venerdì 31 luglio 2009

1 - I Grandi del Rock:Bob Dylan

Robert Allen Zimmerman nasce nel 1941, conosciuto anche attraverso altri pseudomini come:
Elston Gunnn o Bob Dillon,
Blind Boy Grunt o Bob Landy o Tedham
Porterhouse,
inseriti su alcuni album,
Lucky Wilbury o Boo Wilbury, come componente dei Traveling Wilburys,
Jack Frost come produttore dell'album Love and Theft e co-produttore degli album Under the Red Sky e Time Out of Mind),
Sergei Petrov come co-sceneggiatore del film Masked & Anonymous,
Justin Case usato occasionalmente nei tour dal 1980 al 1990
Elmer Johnson, usato al Mississippi River Festival di Edwardsville, il 14 settembre 1969, come guest star insieme al gruppo The Band.

Ha all'attivo una carriera pluridecennale iniziata nei primi anni sessanta, una vera icona della musica moderna e popolare, un mito americano.
Erede di Woody Ghutrie, ha scritto innumerevoli canzoni e ballate molte delle quali entrate a far parte dell'immaginario collettivo di più generazioni, come Blowin' in the Wind, My Back Pages, Chimes of Freedom, Song to Woody, Desolation Row, Mr Tambourine Man, Knockin'On Heaven's Door, e tante altre.
Ha sempre rifiutato ogni tipo di etichetta che per lui è stata coniata, rifiuntandosi sempre di entrare nel music business, anzi giocandoci sopra, utilizzando come detto anche nomi diversi.
Attore, regista cinematografico,autore di colonne sonore, è presente in tutta la cultura popolare degli ultimi quarant'anni, americani e non.

Alla fine del 2004, dopo un lungo silenzio, Dylan ha dato alle stampe il primo volume della sua trilogia autobiografica, "Chronicles - Volume 1".
In esso, racconta in prima persona del suo arrivo a New York da Minneapolis nel pieno dell'inverno del 1961, dopo un viaggio in autostop a bordo di una Impala del '57 durato un giorno ed una notte, attraverso il middle-west innevato.
Lo scopo del viaggio era quello di conoscere i cantanti blues e folk in voga a quel tempo come Sonny Terry ed il reverendo Gary Davis, ma soprattutto per conoscere il suo idolo Woody Guthrie, che incontrerà in ospedale gravemente malato e poco prima della sua morte.
L'esordio discografico, dopo l'arrivo a New York e i primi spettacoli al Village (il debutto sul palco avvenne l'11 aprile 1961), giunse nel '62 con un album che porta semplicemente il suo nome.

Vastissima è diventata da allora la sua discografia, ricca anche di incisioni pirata che in alcuni casi hanno raggiunto nel tempo un qualche carattere di ufficialità, recuperati dalla sua stessa casa discografica.

Gli inizi della carriera lo vedono un punto di riferimento per i nascenti movimenti giovanili, con Joan Baez diventa un paladino per la lotta per i diritti civili.
La metà degli anni Sessanta segna per Bob Dylan un periodo di forte maturazione, collabora attivamente con i componenti del gruppo dei Beatles e con il gruppo californiano dei Byrds, a cui farà interpretrare molte delle sue celebri ballate, collabora con Donovan, cantautore inglese dai testi molto particolari e suggestivi.

Negli Anni Ottanta darà vita a collaborazioni discografiche estemporanee con gli scanzonati colleghi dei Traveling Wilburys (Jeff Lynn, Roy Orbison, George Harrison e Tom Petty) , a cui si aggiungevano in occasione di performance dal vivo anche cantanti come Eric Clapton e Neil Young (memorabile una versione del gruppo di My Back Pages).
Il 26 Novembre del 1976 partecipa al concerto The Last Waltz, ultimo spettacolo dal vivo della sua band storica, The Band.
Il concerto verrà filmato da Martin Scorsese in un film che ha fatto storia.
Sempre in campo cinematografico Dylan ha ricevuto nel 2000 un Oscar per la migliore colonna sonora Things Have Changed per il film The Wonder Boys.

Parlare di Bob Dylan è sempre difficile, la sua musica e i suoi testi hanno fatto la storia della musica moderna.
Un consiglio a chi mi segue in questo blog: iniziate ad ascoltarlo leggendo i testi, scoprirete un personaggio anticonvenzionale e un mondo che vi riporterà ad anni dove la musica era arte e cultura, lotta per le proprie idee e poesia.

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