primo brano omonimo è stupendo con il canto caldo e profondo di Hooker accompagnato dalla chitarra di Carlos Santana,un mix esplosivo di musica caraibica arricchita dallo spirito del Mississipi.
I brani che seguono presentano ancora duetti d’eccezione con Robert Cray, Canned Heat, Los Lobos, Charlie Musselwhite.
Meritano una citazione a parte la sensuale I’m in the Mood, in cui Hooker duetta con Bonnie Raitt, l’intrigante Sally Mae con George Thorogood alla slide guitar ed infine il pezzo di chiusura No Substitute, dove un solitario Hooker evoca atmosfere che ci riportano indietro nel tempo, alla schiavitù, alla malinconia e alla sofferenza del popolo afro-americano costretto a vivere ai margini della società, ma in cerca di un riscatto attraverso l’espressione della propria cultura e della propria spiritualità.

Dentro queste superbe ballate ci sono sentimenti ed emozioni di uno stile che il tempo non potrà mai sbiadire.

Questo è il Blues.

Dello stesso periodo alcune registrazioni con Van Morrison Never Get Out of These Blues Alive, The Healing Game, I Cover the Waterfront e le apparizioni dal vivo con lo stesso artista, pubblicate dal vivo nell'album A Night in San Francisco

Nel 2001, la malattia, poco prima del tour europeo e di lì a poco il decesso all'età di 83 anni.

Nella sua lunga carriera ha pubblicato più di cento albums, con hits, premi e riconoscimenti di ogni tipo.

I suoi brani sono diventati cover di grande successo per artisti come i Cream, AC/DC, ZZ Top, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Van Morrison, The Yardbirds, The Animals, Buddy Guy, The Doors e tanti altri.

I suoi singoli di maggior successo: Boogie Chillen', Hobo Blues e Crawling King Snake nel 1948,I'm In The Mood nel 1951,The Syndicate nel 1955, Dimples nel 1956, I Love You Honey nel 1958, No Shoes nel 1960, Boom Boom nel 1961, It Serves Me Right (To Suffer) nel 1964.

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