domenica 28 febbraio 2010
17 - Dizzy Gillespie
John Birks Gillespie (1917-1993) trombettista, negli anni 40 è l'artefice,con Charlie Parker, della nascita del Be Bop.
Inizia a suonare la tromba a 12 anni.
Nel 1935 entra prima nel gruppo di Frankie Fairfax e poi ha la sua prima registrazione nella band di Teddy Hill dove sostituisce Roy Eldrige.
Alla fine degli anni 30 suona con le orchestre di grandi del jazz come Cab Calloway, Jimmy Dorsey e Lionel Hampton, incontra Coleman Hawkins che lo indirizza verso uno stile più moderno.
Nei primi anni 40 suona al mitico Minton's Playhouse con Oscar Pettiford al basso e Kenny Clarke alla batteria, un gruppo leggendario, considerato la prima formazione bop della storia.
Il Minton in quegli anni diventa una palestra dove iniziano a suonare artisti del calibro di Thelonius Monk, Bud Powell e Max Roach, e dove nasce e si sviluppa il nuovo jazz.
Nel 1943 entra nell'orchestra di Earl Hines dove incontra Charlie Parker, Billy Eckstine e Sarah Vaughan.
L'anno dopo Eckstine forma la sua orchestra,lo raggiungono Dizzy e Parker, i loro tour fanno conoscere il beb bop fuori dei locali di New York.
Il Be Bop però rimane quello del Minton dove Gillespie con Parker, Max Roach, Bud Powell e Oscar Pettiford hanno fatto la storia di questa musica e inventato di fatto il jazz moderno.
I brani di Gillespie come Groovin' High, Woody n' You, Anthropology, Salt Peanuts e la celeberrima A Night in Tunisia furono per l'epoca rivoluzionarie, impervava lo swing dell'orchestre bianche, un jazz ballabile completamente diverso da quello che stava nascendo al Minton.
Il bebop era anche uno stile di vita e un nuovo modo di porsi per gli afro americani, i musicisti neri si stavano riappropriando del loro jazz, una musica che nata nei bordelli di New Orleans era sta trasformata dall'industria discografica dei bianchi in musica da ballo.
Il loro jazz non era quello, era la loro espressività, il loro modo di suonare, il jazz doveva tornare ad essere nero.
Il be bop era formato da piccoli gruppi normalmente di quattro persone, anche questo in contrasto con le grandi orchestre dello swing.
Non era facile per i boppisti,spesso il loro linguaggio non era capito o addirittura osteggiato e non era sempre facile trovare ingaggi e locali disposti a rischiare.
I neri alzavano la testa e riprendevano possesso della loro tradizione.
Il bebop però durò poco: nel 1949 Charlie Parker inizia a suonare con Miles Davis e Gillespie forma un quintetto con John Lewis, Milt Jackson,Kenny Clarke e Ray Brown,la futura formazione del Modern Jazz Quartet.
Il canto del cigno del vero bebop fù il concerto del 1953 di Charlie Mingus, Charlie Parker, Max Roach e Bud Powell, in uno dei più famosi live della storia del jazz.
Gli subentra l'hard bop di Clifford Brown, ma anch'esso sarà di breve durata, il trombettista morirà nel 1956 a solo 26 anni in un incidente stradale.
Gillespie, restando sempre fedele al suo be bop, preferiva però le grandi formazioni dove poteva esprimersi meglio come solista e come leader, ma soprattutto come intrattenitore, il suo carattere comico e allegro, le sue battute erano famose.
Le sue Dizzy Gillespie Big Band giravano il mondo, anche se talvolta finivano per sciogliersi perchè troppo costose.
Altra sua grande passione fu la musica caraibica e sudamericana, uno dei primi esperimenti, peraltro molto ben riusciti, di fusion fra jazz e ritmi afro cubani.
Brani famosi di questo genere sono Manteca e Tin Tin Deo.
Nonostante queste passioni,a differenza di Miles Davis e in parte di Charlie Parker, Gillespie come detto rimase sempre fedele al suo stile, al suo be bop.
Negli anni 50 iniziò ad adoperare la sua caratteristica tromba con la campana piegata verso l'alto e divenne famoso per la grandezza del rigonfiamento delle sue guance.
Il perchè della strana forma del suo strumento fu oggetto di molte dicerie, ma il vero motivo era semplice: una sera, dopo un concerto, la tromba cadendo si piegò.
La campana al contrario gli piacque e decise di non farla più riparare.
Negli anni 80 guida la United Nations Orchestra tralasciando in parte il jazz.
Negli ultimi anni rallenta molto la sua attività, insegna,forma una sua scuola.
Suona ancora soprattutto con i suoi allievi Arturo Sandoval e Jon Faddis.
Ha sempre seguito la fede Baha'ì (una religione nata in Iran a metà dell'800 che segue gli insegnamenti del fondatore Bahàu'llàh) e ne è stato uno dei più famosi adepti.
Muore di cancro al pancreas nel 1993 a 75 anni.
Inizia a suonare la tromba a 12 anni.
Nel 1935 entra prima nel gruppo di Frankie Fairfax e poi ha la sua prima registrazione nella band di Teddy Hill dove sostituisce Roy Eldrige.
Alla fine degli anni 30 suona con le orchestre di grandi del jazz come Cab Calloway, Jimmy Dorsey e Lionel Hampton, incontra Coleman Hawkins che lo indirizza verso uno stile più moderno.
Nei primi anni 40 suona al mitico Minton's Playhouse con Oscar Pettiford al basso e Kenny Clarke alla batteria, un gruppo leggendario, considerato la prima formazione bop della storia.
Il Minton in quegli anni diventa una palestra dove iniziano a suonare artisti del calibro di Thelonius Monk, Bud Powell e Max Roach, e dove nasce e si sviluppa il nuovo jazz.
Nel 1943 entra nell'orchestra di Earl Hines dove incontra Charlie Parker, Billy Eckstine e Sarah Vaughan.
L'anno dopo Eckstine forma la sua orchestra,lo raggiungono Dizzy e Parker, i loro tour fanno conoscere il beb bop fuori dei locali di New York.
Il Be Bop però rimane quello del Minton dove Gillespie con Parker, Max Roach, Bud Powell e Oscar Pettiford hanno fatto la storia di questa musica e inventato di fatto il jazz moderno.
I brani di Gillespie come Groovin' High, Woody n' You, Anthropology, Salt Peanuts e la celeberrima A Night in Tunisia furono per l'epoca rivoluzionarie, impervava lo swing dell'orchestre bianche, un jazz ballabile completamente diverso da quello che stava nascendo al Minton.
Il bebop era anche uno stile di vita e un nuovo modo di porsi per gli afro americani, i musicisti neri si stavano riappropriando del loro jazz, una musica che nata nei bordelli di New Orleans era sta trasformata dall'industria discografica dei bianchi in musica da ballo.
Il loro jazz non era quello, era la loro espressività, il loro modo di suonare, il jazz doveva tornare ad essere nero.
Il be bop era formato da piccoli gruppi normalmente di quattro persone, anche questo in contrasto con le grandi orchestre dello swing.
Non era facile per i boppisti,spesso il loro linguaggio non era capito o addirittura osteggiato e non era sempre facile trovare ingaggi e locali disposti a rischiare.
I neri alzavano la testa e riprendevano possesso della loro tradizione.
Il bebop però durò poco: nel 1949 Charlie Parker inizia a suonare con Miles Davis e Gillespie forma un quintetto con John Lewis, Milt Jackson,Kenny Clarke e Ray Brown,la futura formazione del Modern Jazz Quartet.
Il canto del cigno del vero bebop fù il concerto del 1953 di Charlie Mingus, Charlie Parker, Max Roach e Bud Powell, in uno dei più famosi live della storia del jazz.
Gli subentra l'hard bop di Clifford Brown, ma anch'esso sarà di breve durata, il trombettista morirà nel 1956 a solo 26 anni in un incidente stradale.
Gillespie, restando sempre fedele al suo be bop, preferiva però le grandi formazioni dove poteva esprimersi meglio come solista e come leader, ma soprattutto come intrattenitore, il suo carattere comico e allegro, le sue battute erano famose.
Le sue Dizzy Gillespie Big Band giravano il mondo, anche se talvolta finivano per sciogliersi perchè troppo costose.
Altra sua grande passione fu la musica caraibica e sudamericana, uno dei primi esperimenti, peraltro molto ben riusciti, di fusion fra jazz e ritmi afro cubani.
Brani famosi di questo genere sono Manteca e Tin Tin Deo.
Nonostante queste passioni,a differenza di Miles Davis e in parte di Charlie Parker, Gillespie come detto rimase sempre fedele al suo stile, al suo be bop.
Negli anni 50 iniziò ad adoperare la sua caratteristica tromba con la campana piegata verso l'alto e divenne famoso per la grandezza del rigonfiamento delle sue guance.
Il perchè della strana forma del suo strumento fu oggetto di molte dicerie, ma il vero motivo era semplice: una sera, dopo un concerto, la tromba cadendo si piegò.
La campana al contrario gli piacque e decise di non farla più riparare.
Negli anni 80 guida la United Nations Orchestra tralasciando in parte il jazz.
Negli ultimi anni rallenta molto la sua attività, insegna,forma una sua scuola.
Suona ancora soprattutto con i suoi allievi Arturo Sandoval e Jon Faddis.
Ha sempre seguito la fede Baha'ì (una religione nata in Iran a metà dell'800 che segue gli insegnamenti del fondatore Bahàu'llàh) e ne è stato uno dei più famosi adepti.
Muore di cancro al pancreas nel 1993 a 75 anni.
domenica 21 febbraio 2010
16 - Lester Young
(1909-1959) sassofonista, grande artista dallo stile personalissimo e innovativo.
E' stato un modello musicale per una intera generazione di jazzisti, il suo modo di suonare il sax diventa l'anteprima di quel periodo magico del Jazz chiamato Be Bop.
Inizia a suonare da bambino nell'orchestra del padre inizialmente come batterista per poi passare al sax contralto e poi al tenore.
Grande ammiratore di Frankie Trumbauer,famoso sassofonista degli anni 20 e 30 che suonava il sax tenore in do (tonalità oggi poco usata), cerca di imitarne lo stile ma utilizzando una scala inferiore arriva a creare una sonorità e uno stile diverso.
Verso i 18 anni inzia a suonare con le orchestre che girano il middlewest.
Nel 1932 suona con Walter Page e nel 1933 con King Olivier.
Nel 1934 viene ingaggiato da Count Basie che,dopo averlo sentito alla radio, lo ingaggia con un telegramma.
Lo stesso anno lo contatta Fletcher Henderson per sostituire Coleman Hawkins,ma rifiuta per il parere contrario dell'orchestra che non accetta il suo stile rilassato.
Nel 1936 conosce Billie Holiday che, in omaggio al suo talento, lo chiamerà Pres (talvolta riportato come Prez), Presidente, nome che lo seguirà in tutta la sua carriera.
Il rapporto con la Holiday è molto intenso, dal 1937 al 1946 registrano 60 stupendi brani dove sax e voce si fondono perfettamente.
Lester, con l'andare del tempo, accentua l'originalità del suo stile e diviene sempre più eccentrico.
Si persuade di avere poteri paranormali, e comincia ad abbigliarsi in maniera stravagante: porta uno strano cappello ed indossa un lungo cappotto nero che gli arriva fino alle caviglie.
Prende l'abitudine di suonare tenendo lo strumento molto inclinato (a volte quasi orizzontale), questo diventerà parte del suo stile.
Dopo aver lasciato Basie forma una sua orchestra con la quale si esibisce a New York e a Los Angeles ma senza gran successo.
Nell'ottobre del 1944 viene chiamato alle armi, ma è un esperienza disastrosa, non viene nemmeno accettato nella banda militare a causa del suo carattere e del continuo uso di alcool e droga.
Si scontra continuamente con i suoi superiori, viene maltrattato e deriso, un processo alla Corte Marziale e 16 mesi di carcere lo segnano profondamente.
Questa esperienza accentua i suoi problemi, lo rendono sempre più eccentrico e apatico, aumentano sempre più la sua dipendenza.
Ritorna a suonare nel 1952 quando viene ingaggiato da Oscar Peterson per il suo famoso trio e il successo è subito travolgente.
Nel 1953 è con i Metronome All Star di Billy Eckstine, incide due brani St.Louis Blues e How High the Moon famosi solo per i suoi favolosi assoli.
Entra nell'orchestra Jazz and the Philarmonic di Norman Granz, è spesso in tourneè ma non riesce più a stupire, il suo fisico è debilitato, la sua dipendenza non diminuisce.
Nel 1955 ha un collasso e viene parzialmente disintossicato.
Si riprende ed ha una tourneè con Miles Davis, Bud Powell e il Modern Jazz Quartet.
Ma le sue condizioni peggiorano di nuovo, è sempre fatto,non mangia per giorni e giorni, non dorme,si debilita e peggiorano le sue condizioni mentali.
Viene accertato che soffre di una schizofrenia leggera, con uno sdoppiamento della personalità, accentuata dal consumo di alcool e droghe.
Non riesce più a riprendersi, muore nel 1959 nell'albergo dove abitava a New York.
Ha cambiato il modo di suonare il sax tenore,che allora tutti suonavano come Coleman Hawkins, ha creato un linguaggio più leggero, da sax alto,ha influenzato tanti musicisti e lo stesso Charlie Parker.
E' stato un delizioso accompagnatore di Billie Holiday.
Eppure quest'uomo ha vissuto una vita drammatica fatta di umiliazioni, persecuzioni, un processo militare ed una condanna al carcere che l'hanno spezzato, distrutto, trascinandolo lentamente verso la follia.
Costretto a vivere in un mondo a parte, si ritira in sè stesso, si sente incompreso, non riesce a comunicare e si chiude sempre più nei suoi problemi, trovando rifugio solo nell'alcool e nella droga.
Lascia assoli di una bellezza incredibile per la loro leggerezza e la grazia, degni solo di un grande artista.
La sua classe avrebbe meritato una vita migliore.
Discografia
Non abbiamo una discografia specifica e, a parte pochi album,dobbiamo ascoltarlo nei gruppi dove ha suonato e dove ha lasciato sempre un segno indelebile.
- Complete Lester Young Studio Sessions on Verve
- Count Basie Complete Decca Recordings (1937-1939)
- Complete Billie Holiday Lester Young Recordings (1937-1946)
- Kansas City Sessions (1938 e 1944)
- Complete Aladdin Recordings (1942-1947)
- Lester Young Trio (1946) - con Nat King Cole e Buddy Rich
- Complete Savoy Recordings (1944-50)
- One Night Stand - The Town Hall Concert 1947 - live
- Lester Young with the Oscar Peterson Trio (1952)
- Pres and Teddy (1956)con Teddy Wilson
- The Jazz Giants '56 (1956)
- Lester Young in Washington, D.C., 1956, con il Bill Potts Trio.
- Count Basie - At Newport (1956)
E' stato un modello musicale per una intera generazione di jazzisti, il suo modo di suonare il sax diventa l'anteprima di quel periodo magico del Jazz chiamato Be Bop.
Inizia a suonare da bambino nell'orchestra del padre inizialmente come batterista per poi passare al sax contralto e poi al tenore.
Grande ammiratore di Frankie Trumbauer,famoso sassofonista degli anni 20 e 30 che suonava il sax tenore in do (tonalità oggi poco usata), cerca di imitarne lo stile ma utilizzando una scala inferiore arriva a creare una sonorità e uno stile diverso.
Verso i 18 anni inzia a suonare con le orchestre che girano il middlewest.
Nel 1932 suona con Walter Page e nel 1933 con King Olivier.
Nel 1934 viene ingaggiato da Count Basie che,dopo averlo sentito alla radio, lo ingaggia con un telegramma.
Lo stesso anno lo contatta Fletcher Henderson per sostituire Coleman Hawkins,ma rifiuta per il parere contrario dell'orchestra che non accetta il suo stile rilassato.
Nel 1936 conosce Billie Holiday che, in omaggio al suo talento, lo chiamerà Pres (talvolta riportato come Prez), Presidente, nome che lo seguirà in tutta la sua carriera.
Il rapporto con la Holiday è molto intenso, dal 1937 al 1946 registrano 60 stupendi brani dove sax e voce si fondono perfettamente.
Lester, con l'andare del tempo, accentua l'originalità del suo stile e diviene sempre più eccentrico.
Si persuade di avere poteri paranormali, e comincia ad abbigliarsi in maniera stravagante: porta uno strano cappello ed indossa un lungo cappotto nero che gli arriva fino alle caviglie.
Prende l'abitudine di suonare tenendo lo strumento molto inclinato (a volte quasi orizzontale), questo diventerà parte del suo stile.
Dopo aver lasciato Basie forma una sua orchestra con la quale si esibisce a New York e a Los Angeles ma senza gran successo.
Nell'ottobre del 1944 viene chiamato alle armi, ma è un esperienza disastrosa, non viene nemmeno accettato nella banda militare a causa del suo carattere e del continuo uso di alcool e droga.
Si scontra continuamente con i suoi superiori, viene maltrattato e deriso, un processo alla Corte Marziale e 16 mesi di carcere lo segnano profondamente.
Questa esperienza accentua i suoi problemi, lo rendono sempre più eccentrico e apatico, aumentano sempre più la sua dipendenza.
Ritorna a suonare nel 1952 quando viene ingaggiato da Oscar Peterson per il suo famoso trio e il successo è subito travolgente.
Nel 1953 è con i Metronome All Star di Billy Eckstine, incide due brani St.Louis Blues e How High the Moon famosi solo per i suoi favolosi assoli.
Entra nell'orchestra Jazz and the Philarmonic di Norman Granz, è spesso in tourneè ma non riesce più a stupire, il suo fisico è debilitato, la sua dipendenza non diminuisce.
Nel 1955 ha un collasso e viene parzialmente disintossicato.
Si riprende ed ha una tourneè con Miles Davis, Bud Powell e il Modern Jazz Quartet.
Ma le sue condizioni peggiorano di nuovo, è sempre fatto,non mangia per giorni e giorni, non dorme,si debilita e peggiorano le sue condizioni mentali.
Viene accertato che soffre di una schizofrenia leggera, con uno sdoppiamento della personalità, accentuata dal consumo di alcool e droghe.
Non riesce più a riprendersi, muore nel 1959 nell'albergo dove abitava a New York.
Ha cambiato il modo di suonare il sax tenore,che allora tutti suonavano come Coleman Hawkins, ha creato un linguaggio più leggero, da sax alto,ha influenzato tanti musicisti e lo stesso Charlie Parker.
E' stato un delizioso accompagnatore di Billie Holiday.
Eppure quest'uomo ha vissuto una vita drammatica fatta di umiliazioni, persecuzioni, un processo militare ed una condanna al carcere che l'hanno spezzato, distrutto, trascinandolo lentamente verso la follia.
Costretto a vivere in un mondo a parte, si ritira in sè stesso, si sente incompreso, non riesce a comunicare e si chiude sempre più nei suoi problemi, trovando rifugio solo nell'alcool e nella droga.
Lascia assoli di una bellezza incredibile per la loro leggerezza e la grazia, degni solo di un grande artista.
La sua classe avrebbe meritato una vita migliore.
Discografia
Non abbiamo una discografia specifica e, a parte pochi album,dobbiamo ascoltarlo nei gruppi dove ha suonato e dove ha lasciato sempre un segno indelebile.
- Complete Lester Young Studio Sessions on Verve
- Count Basie Complete Decca Recordings (1937-1939)
- Complete Billie Holiday Lester Young Recordings (1937-1946)
- Kansas City Sessions (1938 e 1944)
- Complete Aladdin Recordings (1942-1947)
- Lester Young Trio (1946) - con Nat King Cole e Buddy Rich
- Complete Savoy Recordings (1944-50)
- One Night Stand - The Town Hall Concert 1947 - live
- Lester Young with the Oscar Peterson Trio (1952)
- Pres and Teddy (1956)con Teddy Wilson
- The Jazz Giants '56 (1956)
- Lester Young in Washington, D.C., 1956, con il Bill Potts Trio.
- Count Basie - At Newport (1956)
martedì 16 febbraio 2010
13-Lionel Hampton 14-Fats Waller 15- Art Tatum
13 - Lionel Hampton
(1908-2002) è stato il vibrafonista della swing era, della tradizione, dei vulcanici assoli, accompagnati da un'orchestra percussiva e trascinante.
Hampton esordisce suonando la batteria, ma durante una seduta di registrazione con Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono: con questo episodio inizia negli anni 30 la sua carriera.
Nel 36 Benny Goodman lo va a sentire nel locale dove si esibisce e immediatamente lo scrittura per delle incisioni e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra.
Hampton diviene subito una star e nel 38 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carneige Hall.
L'inserimento di Hampton nel gruppo segna anche una prima rottura delle barriere razziali: il Benny Goodman Quartet diventa il primo gruppo multirazziale.
Lionel girò con l'orchestra di bianchi di Goodman durante il periodo in cui nei locali americani non venivano accettati gruppi con la presenza di musicisti neri e dove i neri non erano graditi nemmeno come clienti.
Per un nero era difficile anche trovare alberghi e ristoranti dove alloggiare.
Nel 40 forma la sua orchestra, che resterà attiva fino agli anni 90.
La Lionel Hampton Orchestra diviene presto nota in tutto il mondo per la sua notevole energia e l'alto livello tecnico.
I suoi brani Sunny Side of the Street, Central Avenue Breakdown, il suo motivo-firma, Flying Home e Hamp's Boogie-Woogie, diventano grandi successi e il suo nome famoso in tutto il mondo.
L'orchestra diviene fulcro e scuola di grandi talenti, fra gli altri Charlie Parker, il produttore ed arrangiatore Quincy Jones, Charlie Mingus, i sassofonisti Dexter Gordon e Illinois Jacquet, il giovane trombettista Fats Navarro,la cantante Ruth Jones che diventa The Queen of the Blues, Dinah Washington, Charles Mingus, Wes Montgomery e molti altri.
Ha composto più di 200 pezzi e registrato centinaia di dischi che includono brani leggendari come Evil Gal Blues e Midnight Sun.
Il suo talento nel campo sinfonico è riconosciuto,ha composto due grandi lavori sinfonici King David Suite e Blues Suite.
Hampton suonava il vibrafono con leggerezza, utilizzava armonie semplici accompagnate però da una forte linea ritmica.
Un artista che non ha mai conosciuto crisi, con l'eccezione degli anni 50 quando per problemi economici si dedica alle collaborazioni con Benny Goodman e Art Tatum.
Un artista che ha sempre mantenuto il suo stile, talvolta considerato superato, incurante dei grandi cambiamenti che nel frattempo erano avvenuti nel jazz.
Rimane attivo fino al 1991 quando viene fermato da un collasso.
Riprende a suonare solo nel 2001 ma muore un anno dopo.
14 - Fats Waller
Thomas “Fats” Waller (1904-1943) pianista e compositore.
Come altri musicisti dopo di di lui come Fats Navarro e Fats Domino, a Waller fu affibbiato il nomignolo "Fats" (Grassone) per la sua considerevole mole.
Grande artista vive in anni di forte discriminazione razziale, e nonostante le sue incredibili doti musicali e compositive, per gran parte della sua vita ha sempre interpretato il ruolo del buffone,senza mai curarsi più di tanto di questa sottovalutazione artistica.
Una carriera stroncata dall'alcolismo e per questo mai arrivata ai livelli che il suo talento avrebbe permesso.
Nasce ad Harlem, inizia a suonare nelle chiese e poi nei cinema e nei teatri,a diciotto anni scrive il suo primo successo Squeeze Me.
Vive nei bar e si racconta che al bancone scrisse per Fletcher Henderson nove pezzi, fra cui brani come Henderson Stomp, Hot Mustard e Whiteman Stomp, solo per ripagargli la cena della sera prima.
Altri brani famosi come Harlem Fuss e Minior Drag vengono scritti poco prima d'inciderli, perchè sempre ubriaco si era addormentato dimenticandosi di farlo.
La sua attività artistica inizia negli anni '20 suonando nell'orchestra di Erskine Tate in stretta collaborazione con Louis Armstrong.
Famosa fu la collaborazione con Razaf col quale cominciò a scrivere pezzi per una famosa rivista dell'epoca Hot Chocolates che sfoggiò capolavori come Ain't Misbehavin, Black and Blue, Load of Coal e Honeysuckle Rose.
Muore alcolizzato nel 1943 per un tumore ai polmoni.
15 - Art Tatum
(1909-1956) è considerato il più grande piansta jazz e uno dei più grandi musicisti di questo secolo.
Tatum, noto per il suo virtuosismo e per la sua abilità e creatività come improvvisatore, era considerato dai suoi contemporanei il massimo pianista jazz vivente.
Quasi completamente cieco, iniziò a suonare da giovanissimo, già nel 1929 aveva un suo spettacolo alla radio.
Nel 1932 debutta a New York come uno dei due pianisti che si alternavano nell'accompagnamento della Adelaide Hall e l'anno dopo i suoi assoli, specialmente su Tiger Rag, rivelarono al pubblico il suo incredibile talento.
Tatum suonava stride, swing e boogie woogie a velocità inaudite, applicando concezioni armoniche che anticipavano di decenni lo svilupo della musica e che avrebbero avuto una profonda influenza sull'evoluzione del jazz, soprattutto nel periodo bebop, 10 anni più tardi.
Ancora oggi le sue registrazioni vengono ascoltate come modelli da chiunque si avvicini al pianoforte.
Le sue prime registrazioni sono del 1932, continuò ad incidere fino alla sua morte, e, anche se per diversi anni diresse un trio di successo, la sua fama è principalmente associata alla sua carriera solistica.
Muore per un blocco renale dovuto all'alcool, fin da giovane era sempre stato un forte bevitore di birra.
Etichette:
art tatum,
fats waller,
lionel hampton
mercoledì 10 febbraio 2010
10-Joe Venuti 11-Django Reinhardt 12-Stephane Grappelli
10 - Joe Venuti
(1903-1978) considerato il pioniere del violino nel jazz.
Per gran parte della sua carriera suonò con il grande chitarrista Eddie Lang, suo vicino di casa, compagno di scuola e amico.
Iniziarono ad incidere nei primi anni ’20 e fino alla morte di Lang nel 1933.
Tra i più noti esponenti del Dixieland (il modo di suonare il New Orleans da parte dei bianchi), suonò con Benny Goodman, Dorsey Brothers,Bing Crosby,con tutte le figure più importanti del jazz bianco.
Nel 1929, assieme a Lang, si unì all'orchestra di Paul Whiteman, con la quale comparve nel film The King of Jazz.
La sua carriera s’interrompe con la morte prematura di Lang, anche se continuerà fino a tutti gli anni ’30.
Viene riscoperto solo negli anni’60, ed incide tre album con Zoot Sims al sassofono.
Muore nel 1978.
Joe Venuti e Eddie Lang sono stati i forti ispiratori di Stephane Grappelli e Django Reinhardt.
11 - Django Reinhardt
(1910-1953) chitarrista, zingaro rom di etnia sinti.
Inizia la carriera come banjoista ma a diciotto anni subisce un grave incidente: un incendio divampato di notte nella sua roulotte gli causa l'atrofizzazione dell'anulare e del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra jazz: a causa della menomazione alla mano sinistra, deve abbandonare il banjo e comincia a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida.
Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a tale limitazione,sviluppa una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare che ancora oggi lascia di stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e l'originalità espressiva.
In breve tempo era già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia.
A metà degli anni 30 Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli formano un quintetto di soli strumenti a corda che diviene presto famoso in tutto il mondo.
I brani incisi insieme a Grappelli sono diventati esempio e scuola per centinaia di musicisti.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale viene invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington, che lo presenta come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York.
la nascita del bebop gli consente di dare diede ulteriore prova di maturità ed originalità artistica,incide dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle pagine più originali del jazz dell'epoca.
Alla fine degli anni 40 rallenta sensibilmente la sua attività per le cattive condizioni di salute: la sua decisione di non consultare i medici, per paura delle iniezioni, gli costa la vita.
Muore nel 1953 a soli 43 anni per un ictus.
Tra i suoi brani più celebri: Minor Swing, Tears, Nagasaki, Belleville e soprattutto Nuages
12 - Stephane Grappelli
(1908-1997) violista e compositore francese.
Prende le prime lezioni da suo padre Ernesto, nobile italiano, giunto in Francia da Alatri dove si trova l'antico palazzo e la torre dei marchesi Grappelli.
Si iscrive al conservatorio di Parigi ma non conclude gi studi: apprende essenzialmente ascoltando le prime registrazioni di Louis Armstrong e Joe Venuti.
A 15 anni inizia a suonare il pianoforte come accompagnamento per i film muti, nei clubs e nei ristoranti parigini.
A 19 anni diventa membro stabile di diverse band, si alterna tra pianoforte, violino e sasofono e incontra Django Reinhardt.
Nasce nel 1934 il Quintette du Hot Club de France.
Il gruppo acquista subito un'importanza internazionale e attraverso le proprie registrazioni si impone come il primo importante gruppo jazz non americano.
I duetti di Grappelli e Reinhardt fanno parte integrante della storia della musica.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Stéphane e Django si trovano a Londra e, nonostante il clima di persecuzione razziale nei confonti degli zingari, Django decide di ritornare a Parigi mentre Grappelli rimane e collabora attivamente con George Shearing.
Suonano insieme fino al 1948, si dividono dopo 14 anni di splendida musica insieme.
Nel 49 Stephane si trasferisce a Roma per un lungo ingaggio e una serie di incisioni.
Grappelli in questi anni subisce la forza del successo del suo più grande collega ed amico, viene associato allo stile gypsy, ma non ha ancora acquisito la notorietà che invece di lì a poco sarebbe divenuta mondiale.
Nel 66 registra Violin Summit, mettendo per la prima volta in evidenza le sue grandi capacità strumentali e solistiche.
Il suo primo concerto negli USA è del 69, registra in seguito numerosi album con il violinista classico Yehudi Menuhin e partecipa, in trio o quartetto,a tutti i principali festival mondiali, da ricordare il meraviglioso "Tribute to Django" al Kool Jazz Festival di New York nel 1984.
Tra le sue numerosissime collaborazioni si possono citare quelle con Duke Ellington, Oscar Peterson, Joe Venuti, Gary Burton e David Grisman, ma la più sorprendente è forse quella con i Pink Floyd: Grappelli appare infatti, anche se non accreditato, nel famoso album Wish You Were Here.
In tarda età visita più volte la città di Alatri e il palazzo di famiglia per riavvicinarsi alle sue origini, avrebbe voluto tenerci un concerto ma muore senza riuscire a realizzarlo.
(1903-1978) considerato il pioniere del violino nel jazz.
Per gran parte della sua carriera suonò con il grande chitarrista Eddie Lang, suo vicino di casa, compagno di scuola e amico.
Iniziarono ad incidere nei primi anni ’20 e fino alla morte di Lang nel 1933.
Tra i più noti esponenti del Dixieland (il modo di suonare il New Orleans da parte dei bianchi), suonò con Benny Goodman, Dorsey Brothers,Bing Crosby,con tutte le figure più importanti del jazz bianco.
Nel 1929, assieme a Lang, si unì all'orchestra di Paul Whiteman, con la quale comparve nel film The King of Jazz.
La sua carriera s’interrompe con la morte prematura di Lang, anche se continuerà fino a tutti gli anni ’30.
Viene riscoperto solo negli anni’60, ed incide tre album con Zoot Sims al sassofono.
Muore nel 1978.
Joe Venuti e Eddie Lang sono stati i forti ispiratori di Stephane Grappelli e Django Reinhardt.
11 - Django Reinhardt
(1910-1953) chitarrista, zingaro rom di etnia sinti.
Inizia la carriera come banjoista ma a diciotto anni subisce un grave incidente: un incendio divampato di notte nella sua roulotte gli causa l'atrofizzazione dell'anulare e del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra jazz: a causa della menomazione alla mano sinistra, deve abbandonare il banjo e comincia a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida.
Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a tale limitazione,sviluppa una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare che ancora oggi lascia di stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e l'originalità espressiva.
In breve tempo era già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia.
A metà degli anni 30 Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli formano un quintetto di soli strumenti a corda che diviene presto famoso in tutto il mondo.
I brani incisi insieme a Grappelli sono diventati esempio e scuola per centinaia di musicisti.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale viene invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington, che lo presenta come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York.
la nascita del bebop gli consente di dare diede ulteriore prova di maturità ed originalità artistica,incide dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle pagine più originali del jazz dell'epoca.
Alla fine degli anni 40 rallenta sensibilmente la sua attività per le cattive condizioni di salute: la sua decisione di non consultare i medici, per paura delle iniezioni, gli costa la vita.
Muore nel 1953 a soli 43 anni per un ictus.
Tra i suoi brani più celebri: Minor Swing, Tears, Nagasaki, Belleville e soprattutto Nuages
12 - Stephane Grappelli
(1908-1997) violista e compositore francese.
Prende le prime lezioni da suo padre Ernesto, nobile italiano, giunto in Francia da Alatri dove si trova l'antico palazzo e la torre dei marchesi Grappelli.
Si iscrive al conservatorio di Parigi ma non conclude gi studi: apprende essenzialmente ascoltando le prime registrazioni di Louis Armstrong e Joe Venuti.
A 15 anni inizia a suonare il pianoforte come accompagnamento per i film muti, nei clubs e nei ristoranti parigini.
A 19 anni diventa membro stabile di diverse band, si alterna tra pianoforte, violino e sasofono e incontra Django Reinhardt.
Nasce nel 1934 il Quintette du Hot Club de France.
Il gruppo acquista subito un'importanza internazionale e attraverso le proprie registrazioni si impone come il primo importante gruppo jazz non americano.
I duetti di Grappelli e Reinhardt fanno parte integrante della storia della musica.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Stéphane e Django si trovano a Londra e, nonostante il clima di persecuzione razziale nei confonti degli zingari, Django decide di ritornare a Parigi mentre Grappelli rimane e collabora attivamente con George Shearing.
Suonano insieme fino al 1948, si dividono dopo 14 anni di splendida musica insieme.
Nel 49 Stephane si trasferisce a Roma per un lungo ingaggio e una serie di incisioni.
Grappelli in questi anni subisce la forza del successo del suo più grande collega ed amico, viene associato allo stile gypsy, ma non ha ancora acquisito la notorietà che invece di lì a poco sarebbe divenuta mondiale.
Nel 66 registra Violin Summit, mettendo per la prima volta in evidenza le sue grandi capacità strumentali e solistiche.
Il suo primo concerto negli USA è del 69, registra in seguito numerosi album con il violinista classico Yehudi Menuhin e partecipa, in trio o quartetto,a tutti i principali festival mondiali, da ricordare il meraviglioso "Tribute to Django" al Kool Jazz Festival di New York nel 1984.
Tra le sue numerosissime collaborazioni si possono citare quelle con Duke Ellington, Oscar Peterson, Joe Venuti, Gary Burton e David Grisman, ma la più sorprendente è forse quella con i Pink Floyd: Grappelli appare infatti, anche se non accreditato, nel famoso album Wish You Were Here.
In tarda età visita più volte la città di Alatri e il palazzo di famiglia per riavvicinarsi alle sue origini, avrebbe voluto tenerci un concerto ma muore senza riuscire a realizzarlo.
domenica 7 febbraio 2010
09 - Duke Ellington
Edward Kennedy "Duke" Ellington (1899-1974) diretore d'orchestra, pianista e compositore, fondamentale nella storia del jazz e della musica del novecento.
A partire dalla metà degli anni dieci inizia a suonare come pianista, e pochi anni dopo forma il suo primo gruppo.
Nel 1922 si trasferisce a New York e un anno dopo ha il primo importante ingaggio con la Snowden's Novelty Orchestra in uno dei più eleganti locali di Harlem.
Il complessino di Elmer Snowden comprendeva già un primo nucleo della futura orchestra di Ellington.
Nel 1924 Ellington diviene, dopo l'allontanamento di Snowden, il band-leader del complessino che prenderà successivamente il nome di Washingtonians e rimarrà al Kentucky Club fino al 1927.
Nel 1927 Ellington ottiene un ingaggio nel locale più in vista di Harlem, il Cotton Club: è questa la svolta decisiva nella carriera di Ellington.
Sono anni fondamentali sia per la definizione dell'organico della futura orchestra sia per la formazione del repertorio.
Scrive i primi capolavori: brani in stile jungle come richiedeva la moda esotica del momento per gli spettacoli pseudo-africani del Cotton Club, molto apprezzati dai clienti bianchi del locale, come Black and Tan Fantasy, The Mooche, East St.Louis Toodle-oo e brani d'atmosfera e di carattere intimista come Black Beauty e Mood Indigo.
Il jungle come detto era molto gradito ai bianchi: i neri erano visti come creature semplici e primitive e quindi ben viste in una giungla a muoversi e ballare come animali.
Nel 39 entra in orchestra Billy Strayhorn che fino alla morte nel 1967 rimane il più fedele collaboratore, co-autore e alter ego musicale di Ellington.
Tra il 1940 e il 1943 nasce una straordinaria serie di incisioni che costituiscono uno dei vertici assoluti della musica del '900 e insieme il contributo più duraturo e generalmente riconosciuto di Ellington alla storia del jazz.
Nascono decine e decine di capolavori come Jack The Bear, Ko-Ko, Concerto For Cootie, Sepia Panorama, Cotton Tail, Harlem Air Shaft e tanti altri.
Molti dei suoi brani vanno ben oltre gli schemi del jazz dell'epoca, per lui si deve parlare di musica espressionista, e l'idea che le sue composizioni fossero delle "pitture in musica" fu un concetto più volte espresso dallo stesso Ellington, che in gioventù aveva lungamente coltivato anche la pittura.
Duke Ellington e la sua orchestra furono un binomio inscindibile per oltre 30 anni, un gruppo formato da grandi professionisti che in tanti anni riuscirono
ad integrarsi perfettamente con la sua musica.
I grandi risultati che riuscì ad ottenere furono dovuti anche a questo, la sua orchestra riusciva sempre ad interpretare al meglio le sue composizioni e a capirne i significati anche i più reconditi.
A partire dal 1943 e fino al 1948 Ellington inizia a tenere ogni anno un concerto alla Carnegie Hall, tempio della musica colta d'ispirazione europea, e in ogni concerto presenta una nuova composizione in forma di suite.
Nel 1943 presenta, per fortuna incisa integralmente (cosa che non accadrà più in studio, se non in versioni frammentarie), una composizione ispirata alla storia dell'integrazione razziale dei neri negli Stati Uniti, dal titolo Black, Brown and Beige, un capolavoro assoluto.
Nel 1950 l'orchestra entra in crisi anche per le continue uscite di elementi che tentano la carriera solista, torna sulla cresta dell'onda con l'esibizione di Newport nel 1956.
L'esibizione di Newport è famosa per il lunghissimo assolo di sax tenore di Paul Gonsalves sul brano Diminuendo and Crescendo in Blue.
In seguito la sua carriera sarà un susseguirsi di innumerevoli concerti e tour in tutto il mondo.
Registra delle suites stupende: nel 1958 Such Sweet Thunder ispirata alle opere di William Shakespeare, nel 1966 East Suite,nel 1970 la New Orleans Suite, nel 1968 il Second Sacred Concert.
I tour furono interrotti nel 1967 alla morte del suo grande amico e collaboratore Billy Strayhorn.
Duke cade in una profonda depressione interrotta solo dalla registrazione del celeberrimo album And his mother called him Bill... contenente alcuni dei più famosi brani di Strayhorn.
Un altro evento funesto per la sua orchestra sarà la morte di Johnny Hodges per un infarto.
L’ultima incisione è del 1971, muore tre anni dopo per un tumore.
Duke muore di cancro assistito dal figlio Mercer, senza sapere che pochi giorni prima era morto anche il fidato collaboratore Paul Gonsalves per overdose di eroina: Mercer Ellington infatti non ebbe il coraggio di dargli la brutta notizia.
Il jazz di Ellington è fatto di melodia, di mezze luci, di atmosfera, di comprimari di lusso che riescono a defilarsi in occasione di brani, come Solitude o come Warm Valley dove l'accompagnamento è solo un battere soffuso di contrabbassi pizzicati.
Il resto è questione di stile e il nostro Duke ne ha da vendere, passa dal tribalismo in sordina di Fleurette Africaine ai fraseggi blues di Very Special.
Potremmo continuare la discografia è vastissima e tutta di altissimo livello per un'artista oggi riconosciuto come uno dei massimi compositori del novecento.
Difficile affermare che le sue composizioni siano di jazz o di musica classica, di blues o quant'altro,la sua è musica e basta.
Non ha bisogno di definizioni, la sua musica è qualcosa di universale che tutti dovrebbero conoscere.
A partire dalla metà degli anni dieci inizia a suonare come pianista, e pochi anni dopo forma il suo primo gruppo.
Nel 1922 si trasferisce a New York e un anno dopo ha il primo importante ingaggio con la Snowden's Novelty Orchestra in uno dei più eleganti locali di Harlem.
Il complessino di Elmer Snowden comprendeva già un primo nucleo della futura orchestra di Ellington.
Nel 1924 Ellington diviene, dopo l'allontanamento di Snowden, il band-leader del complessino che prenderà successivamente il nome di Washingtonians e rimarrà al Kentucky Club fino al 1927.
Nel 1927 Ellington ottiene un ingaggio nel locale più in vista di Harlem, il Cotton Club: è questa la svolta decisiva nella carriera di Ellington.
Sono anni fondamentali sia per la definizione dell'organico della futura orchestra sia per la formazione del repertorio.
Scrive i primi capolavori: brani in stile jungle come richiedeva la moda esotica del momento per gli spettacoli pseudo-africani del Cotton Club, molto apprezzati dai clienti bianchi del locale, come Black and Tan Fantasy, The Mooche, East St.Louis Toodle-oo e brani d'atmosfera e di carattere intimista come Black Beauty e Mood Indigo.
Il jungle come detto era molto gradito ai bianchi: i neri erano visti come creature semplici e primitive e quindi ben viste in una giungla a muoversi e ballare come animali.
Nel 39 entra in orchestra Billy Strayhorn che fino alla morte nel 1967 rimane il più fedele collaboratore, co-autore e alter ego musicale di Ellington.
Tra il 1940 e il 1943 nasce una straordinaria serie di incisioni che costituiscono uno dei vertici assoluti della musica del '900 e insieme il contributo più duraturo e generalmente riconosciuto di Ellington alla storia del jazz.
Nascono decine e decine di capolavori come Jack The Bear, Ko-Ko, Concerto For Cootie, Sepia Panorama, Cotton Tail, Harlem Air Shaft e tanti altri.
Molti dei suoi brani vanno ben oltre gli schemi del jazz dell'epoca, per lui si deve parlare di musica espressionista, e l'idea che le sue composizioni fossero delle "pitture in musica" fu un concetto più volte espresso dallo stesso Ellington, che in gioventù aveva lungamente coltivato anche la pittura.
Duke Ellington e la sua orchestra furono un binomio inscindibile per oltre 30 anni, un gruppo formato da grandi professionisti che in tanti anni riuscirono
ad integrarsi perfettamente con la sua musica.
I grandi risultati che riuscì ad ottenere furono dovuti anche a questo, la sua orchestra riusciva sempre ad interpretare al meglio le sue composizioni e a capirne i significati anche i più reconditi.
A partire dal 1943 e fino al 1948 Ellington inizia a tenere ogni anno un concerto alla Carnegie Hall, tempio della musica colta d'ispirazione europea, e in ogni concerto presenta una nuova composizione in forma di suite.
Nel 1943 presenta, per fortuna incisa integralmente (cosa che non accadrà più in studio, se non in versioni frammentarie), una composizione ispirata alla storia dell'integrazione razziale dei neri negli Stati Uniti, dal titolo Black, Brown and Beige, un capolavoro assoluto.
Nel 1950 l'orchestra entra in crisi anche per le continue uscite di elementi che tentano la carriera solista, torna sulla cresta dell'onda con l'esibizione di Newport nel 1956.
L'esibizione di Newport è famosa per il lunghissimo assolo di sax tenore di Paul Gonsalves sul brano Diminuendo and Crescendo in Blue.
In seguito la sua carriera sarà un susseguirsi di innumerevoli concerti e tour in tutto il mondo.
Registra delle suites stupende: nel 1958 Such Sweet Thunder ispirata alle opere di William Shakespeare, nel 1966 East Suite,nel 1970 la New Orleans Suite, nel 1968 il Second Sacred Concert.
I tour furono interrotti nel 1967 alla morte del suo grande amico e collaboratore Billy Strayhorn.
Duke cade in una profonda depressione interrotta solo dalla registrazione del celeberrimo album And his mother called him Bill... contenente alcuni dei più famosi brani di Strayhorn.
Un altro evento funesto per la sua orchestra sarà la morte di Johnny Hodges per un infarto.
L’ultima incisione è del 1971, muore tre anni dopo per un tumore.
Duke muore di cancro assistito dal figlio Mercer, senza sapere che pochi giorni prima era morto anche il fidato collaboratore Paul Gonsalves per overdose di eroina: Mercer Ellington infatti non ebbe il coraggio di dargli la brutta notizia.
Il jazz di Ellington è fatto di melodia, di mezze luci, di atmosfera, di comprimari di lusso che riescono a defilarsi in occasione di brani, come Solitude o come Warm Valley dove l'accompagnamento è solo un battere soffuso di contrabbassi pizzicati.
Il resto è questione di stile e il nostro Duke ne ha da vendere, passa dal tribalismo in sordina di Fleurette Africaine ai fraseggi blues di Very Special.
Potremmo continuare la discografia è vastissima e tutta di altissimo livello per un'artista oggi riconosciuto come uno dei massimi compositori del novecento.
Difficile affermare che le sue composizioni siano di jazz o di musica classica, di blues o quant'altro,la sua è musica e basta.
Non ha bisogno di definizioni, la sua musica è qualcosa di universale che tutti dovrebbero conoscere.
mercoledì 3 febbraio 2010
Le Big Band e lo Swing: 06-Artie Shaw 07-Tommy Dorsey 08-Count Basie
06 - Artie Shaw
(1910-2004) sassofonista e clarinettista, compositore, direttore d’orchestra e scrittore.
In piena era dello swing, attivo con un proprio quartetto d'archi, Shaw ebbe la sua consacrazione a star musicale con una rielaborazione della popolare canzone Beguine the Beguine di Cole Porter
Il brano nel 1938, scalò le classifiche di vendita rimanendo ai primi posti per sei settimane.
Shaw per primo modifica la big band inserendo strumenti insoliti per il jazz, gli strumenti ad arco.
Il brano Interlude in B-flat, uno dei primi da lui composti, definisce quella che verrà poi chiamata the third stream, un mix molto bello fra jazz e musica classica (terreno comunque che aveva già esplorato anni prima George Gerswin con la sua Rapsodia in Blue).
Shaw è inoltre ricordato per aver impiegato come cantante stabile del suo gruppo musicale Billie Holiday, diventando così il primo direttore d'orchestra statunitense bianco ad utilizzare una vocalist di origine afro-americana.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nella Marina insieme a tutti i componenti della sua band e fu inviato nell'area del Pacifico.
Trascorse nella zona di guerra circa un anno e mezzo per portare conforto alle truppe USA con la sua musica e con spettacoli che venivano replicati fino a quattro volte al giorno.
Verso la metà degli anni 50 la sua attività come musicista subì dapprima un notevole rallentamento fino a cessare poi del tutto, l'artista scelse di abbandonare il palcoscenico per dedicarsi all'alta finanza e la scrittura (sue sono numerose fiction semi-autobiografiche ed il libro The Trouble With Cinderella).
Quando gli fu chiesto il perché, rispose che si era ritirato frustrato dal costante senso di inadeguatezza che provava come musicista.
Tra i suoi maggiori successi musicali si ricordano ancora i brani: Lady-be-good, Frenesi, Dancing in the Dark, Nightmare, Back Bay Shuffle, Accent-tchu-ate the Positive, Traffic Jam, They Say, Moonglow e Stardust.
07 - Tommy Dorsey
(1905-1956) direttore d'orchestra e trombonista dal suono preciso e molto melodioso, specialmente negli acuti, che resero molto riconoscibili e apprezzate le sue incisioni.
Insieme al fratello maggiore Jimmy (virtuoso del sax e del clarinetto) Tommy fonda la band Dorsey's Novelty Six - Wilde Canaries che ebbe successo negli anni 20 (poi diventerà Dorsey Brothers Orchestra).
Nel 29 hanno molto successo con il brano Let's Do It (Let's Fall in Love) con Bing Crosby come cantante solista.
In questo periodo, forma anche un gruppo musicale che lo accompagnerà per molti anni durante la sua carriera musicale la Tommy Dorsey and his Clambake Seven, tra i quali spicca Jo Stafford.
Tommy Dorsey durante la sua carriera ha collaborato con Paul Whiteman, Louis Armstrong, Art Tatum e Benny Goodman.
Negli anni 30 le strade dei due fratelli si separano e Tommy fonda la propria orchestra mentre il fratello Jimmy continua con la vecchia band.
La nuova formazione avrà vari componenti e cantanti, fra cui anche il giovane Frank Sinatra: si dice che Sinatra abbia perfezionato il controllo del respiro osservando e imparando dagli insegnamenti di Dorsey mentre suonava il trombone.
Fra il 35 e il 45 è spesso ai primi posti nelle top ten delle radio statunitensi.
Nel 45 esce un album di grande successo intitolato Getting Sentimental dove Tommy suona con maestria una ballad divenuta un classico I’m Getting Sentimental Over You.
Tommy Dorsey fu anche un grande arrangiatore, scrisse numerosi successi come Song of India nel 37, Boogie Woogie nel 40 e molti altri che furono ai primi posti delle classifiche americane.
In tutta la sua carriera attiva, Dorsey ha venduto oltre 235 milioni di dischi.
Fu un vero pioniere nell'uso del trombone nel jazz: inventò la tecnica del "suono legato", ossia riusciva a prendere talmente tanto fiato da poter eseguire assoli lunghissimi e ininterrotti senza mai staccare il suono.
Nel 53 i fratelli Dorsey si riuniscono definitivamente nell'orchestra di Tommy e dal 55 al 56 insieme ad Elvis Presley sono in un famoso show televisivo della CBS.
Muore nel 1956 per attacco cardiaco (l’anno dopo morirà anche il fratello Jimmy per un cancro).
08 - Count Basie
(1904-1984) William Basie pianista e direttore d’orchestra.
Nel 1927 inizia come pianista di fulm muti.
Dopo aver partecipato a diversi gruppi nel 1935 forma una sua band, prendendo il nome di Count, sull’esempio di Duke Ellimgton.
Nel giro di un anno ottiene un contratto discografico e la sua Count Basie Orchestra diventa una delle più importanti dell’era dello swing.
Dopo tanti grandi successi nel 1950 la scioglie per ricostituirla nel 1952 e per diventare così un punto di riferimento del jazz e una scuola per giovani musicisti, fra gli altri Lester Young, Herschel Evans, Buck Clayton e Stan Getz.
Basie è stato anche una palestra per tanti artisti, fra gli altri: Jimmy Rushing alla fine degli anni 30, Joe Williams nel 1957 incide l'album One O'Clock Jump e nel 1956 Count Basie Swings, Joe Williams Sings, con Every Day (I Have the Blues) che diventa un grande successo.
Nel 1959 con Billy Eckstine l'album Basie-Eckstine Inc.
Nel 1963 con Ella Fitzgerald un album memorabile Ella and Basie!
Nel 1962 con Frank Sinatra incide Sinatra-Basie, nel 1964 It Might as Well Be Swing.
Incide poi con Tony Bennet, Sammy Davis Jr.,Bing Crosby e Sarah Vaugham.
Alla fine degli anni ’60 torna al jazz e nel 1970 incide Afrique un disco sperimentale e d'avanguardia.
In questo periodo registra con Dizzy Gillespie degli album molto belli Basie Jam, Basie and Zoot, Prime Time e The Gifted Ones.
Nel 1976 un attacco cardiaco gli blocca la carriera per diverso tempo, tanto che gli ultimi spettacoli lo vedono seduto su una sedia a rotelle.
Muore nel 1984 per un tumore.
(1910-2004) sassofonista e clarinettista, compositore, direttore d’orchestra e scrittore.
In piena era dello swing, attivo con un proprio quartetto d'archi, Shaw ebbe la sua consacrazione a star musicale con una rielaborazione della popolare canzone Beguine the Beguine di Cole Porter
Il brano nel 1938, scalò le classifiche di vendita rimanendo ai primi posti per sei settimane.
Shaw per primo modifica la big band inserendo strumenti insoliti per il jazz, gli strumenti ad arco.
Il brano Interlude in B-flat, uno dei primi da lui composti, definisce quella che verrà poi chiamata the third stream, un mix molto bello fra jazz e musica classica (terreno comunque che aveva già esplorato anni prima George Gerswin con la sua Rapsodia in Blue).
Shaw è inoltre ricordato per aver impiegato come cantante stabile del suo gruppo musicale Billie Holiday, diventando così il primo direttore d'orchestra statunitense bianco ad utilizzare una vocalist di origine afro-americana.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nella Marina insieme a tutti i componenti della sua band e fu inviato nell'area del Pacifico.
Trascorse nella zona di guerra circa un anno e mezzo per portare conforto alle truppe USA con la sua musica e con spettacoli che venivano replicati fino a quattro volte al giorno.
Verso la metà degli anni 50 la sua attività come musicista subì dapprima un notevole rallentamento fino a cessare poi del tutto, l'artista scelse di abbandonare il palcoscenico per dedicarsi all'alta finanza e la scrittura (sue sono numerose fiction semi-autobiografiche ed il libro The Trouble With Cinderella).
Quando gli fu chiesto il perché, rispose che si era ritirato frustrato dal costante senso di inadeguatezza che provava come musicista.
Tra i suoi maggiori successi musicali si ricordano ancora i brani: Lady-be-good, Frenesi, Dancing in the Dark, Nightmare, Back Bay Shuffle, Accent-tchu-ate the Positive, Traffic Jam, They Say, Moonglow e Stardust.
07 - Tommy Dorsey
(1905-1956) direttore d'orchestra e trombonista dal suono preciso e molto melodioso, specialmente negli acuti, che resero molto riconoscibili e apprezzate le sue incisioni.
Insieme al fratello maggiore Jimmy (virtuoso del sax e del clarinetto) Tommy fonda la band Dorsey's Novelty Six - Wilde Canaries che ebbe successo negli anni 20 (poi diventerà Dorsey Brothers Orchestra).
Nel 29 hanno molto successo con il brano Let's Do It (Let's Fall in Love) con Bing Crosby come cantante solista.
In questo periodo, forma anche un gruppo musicale che lo accompagnerà per molti anni durante la sua carriera musicale la Tommy Dorsey and his Clambake Seven, tra i quali spicca Jo Stafford.
Tommy Dorsey durante la sua carriera ha collaborato con Paul Whiteman, Louis Armstrong, Art Tatum e Benny Goodman.
Negli anni 30 le strade dei due fratelli si separano e Tommy fonda la propria orchestra mentre il fratello Jimmy continua con la vecchia band.
La nuova formazione avrà vari componenti e cantanti, fra cui anche il giovane Frank Sinatra: si dice che Sinatra abbia perfezionato il controllo del respiro osservando e imparando dagli insegnamenti di Dorsey mentre suonava il trombone.
Fra il 35 e il 45 è spesso ai primi posti nelle top ten delle radio statunitensi.
Nel 45 esce un album di grande successo intitolato Getting Sentimental dove Tommy suona con maestria una ballad divenuta un classico I’m Getting Sentimental Over You.
Tommy Dorsey fu anche un grande arrangiatore, scrisse numerosi successi come Song of India nel 37, Boogie Woogie nel 40 e molti altri che furono ai primi posti delle classifiche americane.
In tutta la sua carriera attiva, Dorsey ha venduto oltre 235 milioni di dischi.
Fu un vero pioniere nell'uso del trombone nel jazz: inventò la tecnica del "suono legato", ossia riusciva a prendere talmente tanto fiato da poter eseguire assoli lunghissimi e ininterrotti senza mai staccare il suono.
Nel 53 i fratelli Dorsey si riuniscono definitivamente nell'orchestra di Tommy e dal 55 al 56 insieme ad Elvis Presley sono in un famoso show televisivo della CBS.
Muore nel 1956 per attacco cardiaco (l’anno dopo morirà anche il fratello Jimmy per un cancro).
08 - Count Basie
(1904-1984) William Basie pianista e direttore d’orchestra.
Nel 1927 inizia come pianista di fulm muti.
Dopo aver partecipato a diversi gruppi nel 1935 forma una sua band, prendendo il nome di Count, sull’esempio di Duke Ellimgton.
Nel giro di un anno ottiene un contratto discografico e la sua Count Basie Orchestra diventa una delle più importanti dell’era dello swing.
Dopo tanti grandi successi nel 1950 la scioglie per ricostituirla nel 1952 e per diventare così un punto di riferimento del jazz e una scuola per giovani musicisti, fra gli altri Lester Young, Herschel Evans, Buck Clayton e Stan Getz.
Basie è stato anche una palestra per tanti artisti, fra gli altri: Jimmy Rushing alla fine degli anni 30, Joe Williams nel 1957 incide l'album One O'Clock Jump e nel 1956 Count Basie Swings, Joe Williams Sings, con Every Day (I Have the Blues) che diventa un grande successo.
Nel 1959 con Billy Eckstine l'album Basie-Eckstine Inc.
Nel 1963 con Ella Fitzgerald un album memorabile Ella and Basie!
Nel 1962 con Frank Sinatra incide Sinatra-Basie, nel 1964 It Might as Well Be Swing.
Incide poi con Tony Bennet, Sammy Davis Jr.,Bing Crosby e Sarah Vaugham.
Alla fine degli anni ’60 torna al jazz e nel 1970 incide Afrique un disco sperimentale e d'avanguardia.
In questo periodo registra con Dizzy Gillespie degli album molto belli Basie Jam, Basie and Zoot, Prime Time e The Gifted Ones.
Nel 1976 un attacco cardiaco gli blocca la carriera per diverso tempo, tanto che gli ultimi spettacoli lo vedono seduto su una sedia a rotelle.
Muore nel 1984 per un tumore.
Etichette:
artie shaw,
count basie,
tommy dorsey
Iscriviti a:
Post (Atom)