domenica 28 marzo 2010
23 - Sonny Rollins
Theodore Walter Rollins nasce nel 1930, sassofonista, uno dei più capiscuola dell'hard bop.
Inizia a suonare da bambino prima il sassofono contralto per passare definitivamente al sax tenore nel 1946, quando entra nel suo primo gruppo gli Harlem Rollin'.
Grande perfezionista studia attentamente gli idoli del sassofono degli anni 40, da Coleman Hawkins,a Lester Young,a Charlie Parker, ne prende spunto, ne sintetizza gli stili fino a formarne uno suo assolutamente innovativo.
Nel 1949 ha raggiunto un notevole livello di perfezione, suona con Bud Powell, Fats Navarro e J.J. Johnson.
Nei primi anni '50 suona con gli artisti suoi coetanei che scriveranno con lui la storia di questa musica, suona con Miles Davis, con cui si troverà spesso nel corso degli anni, e con Thelonius Monk.
La sua bravura diventa leggendaria, bravura ottenuta non solo da un talento innato, ma soprattutto da uno studio che non si è mai fermato e che anzi negli anni lo porterà a fermarsi, a prendersi dei periodi sabbatici dedicati allo studio, alla riflessione, alla filosofia orientale.
Memorabili le sue esercitazioni notturne sul famoso ponte dell'Est River, il Williamsburg Bridge, o altrettanto famose le sue esibizioni al Museo di Arte Moderna di New York dove suonava da solo tenendo delle vere e proprie lezioni di musica.
Nel 1954 registra con Miles Davis l'album Bags' Groove dove suona in brani come Oleo, Doxy e Aireign, nel 1956 con Thelonius Monk registra Brilliant Corners.
Sono i primi suoi lavori come solista che dimostrano lo straordinario livello di perfezione raggiunta sia conme strumentista che come compositore.
Nel 1955 entra nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach.
Iniziano una serie memorabili d'incisioni che lo poiettano nel firmamento del jazz come il miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker.
Nel 1956 registra uno splendido album entrato nella storia Saxophone Colussus e nello stesso anno lo splendido Tenor Madness dove in un brano suona con John Coltrane.
Nel 1958 un altro capolavoro Freedom Suite.
Nel 1959, già all'apice della carriera, si prende due anni di riposo per studiare il rapporto fra improvvisazione e struttura, ricomincia a studiare lo strumento dalle basi teoriche.
E' in questi due anni che per evitare le proteste dei vicini si esercita sul ponte dell'East River, qui spesso lo raggiungeva Steve Lacy che con il suo sax soprano era anche lui in una fase di studio e di riflessione.
Ritorna sulle scene ed inizia a suonare con due sideman di Ornette Coleman, il trombettista Don Cherry e il batterista Billy Higgins, incide con loro sei album, il più bello è The Bridge del 1962, così intitolato a ricordo delle mitiche sedute al Williamsburg Bridge.
Si ritira nuovamente dal 1969 al 1971, ritorna ma inizia a suonare con giovani band un jazz molto commerciale, quasi fusion.
E' un periodo che non è stato mai compreso fino in fondo, pubblica ben 18 album, di cui 5 live, di qualità molto scarsa e certamente non all'altezza della sua carriera e della sua arte.
Nel 1985 incide The Solo Album e nel 2000 vince il Grammy Award per This Is What I Do.
Negli ultimi anni è tornato al suo jazz,ha ripreso a fare concerti, dimostrando che anche da over 70 rimane il numero uno dello strumento principe del jazz.
Ha ripreso alla grande, è tornato a fare musica e nello spirito più puro del jazz, elaborando i suo brani e la sua musica, trasformandola, con quella improvvisazione, basilare per questa musica, e di cui rimane un grande maestro.
Nel 2007 è uscito il suo ultimo album da studio Sonny Please, un disco molto bello, dal suono classico, dove suona con un quintetto pianoless 7 brani di cui 4 originali da lui composti e 3 cover tutte ballads.
Un album registrato quando aveva 76 anni, e dove suona con la stessa energia e con la stessa passione, a livelli che può permettersi solo un grande uomo e un grande musicista.
Inizia a suonare da bambino prima il sassofono contralto per passare definitivamente al sax tenore nel 1946, quando entra nel suo primo gruppo gli Harlem Rollin'.
Grande perfezionista studia attentamente gli idoli del sassofono degli anni 40, da Coleman Hawkins,a Lester Young,a Charlie Parker, ne prende spunto, ne sintetizza gli stili fino a formarne uno suo assolutamente innovativo.
Nel 1949 ha raggiunto un notevole livello di perfezione, suona con Bud Powell, Fats Navarro e J.J. Johnson.
Nei primi anni '50 suona con gli artisti suoi coetanei che scriveranno con lui la storia di questa musica, suona con Miles Davis, con cui si troverà spesso nel corso degli anni, e con Thelonius Monk.
La sua bravura diventa leggendaria, bravura ottenuta non solo da un talento innato, ma soprattutto da uno studio che non si è mai fermato e che anzi negli anni lo porterà a fermarsi, a prendersi dei periodi sabbatici dedicati allo studio, alla riflessione, alla filosofia orientale.
Memorabili le sue esercitazioni notturne sul famoso ponte dell'Est River, il Williamsburg Bridge, o altrettanto famose le sue esibizioni al Museo di Arte Moderna di New York dove suonava da solo tenendo delle vere e proprie lezioni di musica.
Nel 1954 registra con Miles Davis l'album Bags' Groove dove suona in brani come Oleo, Doxy e Aireign, nel 1956 con Thelonius Monk registra Brilliant Corners.
Sono i primi suoi lavori come solista che dimostrano lo straordinario livello di perfezione raggiunta sia conme strumentista che come compositore.
Nel 1955 entra nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach.
Iniziano una serie memorabili d'incisioni che lo poiettano nel firmamento del jazz come il miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker.
Nel 1956 registra uno splendido album entrato nella storia Saxophone Colussus e nello stesso anno lo splendido Tenor Madness dove in un brano suona con John Coltrane.
Nel 1958 un altro capolavoro Freedom Suite.
Nel 1959, già all'apice della carriera, si prende due anni di riposo per studiare il rapporto fra improvvisazione e struttura, ricomincia a studiare lo strumento dalle basi teoriche.
E' in questi due anni che per evitare le proteste dei vicini si esercita sul ponte dell'East River, qui spesso lo raggiungeva Steve Lacy che con il suo sax soprano era anche lui in una fase di studio e di riflessione.
Ritorna sulle scene ed inizia a suonare con due sideman di Ornette Coleman, il trombettista Don Cherry e il batterista Billy Higgins, incide con loro sei album, il più bello è The Bridge del 1962, così intitolato a ricordo delle mitiche sedute al Williamsburg Bridge.
Si ritira nuovamente dal 1969 al 1971, ritorna ma inizia a suonare con giovani band un jazz molto commerciale, quasi fusion.
E' un periodo che non è stato mai compreso fino in fondo, pubblica ben 18 album, di cui 5 live, di qualità molto scarsa e certamente non all'altezza della sua carriera e della sua arte.
Nel 1985 incide The Solo Album e nel 2000 vince il Grammy Award per This Is What I Do.
Negli ultimi anni è tornato al suo jazz,ha ripreso a fare concerti, dimostrando che anche da over 70 rimane il numero uno dello strumento principe del jazz.
Ha ripreso alla grande, è tornato a fare musica e nello spirito più puro del jazz, elaborando i suo brani e la sua musica, trasformandola, con quella improvvisazione, basilare per questa musica, e di cui rimane un grande maestro.
Nel 2007 è uscito il suo ultimo album da studio Sonny Please, un disco molto bello, dal suono classico, dove suona con un quintetto pianoless 7 brani di cui 4 originali da lui composti e 3 cover tutte ballads.
Un album registrato quando aveva 76 anni, e dove suona con la stessa energia e con la stessa passione, a livelli che può permettersi solo un grande uomo e un grande musicista.
mercoledì 24 marzo 2010
22 - Eric Dolphy
(1928-1964) polistrumentista, un genio della musica dotato di un talento smisurato,virtuoso del sax alto, flauto, ottavino,clarinetto e clarinetto basso.
Un uomo dal carattere difficile, un grande artista, e purtroppo come tanti nel jazz, sempre condizionato dal consumo di eroina.
Una vita piena di difficoltà, divisa fra alcool e droga, un copione già descritto per altri grandi artisti, una carriera breve ma importante per la musica moderna.
Una vita molto simite a quella di John Coltrane, coetanei, muoiono con pochi anni di differenza, con la stessa tragica fatalità.
Ma l'impatto di Dolphy non ha avuto la stessa influenza, mentre Coltrane sconvolge ma viene subito riconosciuto come un maestro, Dolphy non viene accettato dai puristi e dai critici, la sua musica sembra un ibrido fra jazz e musica da camera, difficile da inquadrare in uno stile ben preciso.
La critica non ha mai considerato i suoi lavori come parte integrante della musica afro americana.
Oggi viene riconsiderato e una rilettura attenta riesce a capire le caratteristiche di questo straordinario polistrumentista capace di mettere la sua firma su ogni nota, un musicista completo come pochi altri.
Non è accidentale la sua affinità con personaggi come Charles Mingus, altro grande artista dalle caratteristiche inimitabili o il John Coltrane alla continua ricerca di nuove sperimentazioni.
Inizia a suonare molto giovane, entra nelle Bebop Big Band di Gerald Wilson e
Roy Porter, nelle prime incisioni suona il clarinetto soprano e il sassofono baritono.
Collabora con il Chico Hamilton Quintet con il quale incide due splendidi albums Newport Jazz Festival e The Original Ellington Suite.
Fondamentale è l'incontro con Charles Mingus, con il quale nasce una vera simbiosi, due geni che si comprendono perfettamente.
Nascono albums che hanno fatto la storia di questa musica:Mingus at Antibes, Charles Mingus presents Charles Mingus, The Great Concert, Mingus Mingus Mingus Mingus.
E' stato anche un ottimo sideman, molto richiesto per le sue grandi doti di solista: con Max Roach incide Percussion Bitter Sweet, con John Lewis Wonderful World of Jazz, con Oliver Nelson tre albums More Blues and the Abstract Truth, Screamin' the Blues e Straight Ahead, con John Coltrane lo splendido Olè.
Come leader inizia ad incidere nel 1959 per la Prestige Recods e fino al 1961 registra 13 albums, tutti molto belli e curati.
I primi lavori sono Outward Bound e Out There.
Nel primo suona con Freddie Hubbard alla tromba, nel secondo con Ron Carter al violoncello.
Dolphy, come farà sempre nelle sue registrazioni,suona il clarinetto basso, il clarinetto, il flauto e il sassofono.
In Far Cry suona con Booker Little, un trombettista che aveva conosciuto tramite Max Roach e Coltrane.
Booker, dotato di una notevole tecnica, suona per solo 4 anni, muore a 23 anni per uremia.
Il suo stile molto particolare al limite dell'hard bop ha contribuito alla nascita del modale.
Il modale nasce in quegli anni e si basa sul libro di teoria musicale di George Russel.
La nascita discografica viene normalmente identificata con Kind of Blue che Miles Davis pubblica nel 1959.
Altri lavori importanti per comprendere il movimento sono due albums di John Coltrane My Favourite Things del 1960 e Impressions del 1963.
Nel 1963 Dolphy incide Iron Man e Conversatios con al piano un giovane Herbie Hancock.
Il suo capolavoro è Out of Lunch del 1964, considerato uno dei più grandi album del jazz anni 60.
In Out of Lunch,inciso per le Blue Note, suona con Freddie Hubbard, Bobby Hutcherson, Richard Davis e Tony Williams.
Dopo la registrazione parte per un tour europeo con l'amico Charles Mingus, insieme registrano dei live stupendi condensati nel celeberrimo album The Great Concert of Charles Mingus.
Non torna in America, rimane in Europa dove registra un ottimo Last Date con Misha Mengelberg e Han Bennink.
E' il suo ultimo lavoro, nello stesso anno, è il 1964, cade in coma diabetico mentre era in albergo a Berlino.
La malattia che lo uccide non viene diagnosticata,i medici credettero di trovarsi di fronte ad un classico caso di overdose da parte di un musicista nero.
Muore così a 36 anni appena compiuti un artista che ha lasciato una grande impronta nello sviluppo e nell'evoluzione di questa musica.
Un artista non compreso, un polistrumentista eccezionale.
Una dedica postuma ad Eric Dolphy arriva da Frank Zappa nel 1970 con The Eric Dolphy Memorial Barbecue, un brano free jazz pubblicato nell'album Weasels Ripped My Flesh.
Un uomo dal carattere difficile, un grande artista, e purtroppo come tanti nel jazz, sempre condizionato dal consumo di eroina.
Una vita piena di difficoltà, divisa fra alcool e droga, un copione già descritto per altri grandi artisti, una carriera breve ma importante per la musica moderna.
Una vita molto simite a quella di John Coltrane, coetanei, muoiono con pochi anni di differenza, con la stessa tragica fatalità.
Ma l'impatto di Dolphy non ha avuto la stessa influenza, mentre Coltrane sconvolge ma viene subito riconosciuto come un maestro, Dolphy non viene accettato dai puristi e dai critici, la sua musica sembra un ibrido fra jazz e musica da camera, difficile da inquadrare in uno stile ben preciso.
La critica non ha mai considerato i suoi lavori come parte integrante della musica afro americana.
Oggi viene riconsiderato e una rilettura attenta riesce a capire le caratteristiche di questo straordinario polistrumentista capace di mettere la sua firma su ogni nota, un musicista completo come pochi altri.
Non è accidentale la sua affinità con personaggi come Charles Mingus, altro grande artista dalle caratteristiche inimitabili o il John Coltrane alla continua ricerca di nuove sperimentazioni.
Inizia a suonare molto giovane, entra nelle Bebop Big Band di Gerald Wilson e
Roy Porter, nelle prime incisioni suona il clarinetto soprano e il sassofono baritono.
Collabora con il Chico Hamilton Quintet con il quale incide due splendidi albums Newport Jazz Festival e The Original Ellington Suite.
Fondamentale è l'incontro con Charles Mingus, con il quale nasce una vera simbiosi, due geni che si comprendono perfettamente.
Nascono albums che hanno fatto la storia di questa musica:Mingus at Antibes, Charles Mingus presents Charles Mingus, The Great Concert, Mingus Mingus Mingus Mingus.
E' stato anche un ottimo sideman, molto richiesto per le sue grandi doti di solista: con Max Roach incide Percussion Bitter Sweet, con John Lewis Wonderful World of Jazz, con Oliver Nelson tre albums More Blues and the Abstract Truth, Screamin' the Blues e Straight Ahead, con John Coltrane lo splendido Olè.
Come leader inizia ad incidere nel 1959 per la Prestige Recods e fino al 1961 registra 13 albums, tutti molto belli e curati.
I primi lavori sono Outward Bound e Out There.
Nel primo suona con Freddie Hubbard alla tromba, nel secondo con Ron Carter al violoncello.
Dolphy, come farà sempre nelle sue registrazioni,suona il clarinetto basso, il clarinetto, il flauto e il sassofono.
In Far Cry suona con Booker Little, un trombettista che aveva conosciuto tramite Max Roach e Coltrane.
Booker, dotato di una notevole tecnica, suona per solo 4 anni, muore a 23 anni per uremia.
Il suo stile molto particolare al limite dell'hard bop ha contribuito alla nascita del modale.
Il modale nasce in quegli anni e si basa sul libro di teoria musicale di George Russel.
La nascita discografica viene normalmente identificata con Kind of Blue che Miles Davis pubblica nel 1959.
Altri lavori importanti per comprendere il movimento sono due albums di John Coltrane My Favourite Things del 1960 e Impressions del 1963.
Nel 1963 Dolphy incide Iron Man e Conversatios con al piano un giovane Herbie Hancock.
Il suo capolavoro è Out of Lunch del 1964, considerato uno dei più grandi album del jazz anni 60.
In Out of Lunch,inciso per le Blue Note, suona con Freddie Hubbard, Bobby Hutcherson, Richard Davis e Tony Williams.
Dopo la registrazione parte per un tour europeo con l'amico Charles Mingus, insieme registrano dei live stupendi condensati nel celeberrimo album The Great Concert of Charles Mingus.
Non torna in America, rimane in Europa dove registra un ottimo Last Date con Misha Mengelberg e Han Bennink.
E' il suo ultimo lavoro, nello stesso anno, è il 1964, cade in coma diabetico mentre era in albergo a Berlino.
La malattia che lo uccide non viene diagnosticata,i medici credettero di trovarsi di fronte ad un classico caso di overdose da parte di un musicista nero.
Muore così a 36 anni appena compiuti un artista che ha lasciato una grande impronta nello sviluppo e nell'evoluzione di questa musica.
Un artista non compreso, un polistrumentista eccezionale.
Una dedica postuma ad Eric Dolphy arriva da Frank Zappa nel 1970 con The Eric Dolphy Memorial Barbecue, un brano free jazz pubblicato nell'album Weasels Ripped My Flesh.
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sabato 20 marzo 2010
21 - Charles Mingus
(1922-1979) virtuoso del contrabbasso, compositore di enorme portata, stupendo pianista,personaggio chiave della musica contemporanea.
Inizia molto giovane e muove i primi passi come artista nell’ambito della musica sacra nera.
Ascolta spirituals, gospel e blues, ma soprattutto segue Duke Ellinngton che eserciterà su di lui una profonda influenza e che sarà sempre da esempio per le sue composizioni.
Meticcio, soffre moltissimo gli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti sia da parte dei bianchi che da parte dei neri, diventa la sua ossessione, vuole primeggiare ad ogni costo, si mette a studiare in modo forsennato.
Genio pazzo e arrabiato,studia composizione, prende lezioni di trombone e violoncello per passare poi al contrabbasso.
Dopo il contrabasso, di cui diventa un autentico virtuoso, inizia a studiare pianoforte e diventa anche uno stupendo pianista.
Negli anni 40 suona con band importanti e collabora con artisti del calibro di Louis Armstrong e Dinah Washington.
Nel 1947 entra nell'orchestra di Lionel Hampton ma è già leader di propri gruppi ed ha già fatto le sue prime composizioni.
Si trasferisce a New York nel periodo del bebop e incomincia a suonare con Charlie Parker, Miles Davis, Bud Powell ma soprattutto con sua grande felicità con il suo mito Duke Ellington.
Forma un trio con Red Norvo al vibrafono e Tal Farlow alla chitarra e suona un cool bop da camera molto particolare.
Nel 1952 fonda insieme a Max Roach la Debut Records, etichetta indipendente dall'esistenza difficile che ha come obiettivo la diffusione del classic jazz.
Nel 1953 partecipa a Toronto a un concerto storico con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell e Max Roach, in quello che sarà considerato il canto del cigno del bop.
Nel 55 registra con la sua etichetta il famoso album Mingus at the Bohemia in collaborazione con lo stesso Roach, mentre nel 1956 esce Pithecanthropus Erectus, prezioso lavoro dove riesce a coniugare il jazz vecchia scuola con l'ormai dilagante free jazz.
In questa fase della sua vita artistica, Mingus collabora con musicisti dotati di singolare genialità e talento come Roland Kirk, Horace Parlan, Mal Waldron ma soprattutto con il grande polistrumentista Eric Dolphy.
E proprio con Dolphy nasce una perfetta sintonia, le loro differenti ed estreme personalità artistiche diventano complementari, due artisti vulcanici e virtuosi, difficili e dotati di una tecnica straordinaria, hanno dato alla luce album destinati a scrivere la storia del jazz come Charles Mingus Presents Charles Mingus del 1960 e The Great Concert of Charles Mingus del 1964.
Nel 1963 registra il suo capolavoro The Black Saint and the Sinner Lady.
Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni sia discografiche che in concerto si chiude in modo emblematico con la tournée in Europa dell'aprile 1964.
Per l'occasione raduna un sestetto formidabile, anche se forse non perfettamente amalgamato: alla sezione ritmica,oltre a Mingus, Richmond e Byard, ai fiati Dolphy, al sassofono tenore Clifford Jordan e alla tromba Johnny Coles.
I concerti sono documentati dal famoso triplo album The Great Concert of Charles Mingus, di cui abbiamo già parlato.
Il tour è condizionato dalle intemperanze di Mingus, costellato di incidenti che culminano nel ricovero d'urgenza in ospedale di Coles, dall'uso della droga, da due geni pazzi e arrabiati come Mingus e Dolphy.
Quando la band fa ritorno negli USA, Dolphy non è con loro, rimane e forma un suo gruppo con il pianista Misha Mengelberg, il bassista Jacques Schols e il batterista Han Bennink .
Il 28 giugno del 1964 Dolphy massacrato dall'uso dell'eroina viene colto da un attacco di iperglicemia diabetica a Berlino, cade in coma e il giorno dopo muore. Una settimana prima aveva compiuto 36 anni.
La morte di Dolphy è come un macigno, Mingus cade in una profonda crisi, comincia per lui un periodo molto buio, economicamente precario, in conflitto con le case discografiche, non riesce più a suonare.
Il problema più grave diventa però la sua instabilità psichica e l'abuso di psicofarmaci che lo riducono in uno stato di perenne incoscienza.
Nel 1971 pubblica la sua biografia, Peggio di un Bastardo e pubblica un nuovo ottimo album Let My Children Hear Music.
Riprende a lavorare con rinnovata fiducia e,nonostante le difficoltà,compone altri due validi lavori come Changes One e Changes Two e lavora alla colonna sonora del film Todo Modo.
Nel 1977 gli viene diagnosticato il morbo di Lou Gehrig,una grave forma di sclerosi.
Inizia a lavorare con Joni Mitchell, gli affida alcune sue composizioni perchè lei ne scriva i testi, ma non riesce a vederne la conclusione, muore nel 1979 per un infarto e le sue ceneri vengono sparse sul Gange.
L'ultimo suo album Mingus verrà pubblicato postumo dalla Mitchell.
Inizia molto giovane e muove i primi passi come artista nell’ambito della musica sacra nera.
Ascolta spirituals, gospel e blues, ma soprattutto segue Duke Ellinngton che eserciterà su di lui una profonda influenza e che sarà sempre da esempio per le sue composizioni.
Meticcio, soffre moltissimo gli atteggiamenti di razzismo nei suoi confronti sia da parte dei bianchi che da parte dei neri, diventa la sua ossessione, vuole primeggiare ad ogni costo, si mette a studiare in modo forsennato.
Genio pazzo e arrabiato,studia composizione, prende lezioni di trombone e violoncello per passare poi al contrabbasso.
Dopo il contrabasso, di cui diventa un autentico virtuoso, inizia a studiare pianoforte e diventa anche uno stupendo pianista.
Negli anni 40 suona con band importanti e collabora con artisti del calibro di Louis Armstrong e Dinah Washington.
Nel 1947 entra nell'orchestra di Lionel Hampton ma è già leader di propri gruppi ed ha già fatto le sue prime composizioni.
Si trasferisce a New York nel periodo del bebop e incomincia a suonare con Charlie Parker, Miles Davis, Bud Powell ma soprattutto con sua grande felicità con il suo mito Duke Ellington.
Forma un trio con Red Norvo al vibrafono e Tal Farlow alla chitarra e suona un cool bop da camera molto particolare.
Nel 1952 fonda insieme a Max Roach la Debut Records, etichetta indipendente dall'esistenza difficile che ha come obiettivo la diffusione del classic jazz.
Nel 1953 partecipa a Toronto a un concerto storico con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell e Max Roach, in quello che sarà considerato il canto del cigno del bop.
Nel 55 registra con la sua etichetta il famoso album Mingus at the Bohemia in collaborazione con lo stesso Roach, mentre nel 1956 esce Pithecanthropus Erectus, prezioso lavoro dove riesce a coniugare il jazz vecchia scuola con l'ormai dilagante free jazz.
In questa fase della sua vita artistica, Mingus collabora con musicisti dotati di singolare genialità e talento come Roland Kirk, Horace Parlan, Mal Waldron ma soprattutto con il grande polistrumentista Eric Dolphy.
E proprio con Dolphy nasce una perfetta sintonia, le loro differenti ed estreme personalità artistiche diventano complementari, due artisti vulcanici e virtuosi, difficili e dotati di una tecnica straordinaria, hanno dato alla luce album destinati a scrivere la storia del jazz come Charles Mingus Presents Charles Mingus del 1960 e The Great Concert of Charles Mingus del 1964.
Nel 1963 registra il suo capolavoro The Black Saint and the Sinner Lady.
Il periodo più creativo di Mingus, ricco di composizioni e di sperimentazioni sia discografiche che in concerto si chiude in modo emblematico con la tournée in Europa dell'aprile 1964.
Per l'occasione raduna un sestetto formidabile, anche se forse non perfettamente amalgamato: alla sezione ritmica,oltre a Mingus, Richmond e Byard, ai fiati Dolphy, al sassofono tenore Clifford Jordan e alla tromba Johnny Coles.
I concerti sono documentati dal famoso triplo album The Great Concert of Charles Mingus, di cui abbiamo già parlato.
Il tour è condizionato dalle intemperanze di Mingus, costellato di incidenti che culminano nel ricovero d'urgenza in ospedale di Coles, dall'uso della droga, da due geni pazzi e arrabiati come Mingus e Dolphy.
Quando la band fa ritorno negli USA, Dolphy non è con loro, rimane e forma un suo gruppo con il pianista Misha Mengelberg, il bassista Jacques Schols e il batterista Han Bennink .
Il 28 giugno del 1964 Dolphy massacrato dall'uso dell'eroina viene colto da un attacco di iperglicemia diabetica a Berlino, cade in coma e il giorno dopo muore. Una settimana prima aveva compiuto 36 anni.
La morte di Dolphy è come un macigno, Mingus cade in una profonda crisi, comincia per lui un periodo molto buio, economicamente precario, in conflitto con le case discografiche, non riesce più a suonare.
Il problema più grave diventa però la sua instabilità psichica e l'abuso di psicofarmaci che lo riducono in uno stato di perenne incoscienza.
Nel 1971 pubblica la sua biografia, Peggio di un Bastardo e pubblica un nuovo ottimo album Let My Children Hear Music.
Riprende a lavorare con rinnovata fiducia e,nonostante le difficoltà,compone altri due validi lavori come Changes One e Changes Two e lavora alla colonna sonora del film Todo Modo.
Nel 1977 gli viene diagnosticato il morbo di Lou Gehrig,una grave forma di sclerosi.
Inizia a lavorare con Joni Mitchell, gli affida alcune sue composizioni perchè lei ne scriva i testi, ma non riesce a vederne la conclusione, muore nel 1979 per un infarto e le sue ceneri vengono sparse sul Gange.
L'ultimo suo album Mingus verrà pubblicato postumo dalla Mitchell.
domenica 14 marzo 2010
20 - John Coltrane
John William Coltrane (1926-1967) sassofonista.
Trane è stato uno dei più importanti innovatori degli anni 60 ponendosi come cerniera tra la poetica de bebop e la rivoluzione del free jazz.
Il passaggio breve ma intenso di questo grande musicista ha marcato un profondo divario tra la musica degli anni 50 e quella degli anni seguenti: in appena un secolo di storia, il jazz si è trasformato da musica popolare in musica colta.
Un passaggio,come detto più volte, non voluto nè cercato, ma conseguenza di un pubblico diverso, di un mercato discografico che spinge solo al profitto, di una musica che non ha più artisti veri, ma solo repliche ben confezionate dall'industria.
La musica dagli anni 80 ad oggi non ha più il genio, il talento vero che suona da bambino e che ha davvero la musica nel sangue.
La musica oggi è diversa, è alla portata di tutti e questo è un bene,ma ha perso la sua esclusività e la paghiamo con la mancanza assoluta di talenti naturali.
Il giovane Trane nasce nella musica, il padre suona diversi strumenti e trasmette al figlio la passione verso il clarinetto e il corno.
Nelle scuole superiori segue Lester Young e Johnny Hodges che lo spingono verso il sassofono alto.
Dopo la guerra entra nella Eddie "CleanHead" Vinson Band e suona il sax tenore, passa poi con Jimmy Heath ed inizia la sua passione per l'improvvisazione.
Nel 1948 entra a far parte dell'orchestra di Dizzy Gillespie in cui suona il sax contralto.
Sono anni di pieno be bop anche se si sente nei suoi assoli la voglia di qualcosa di diverso.
Nel 51 l'orchestra si trasforma in un settetto e Coltrane passa nuovamente al sax tenore: con questa formazione registra il suo primo brano.
Nel 52 entra nel gruppo di Earl Bostic, ma un anno dopo inizia ad avere problemi con il consumo di eroina e viene licenziato dal gruppo.
Iniziano purtroppo i suoi problemi con la droga dalla quale non ne uscirà mai completamente e che lo porteranno ad una fine prematura.
Nel 55 Sonny Rollins si ritira temporaneamente dalle scene,come spesso era abituato a fare, e Miles Davis lo ingaggia.
L'incontro fra questi due geni della musica è qualcosa di sensazionale, Davis molto pragmatico aveva un concetto di musica diverso,i suoi brani si ascoltavano come un tutt'uno, senza apparenti cuciture, Trane invece era molto irrazionale, la sua musica veniva smontata e rimontata continuamente.
Non sorprende che i due non andassero d'accordo, il loro rapporto rimase sempre conflittuale.
Coltrane decide di andarsene, ma Davis aveva firmato impegni e per nostra fortuna e della musica tutta, rimase.
Nel 1955 incidono Ah-Leu-Cha, Two Bass Hit, Little Melonae e Budo.
Inizia una serie magica di incisioni effettuate nell'arco di un anno esatto, l'ultima è della fine del 1956.
L'eleganza sembra essere la caratteristica principale di questo quintetto: tutto è uniforme, piano, basso e batteria sono fusi in tutt'uno, il ritmo è elastico e incalzante.
La sensazione di unità espressiva era reale e dovuta sia alle ripetute prove sia all'affiatamento.
Ogni pezzo è arrangiato con cura, ma l'arrangiamento è nascosto, spesso consiste in una nota, un accordo del piano, in un frammento melodico.
In brani come If I Were A Bell e I Could Write A Book, i solisti possono allungare a piacere l'ultimo giro armonico, e avvisano di ciò la ritmica usando come segnali d'avvertimento piccoli frammenti del tema, nascosti nell'assolo.
Per far questo occorrono sicurezza e affiatamento assoluti.
Davis era un perfezionista, non da meno lo era Coltrane, in una delle ultime sedute suonarono per un'ora e mezza di musica di seguito, senza rifacimenti, come fosse una serata in club.
Ne uscirono ben quattro dischi Cookin', Relaxin', Workin' e Steamin' , incantevoli per freschezza e perfezione.
All'inizio del 1959 Coltrane non aveva ancora un gruppo fisso,ma in questo anno incide be sette album, tra i quali oltre al celeberrimo Kind of Blue con Miles Davis, un album fondamentale per comprendere il suo linguaggio musicale Giant Steps.
Giant Steps segna il punto di inizio della sua ascesa musicale.
Il titolo Giant Steps è a doppio senso, Coltrane allude non solo alle scoperte che va facendo di giorno in giorno, ma anche alle difficoltà che l'improvvisatore deve affrontare durante l'esecuzione del brano.
Difficoltà che nascono dal bebop di cui l'album è ancora parte.
Nel be bop è complessa la modulazione da una tonalità all'altra, il musicista è costretto a cambiare scala, a cambiare la scelta delle note, a cambiare all'istante il suo pensiero musicale.
Un album che è diventato ormai un classico del jazz, brani come Countdown, But Not For Me, Central Park West, Body and Soul,Spiral e Naima sono classici intramontabili di questa musica.
Nel 1960 al sax tenore incide un altro album stupendo My Favourite Things.
Nello stesso anno forma il suo primo quartetto: vi figurano il pianista McCoy Tyner ed il batterista Elvin Jones che, con il suo drumming possente riuscirà, in affiatamento perfetto con il pianoforte,a ricreare ritmi simili alla musica africana.
Elvin Jones non si limita a tenere lo swing ma interagisce costantemente con il solista,gli fornisce un tappeto ritmico dal quale in ogni momento si possono derivare spunti per improvvisare.
Dopo anni di studio la sua smania perfezionista lo aveva condotto ad una assoluta padronanza tecnico armonica e gli assoli incisi con il gruppo di Miles Davis, quali ad esempio Oleo, Straight no Chaser, o quelli con il suo gruppo Moment's Notice, Countdown, Giant Steps, rispecchiano la sua raggiunta perfezione.
Coltrane con il suo gruppo incide brani che hanno letteralmente cambiato la storia di questa musica, brani come Africa Brass, Impressions e la sua suite A Love Supreme, nella quale glorifica l'amore di Dio, hanno posto delle pietre miliari sulle quali si è poi sviluppato tutta la musica moderna.
Dal 1961 in poi Coltrane prende coscienza del significato da dare alla propria musica ed inizia la ricerca delle radici e delle origini del jazz, inteso anche come espressione musicale del popolo nero.
Aspira all’universalità della propria musica, perché ognuno possa comprendere il suo messaggio, cessa di essere solamente un formidabile solista e diventa un grande musicista ed un importante innovatore.
Studia la musica modale suonata in Africa, in India, in Cina, e nascono brani come Liberia, Venga, Jaleo, India, Brasilia.
Nel maggio 1961 incide Olé Coltrane, nel quale si accosta alla musica modale spagnola.
In questa occasione, alla formazione di base, si aggiungono Eric Dolphy al flauto e al sax contralto e Freddie Hubbard alla tromba.
Nel 1964 incide il già citato A Love Supreme, una suite in quattro parti: Acknowledgement, Resolution, Pursuance e Psalm, uno dei primi concept album della musica moderna.
L'album fu acclamato in modo quasi unanime, e divenne ben presto il disco jazz più venduto nel mondo.
In esso fu vista la somma di tutte le sue ricerche e gli approfondimenti da lui compiuti negli ultimi anni, ma anche la chiusura di un altro capitolo della sua vita artistica.
Nel 1960 Ornette Coleman aveva gettato scompiglio con il suo free jazz, un jazz in apparenza libero da ogni regola, spesso ostico non solo per il grande pubblico, ma anche per molti jazzofili.
Coltrane si schiera dalla parte di questi innovatori, nonostante le aspre critiche verso questa forma estrema di jazz, butta sulla bilancia tutto il suo prestigio, appare insieme ai suoi praticanti ed incide con loro.
Ma la sua salute peggiora, gli anni dell'eroina hanno provocato guasti terribili, una irrazionale paura dei medici lo porta a rifiutare qualsiasi cura, le sue condizioni si aggravano.
La frequentazione delle filisofie orientali poi lo aveva indotto in uno stato di passiva accettazione del destino, si era convinto di dover morire presto e per questo affrontò il male senza curarsi.
La certezza della morte imminente lo indusse ad andare avanti nella sua ricerca artistica senza più remore, come in una folle corsa verso la fine di tutto.
L’ultimo concerto dal vivo è del 1966, non vi sono incisioni, ma testimoni hanno raccontato che la sua musica era di un'intensità selvaggia e soverchiante.
Nel 1967, tra febbraio e marzo, registra dei brani poi confluiti negli album Expression e Interstellar Space.
Il primo disco è in quartetto, l'ultimo che segue personalmente, uscirà poco dopo la sua morte.
Contiene una musica ancora nuova e diversa, di sublime bellezza, in cui tutte le ricerche, le inquietudini, i conflitti, le violenze che segnano l'intera sua opera sembrano conciliarsi sotto il segno di una ritrovata serenità.
L'iniziale, brevissimo Ogunde Varere è un commosso addio alla vita: sopra gli arpeggi del pianoforte intona una melodia, antica e moderna che nasce dal blues, in un momento di sublime bellezza.
Muore nel mese di luglio dello stesso anno stroncato da un tumore al fegato, rifiutando ancora una volta qualsiasi cura.
Trane è stato uno dei più importanti innovatori degli anni 60 ponendosi come cerniera tra la poetica de bebop e la rivoluzione del free jazz.
Il passaggio breve ma intenso di questo grande musicista ha marcato un profondo divario tra la musica degli anni 50 e quella degli anni seguenti: in appena un secolo di storia, il jazz si è trasformato da musica popolare in musica colta.
Un passaggio,come detto più volte, non voluto nè cercato, ma conseguenza di un pubblico diverso, di un mercato discografico che spinge solo al profitto, di una musica che non ha più artisti veri, ma solo repliche ben confezionate dall'industria.
La musica dagli anni 80 ad oggi non ha più il genio, il talento vero che suona da bambino e che ha davvero la musica nel sangue.
La musica oggi è diversa, è alla portata di tutti e questo è un bene,ma ha perso la sua esclusività e la paghiamo con la mancanza assoluta di talenti naturali.
Il giovane Trane nasce nella musica, il padre suona diversi strumenti e trasmette al figlio la passione verso il clarinetto e il corno.
Nelle scuole superiori segue Lester Young e Johnny Hodges che lo spingono verso il sassofono alto.
Dopo la guerra entra nella Eddie "CleanHead" Vinson Band e suona il sax tenore, passa poi con Jimmy Heath ed inizia la sua passione per l'improvvisazione.
Nel 1948 entra a far parte dell'orchestra di Dizzy Gillespie in cui suona il sax contralto.
Sono anni di pieno be bop anche se si sente nei suoi assoli la voglia di qualcosa di diverso.
Nel 51 l'orchestra si trasforma in un settetto e Coltrane passa nuovamente al sax tenore: con questa formazione registra il suo primo brano.
Nel 52 entra nel gruppo di Earl Bostic, ma un anno dopo inizia ad avere problemi con il consumo di eroina e viene licenziato dal gruppo.
Iniziano purtroppo i suoi problemi con la droga dalla quale non ne uscirà mai completamente e che lo porteranno ad una fine prematura.
Nel 55 Sonny Rollins si ritira temporaneamente dalle scene,come spesso era abituato a fare, e Miles Davis lo ingaggia.
L'incontro fra questi due geni della musica è qualcosa di sensazionale, Davis molto pragmatico aveva un concetto di musica diverso,i suoi brani si ascoltavano come un tutt'uno, senza apparenti cuciture, Trane invece era molto irrazionale, la sua musica veniva smontata e rimontata continuamente.
Non sorprende che i due non andassero d'accordo, il loro rapporto rimase sempre conflittuale.
Coltrane decide di andarsene, ma Davis aveva firmato impegni e per nostra fortuna e della musica tutta, rimase.
Nel 1955 incidono Ah-Leu-Cha, Two Bass Hit, Little Melonae e Budo.
Inizia una serie magica di incisioni effettuate nell'arco di un anno esatto, l'ultima è della fine del 1956.
L'eleganza sembra essere la caratteristica principale di questo quintetto: tutto è uniforme, piano, basso e batteria sono fusi in tutt'uno, il ritmo è elastico e incalzante.
La sensazione di unità espressiva era reale e dovuta sia alle ripetute prove sia all'affiatamento.
Ogni pezzo è arrangiato con cura, ma l'arrangiamento è nascosto, spesso consiste in una nota, un accordo del piano, in un frammento melodico.
In brani come If I Were A Bell e I Could Write A Book, i solisti possono allungare a piacere l'ultimo giro armonico, e avvisano di ciò la ritmica usando come segnali d'avvertimento piccoli frammenti del tema, nascosti nell'assolo.
Per far questo occorrono sicurezza e affiatamento assoluti.
Davis era un perfezionista, non da meno lo era Coltrane, in una delle ultime sedute suonarono per un'ora e mezza di musica di seguito, senza rifacimenti, come fosse una serata in club.
Ne uscirono ben quattro dischi Cookin', Relaxin', Workin' e Steamin' , incantevoli per freschezza e perfezione.
All'inizio del 1959 Coltrane non aveva ancora un gruppo fisso,ma in questo anno incide be sette album, tra i quali oltre al celeberrimo Kind of Blue con Miles Davis, un album fondamentale per comprendere il suo linguaggio musicale Giant Steps.
Giant Steps segna il punto di inizio della sua ascesa musicale.
Il titolo Giant Steps è a doppio senso, Coltrane allude non solo alle scoperte che va facendo di giorno in giorno, ma anche alle difficoltà che l'improvvisatore deve affrontare durante l'esecuzione del brano.
Difficoltà che nascono dal bebop di cui l'album è ancora parte.
Nel be bop è complessa la modulazione da una tonalità all'altra, il musicista è costretto a cambiare scala, a cambiare la scelta delle note, a cambiare all'istante il suo pensiero musicale.
Un album che è diventato ormai un classico del jazz, brani come Countdown, But Not For Me, Central Park West, Body and Soul,Spiral e Naima sono classici intramontabili di questa musica.
Nel 1960 al sax tenore incide un altro album stupendo My Favourite Things.
Nello stesso anno forma il suo primo quartetto: vi figurano il pianista McCoy Tyner ed il batterista Elvin Jones che, con il suo drumming possente riuscirà, in affiatamento perfetto con il pianoforte,a ricreare ritmi simili alla musica africana.
Elvin Jones non si limita a tenere lo swing ma interagisce costantemente con il solista,gli fornisce un tappeto ritmico dal quale in ogni momento si possono derivare spunti per improvvisare.
Dopo anni di studio la sua smania perfezionista lo aveva condotto ad una assoluta padronanza tecnico armonica e gli assoli incisi con il gruppo di Miles Davis, quali ad esempio Oleo, Straight no Chaser, o quelli con il suo gruppo Moment's Notice, Countdown, Giant Steps, rispecchiano la sua raggiunta perfezione.
Coltrane con il suo gruppo incide brani che hanno letteralmente cambiato la storia di questa musica, brani come Africa Brass, Impressions e la sua suite A Love Supreme, nella quale glorifica l'amore di Dio, hanno posto delle pietre miliari sulle quali si è poi sviluppato tutta la musica moderna.
Dal 1961 in poi Coltrane prende coscienza del significato da dare alla propria musica ed inizia la ricerca delle radici e delle origini del jazz, inteso anche come espressione musicale del popolo nero.
Aspira all’universalità della propria musica, perché ognuno possa comprendere il suo messaggio, cessa di essere solamente un formidabile solista e diventa un grande musicista ed un importante innovatore.
Studia la musica modale suonata in Africa, in India, in Cina, e nascono brani come Liberia, Venga, Jaleo, India, Brasilia.
Nel maggio 1961 incide Olé Coltrane, nel quale si accosta alla musica modale spagnola.
In questa occasione, alla formazione di base, si aggiungono Eric Dolphy al flauto e al sax contralto e Freddie Hubbard alla tromba.
Nel 1964 incide il già citato A Love Supreme, una suite in quattro parti: Acknowledgement, Resolution, Pursuance e Psalm, uno dei primi concept album della musica moderna.
L'album fu acclamato in modo quasi unanime, e divenne ben presto il disco jazz più venduto nel mondo.
In esso fu vista la somma di tutte le sue ricerche e gli approfondimenti da lui compiuti negli ultimi anni, ma anche la chiusura di un altro capitolo della sua vita artistica.
Nel 1960 Ornette Coleman aveva gettato scompiglio con il suo free jazz, un jazz in apparenza libero da ogni regola, spesso ostico non solo per il grande pubblico, ma anche per molti jazzofili.
Coltrane si schiera dalla parte di questi innovatori, nonostante le aspre critiche verso questa forma estrema di jazz, butta sulla bilancia tutto il suo prestigio, appare insieme ai suoi praticanti ed incide con loro.
Ma la sua salute peggiora, gli anni dell'eroina hanno provocato guasti terribili, una irrazionale paura dei medici lo porta a rifiutare qualsiasi cura, le sue condizioni si aggravano.
La frequentazione delle filisofie orientali poi lo aveva indotto in uno stato di passiva accettazione del destino, si era convinto di dover morire presto e per questo affrontò il male senza curarsi.
La certezza della morte imminente lo indusse ad andare avanti nella sua ricerca artistica senza più remore, come in una folle corsa verso la fine di tutto.
L’ultimo concerto dal vivo è del 1966, non vi sono incisioni, ma testimoni hanno raccontato che la sua musica era di un'intensità selvaggia e soverchiante.
Nel 1967, tra febbraio e marzo, registra dei brani poi confluiti negli album Expression e Interstellar Space.
Il primo disco è in quartetto, l'ultimo che segue personalmente, uscirà poco dopo la sua morte.
Contiene una musica ancora nuova e diversa, di sublime bellezza, in cui tutte le ricerche, le inquietudini, i conflitti, le violenze che segnano l'intera sua opera sembrano conciliarsi sotto il segno di una ritrovata serenità.
L'iniziale, brevissimo Ogunde Varere è un commosso addio alla vita: sopra gli arpeggi del pianoforte intona una melodia, antica e moderna che nasce dal blues, in un momento di sublime bellezza.
Muore nel mese di luglio dello stesso anno stroncato da un tumore al fegato, rifiutando ancora una volta qualsiasi cura.
domenica 7 marzo 2010
19 - Chet Baker
Chesney Henry Baker Jr. (1929 – 1988) trombettista, famoso per il suo stile rilassato e per aver contribuito alla nascita del West Coast Sound, la versione bianca del Cool Jazz.
Figlio di un chitarrista, a 13 anni suo padre gli compra un trombone, ma il piccolo Chet non riesce a suonarlo e passa alla tromba.
Si trasferiscono in California, Chet suona nella banda della scuola, il pomeriggio lavora nel locale bowling a sistemare ed allineare i birilli.
Dal 1946 al 1951 è militare a Berlino.
Nel 1952 partecipa ad una selezione e viene assunto da Charlie Parker per un tour nella West Coast.
Nello stesso anno si unisce al Gerry Mulligan Quartet, ne diventa in breve una delle punte di diamante, le sue capacità strumentali sono fuori dal comune, famosa la sua versione di My Funny Valentine.
Sono anni fondamentali per il giovane Chet, con Mulligan mette le basi per il West Coast Sound, il Cool Jazz dei musicisti bianchi, che nasce a Los Angeles e di cui Mulligan rimane il maggiore esponente.
Il declino del gruppo però è quasi immediato,Mulligan ha problemi con la droga, viene incarcerato, nascono disaccordi, economici e caratteriali fra lui e Chet.
Baker fonda una propria jazz band, in cui, oltre a suonare la tromba è anche cantante e nel 1954 vince il premio come migliore strumentista nel sondaggio della rivista Down Beat, battendo tra gli altri Miles Davis, Dizzy Gillespie e l'astro nascente Clifford Brown.
Ha una bella presenza, lo chiamano il James Dean del jazz, lo cercano per un film,ma rifiuta.
Nel 1955 scioglie il gruppo ed iniziano per lui i problemi, si aggrava la sua dipendenza all'eroina,inizia a frequentare spacciatori senza scrupoli, comincia ad avere guai con la giustizia.
La sua carriera, nel pieno della sua maturità artistica, inizia una fase discendente dalla quale non riuscirà più a riprendersi.
A partire dai primi anni sessanta inizia a suonare anche il flicorno soprano (una tromba dal suono più morbido utilizzata per creare atmosfere intimistiche).
Si trasferisce in Europa dove si sente più apprezzato come musicista e dove viene meglio tollerata la sua tossicodipedenza.
I problemi non finiscono, una vita al limite fra alcool e droga, un copione purtroppo uguale a tanti musicisti.
Rappresenta anche lui il binomio sregolatezza e genio, un preconcetto sempre esistito,tipico dell'immagginario collettivo.
Un esempio che purtroppo ha creato sempre tanti seguaci,è molto comodo credere che questo basti per essere ritenuti artisti.
Questi personaggi, da Lester Young a Charlie Parker, da Chet Baker a tanti altri che vedremo, hanno avuto un talento enorme, naturale, spesso non coltivato, che li ha portati a scrivere pagine di una bellezza incredibile, pagine che sono entrate nella storia della musica.
Chet finisce in carcere per oltre un anno a Lucca e viene espulso dalla Germania Ovest e dall'Inghilterra.
Nel 1964 torna negli Stati Uniti, trova un clima completamente diverso, sono gli anni del beat, della british invasion, è la musica rock a dominare la scena e al jazz non resta che scavarsi la propria nicchia, restando anzi aumentando la sua caratteristica non voluta di musica d'elite, per pochi intenditori.
Chet si ritrova quasi in mezzo a una strada, sfruttato da un manager senza scrupoli che lo costringe a suonare e registrare musica che non gli piace.
Nel 1966 viene coinvolto in una rissa mentre cerca di acquistare eroina da uno spacciatore,rimane massacrato sull'asfalto completamente privo dei denti anteriori, una cosa molto grave per un trombettista.
Due anni di convalescenza e sparisce dalle scene finché un appassionato non lo riconosce nel commesso di una pompa di benzina e lo aiuta a rimettersi in sesto, facendogli anche trovare i soldi per sistemarsi la bocca.
Baker deve esercitarsi a lungo per imparare a suonare con la dentiera e parzialmente disintossicato torna a New York dove, con l'aiuto di Dizzy Gillespie, riesce ad ottenere un contratto con un locale.
Le cose non vanno, collabora con Jim Hall, ma nessuno sembra interessato a questo James Dean del jazz sempre in fuga da sè stesso e dagli altri.
Nel 1975 torna in Italia ed inizia a viaggiare fra Stati Uniti ed Europa nella speranza di trovare ingaggi in patria, che però non arrivano.
In fondo è questo lo stile di vita che preferisce, non vuole rassegnarsi e vuole credere fino in fondo che potrà rientrare definitivamente.
Famosa la sua collaborazione con Elvis Costello, e celebre il suo commovente assolo di tromba nel brano Shipbuilding.
Trascorre i suoi ultimi anni di carriera in Brasile suonando bossa nova.
In questi suoi ultimi anni di vita scopre un talento, una rarità del jazz moderno, il flautista italiano Nicola Stilo.
Il 13 maggio 1988 alle 3 del mattino viene trovato morto sul ciglio della strada.
Il rapporto della Polizia parla di suicidio, si sarebbe gettato nel vuoto dalla finestra del suo albergo.
Aveva 58 anni.
Discografia
Ha lasciato numerose registrazioni, molte delle quali eseguite essenzialmente per il suo continuo bisogno di soldi.
I suoi lavori migliori sono:
1953 - West Coast Live
1953 - Grey December
1953 - Chet Baker Quartet feat Russ Freeman
1953- Chet Baker and Strings
1953 - Gerry Mulligan Quartet with Chet Baker
1954 - Chet Baker Sings
1954 - Chet Baker Sextet
1954 - Chet Baker Big Band
1954 - My Funny Valentine
1956 - The Route
1956 - Playboys
1958 - It Could Happen To You - Chet Baker Sings
1962 - Somewhere Over The Rainbow
1965 - Groovin'
1965 - Lonely Star
1965 - On a Misty Night
1965 - Boppin' With The Chet Baker Quintet
1965 - Baker's Holiday: Plays & Sings Billie Holiday
1979 - The Touch of Your Lips
Figlio di un chitarrista, a 13 anni suo padre gli compra un trombone, ma il piccolo Chet non riesce a suonarlo e passa alla tromba.
Si trasferiscono in California, Chet suona nella banda della scuola, il pomeriggio lavora nel locale bowling a sistemare ed allineare i birilli.
Dal 1946 al 1951 è militare a Berlino.
Nel 1952 partecipa ad una selezione e viene assunto da Charlie Parker per un tour nella West Coast.
Nello stesso anno si unisce al Gerry Mulligan Quartet, ne diventa in breve una delle punte di diamante, le sue capacità strumentali sono fuori dal comune, famosa la sua versione di My Funny Valentine.
Sono anni fondamentali per il giovane Chet, con Mulligan mette le basi per il West Coast Sound, il Cool Jazz dei musicisti bianchi, che nasce a Los Angeles e di cui Mulligan rimane il maggiore esponente.
Il declino del gruppo però è quasi immediato,Mulligan ha problemi con la droga, viene incarcerato, nascono disaccordi, economici e caratteriali fra lui e Chet.
Baker fonda una propria jazz band, in cui, oltre a suonare la tromba è anche cantante e nel 1954 vince il premio come migliore strumentista nel sondaggio della rivista Down Beat, battendo tra gli altri Miles Davis, Dizzy Gillespie e l'astro nascente Clifford Brown.
Ha una bella presenza, lo chiamano il James Dean del jazz, lo cercano per un film,ma rifiuta.
Nel 1955 scioglie il gruppo ed iniziano per lui i problemi, si aggrava la sua dipendenza all'eroina,inizia a frequentare spacciatori senza scrupoli, comincia ad avere guai con la giustizia.
La sua carriera, nel pieno della sua maturità artistica, inizia una fase discendente dalla quale non riuscirà più a riprendersi.
A partire dai primi anni sessanta inizia a suonare anche il flicorno soprano (una tromba dal suono più morbido utilizzata per creare atmosfere intimistiche).
Si trasferisce in Europa dove si sente più apprezzato come musicista e dove viene meglio tollerata la sua tossicodipedenza.
I problemi non finiscono, una vita al limite fra alcool e droga, un copione purtroppo uguale a tanti musicisti.
Rappresenta anche lui il binomio sregolatezza e genio, un preconcetto sempre esistito,tipico dell'immagginario collettivo.
Un esempio che purtroppo ha creato sempre tanti seguaci,è molto comodo credere che questo basti per essere ritenuti artisti.
Questi personaggi, da Lester Young a Charlie Parker, da Chet Baker a tanti altri che vedremo, hanno avuto un talento enorme, naturale, spesso non coltivato, che li ha portati a scrivere pagine di una bellezza incredibile, pagine che sono entrate nella storia della musica.
Chet finisce in carcere per oltre un anno a Lucca e viene espulso dalla Germania Ovest e dall'Inghilterra.
Nel 1964 torna negli Stati Uniti, trova un clima completamente diverso, sono gli anni del beat, della british invasion, è la musica rock a dominare la scena e al jazz non resta che scavarsi la propria nicchia, restando anzi aumentando la sua caratteristica non voluta di musica d'elite, per pochi intenditori.
Chet si ritrova quasi in mezzo a una strada, sfruttato da un manager senza scrupoli che lo costringe a suonare e registrare musica che non gli piace.
Nel 1966 viene coinvolto in una rissa mentre cerca di acquistare eroina da uno spacciatore,rimane massacrato sull'asfalto completamente privo dei denti anteriori, una cosa molto grave per un trombettista.
Due anni di convalescenza e sparisce dalle scene finché un appassionato non lo riconosce nel commesso di una pompa di benzina e lo aiuta a rimettersi in sesto, facendogli anche trovare i soldi per sistemarsi la bocca.
Baker deve esercitarsi a lungo per imparare a suonare con la dentiera e parzialmente disintossicato torna a New York dove, con l'aiuto di Dizzy Gillespie, riesce ad ottenere un contratto con un locale.
Le cose non vanno, collabora con Jim Hall, ma nessuno sembra interessato a questo James Dean del jazz sempre in fuga da sè stesso e dagli altri.
Nel 1975 torna in Italia ed inizia a viaggiare fra Stati Uniti ed Europa nella speranza di trovare ingaggi in patria, che però non arrivano.
In fondo è questo lo stile di vita che preferisce, non vuole rassegnarsi e vuole credere fino in fondo che potrà rientrare definitivamente.
Famosa la sua collaborazione con Elvis Costello, e celebre il suo commovente assolo di tromba nel brano Shipbuilding.
Trascorre i suoi ultimi anni di carriera in Brasile suonando bossa nova.
In questi suoi ultimi anni di vita scopre un talento, una rarità del jazz moderno, il flautista italiano Nicola Stilo.
Il 13 maggio 1988 alle 3 del mattino viene trovato morto sul ciglio della strada.
Il rapporto della Polizia parla di suicidio, si sarebbe gettato nel vuoto dalla finestra del suo albergo.
Aveva 58 anni.
Discografia
Ha lasciato numerose registrazioni, molte delle quali eseguite essenzialmente per il suo continuo bisogno di soldi.
I suoi lavori migliori sono:
1953 - West Coast Live
1953 - Grey December
1953 - Chet Baker Quartet feat Russ Freeman
1953- Chet Baker and Strings
1953 - Gerry Mulligan Quartet with Chet Baker
1954 - Chet Baker Sings
1954 - Chet Baker Sextet
1954 - Chet Baker Big Band
1954 - My Funny Valentine
1956 - The Route
1956 - Playboys
1958 - It Could Happen To You - Chet Baker Sings
1962 - Somewhere Over The Rainbow
1965 - Groovin'
1965 - Lonely Star
1965 - On a Misty Night
1965 - Boppin' With The Chet Baker Quintet
1965 - Baker's Holiday: Plays & Sings Billie Holiday
1979 - The Touch of Your Lips
giovedì 4 marzo 2010
18 - Charlie Parker
Charles "Bird" Parker, Jr (1920-1955) sassofonista uno dei padri fondatori (e secondo alcuni il padre vero e proprio) del bebop.
Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad egualiare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcool.
Parker ha rappresentato un'epoca, con il meglio e il peggio di uno stile di vita che uscendo dal campo musicale, ha ispirato i poeti della beat generation, dove il jazz e Parker vengono spesso citati.
Parker debutta nel 1937.
Nel 1941 si trasferisce a New York dove entra nella big band di Jay McShann, cambia poi con quella di Earl Hines e alla fine con quella di Billy Eckstine, ma non è un uomo da orchestra,è indisciplinato, non rispetta gli orari e i ruoli.
Inizia così a frequentare i piccoli club della 52° strada dove incontra Dizzy Gillespie che aveva già iniziato a riscrivere le regole del jazz moderno.
A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop.
La sua fama esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui suona con Gillespie: le incisioni di Billie's Bounce, KoKo, Now's The Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione segnando per sempre la storia del jazz.
Parker con il suo sax alto acquisisce una tecnica impareggiabile per fantasia e originalità, il suo nome inizia ad essere conosciuto anche dal grosso pubblico, diventa un mito per gli addetti ai lavori.
È un uomo brillante, colto, dotato di un naturale e mostruoso talento, un solista formidabile, esuberante, capace di improvvisare a velocità fantastica, di inventare splendide melodie, di commuovere con il suo lirismo, rappresenta per la comunità nera del suo tempo il raggiungimento di una pari dignità con i bianchi.
E' da tutti riconosciuto come un genio e un genio della musica lo era davvero, ha riscritto e ha cambiato tutte regole del jazz e ha modificato il modo di suonarlo.
Spesso ci si chiede cosa avrebbe potuto raggiungere se il colore della sua pelle non l'avesse relegato nel ghetto fra alcool, droga e disperati, se avesse potuto studiare musica ed approfondire le sue intuizioni.
E' rimasto invece quel sassofonista selvaggio e geniale che dormiva spesso vestito, senza lavarsi, ridotto alla follia giovanissimo dall'abuso di eroina e dall'alcool.
Viveva alla giornata e spendeva tutto quello che guadagnava, sempre ricattato dagli spacciatori di cui si serviva.
Inizia ad essere chiamato Bird, registra con Gillespie brani come Red Cross, basato sugli accordi di I Got Rhythm, Groovin'High, Dizzy Atmosphere e All the Things You Are, seguiti, a distanza di qualche mese, da Salt Peanuts, Shaw'Nuff, Lover Man (con Sarah Vaughan) e Hit House, altrettanti manifesti del nuovo jazz.
Sempre nel 1945 registra ancora con Gillespie Hallelujah, Congo Blues e Get Happy.
Nello stesso anno Koko, Bille's Bounce e Now's the Time,tre gemme nella discografia di Parker, per molti Koko è il suo capolavoro.
L'attività abbastanza intensa negli studi di incisione non significava affatto che la musica di Parker e di Gillespie era accettata da parte del pubblico, lo stesso loro ambiente non accettava quello che a tutti sembravano suoni in libertà.
Parker diventa personaggio, con lui entrano le droghe dure nel jazz, tanti musicisti iniziano ad emularlo sperando di arrivare a suonare come lui, ne moriranno tanti prima che l'eroina cessi di essere una moda e se ne capisca completamente l'estrema pericolosità.
Nel 1946 registra in una session che lo vede completamente stravolto una versione di Lover Man che è entrata negli annali del jazz.
Una versione stridente, piena di amarezza e frustazione, una versione sbagliata che anni dopo vorrà ripetere ed eseguirà perfettamente, senza però quel momento di angoscia e di pathos che pervade tutta la prima esecuzione.
Si trasferisce in California, viene ricoverato in manicomio, ne esce e registra due pezzi bellissimi, Cool Blues e Bird's Next, basato ancora sulle armonie di I Got Rhythm, e poi Cheers, Carvin' the Bird, Stupendous, costruita sugli accordi di 'So Wonderful, e Relaxin' at Camarillo.
Torna a New York e forma un quintetto con un giovanissimo Miles Davis, registra brani come Bongo Bop, Dexterity, Bird of Paradise (sulle note di All the Things You Are), Scrapple from the Apple, Out of Nowhere, Klactoveesedstene e soprattutto Don't blame me e Embraceble you, due esempi da manuale di sensibile e originale trattamento di un tema di ballad.
Alla fine del 48 il gruppo si scioglie, finisce il be bop e si parla di cool jazz, un bop addolcito e arricchito, visto soprattutto con l'ottica dei bianchi.
Parker inizia a suonare con una orchestra di archi e questo con un buon successo commerciale, l'unico vero della sua breve carriera, registra April in Paris, Summertime, Everything Happens to Me e Just Friends, famosa per il suo splendido assolo.
Nel 1950 viene di nuovo ricoverato, le sue condizioni peggiorano, non è più il geniale musicista che tutti ammiravano, la droga lo ha consumato completamente.
Muore nel 1955
Il medico legale che esaminò la salma non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l’età di Charlie Parker.
Ne aveva solo 35, la diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite.
Difficile inquadrare il suo stile,il suo apporto al jazz è assolutamente personale ed istintivo, come Armstrong cambia le regole, modifica il suono, imposta un modo diverso di fare musica, ma lo fa naturalmente, senza averlo prima costruito.
La sua musica è in costante equilibrio fra coscienza e delirio, i suoi assoli particolari, specchio della sua tormentata esistenza.
Il suo improvvisare è il vero be bop, dopo di lui il jazz non sarà più lo stesso e qualsiasi musicista che inzia a suonare questa musica non può non tener conto della sua lezione.
Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad egualiare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcool.
Parker ha rappresentato un'epoca, con il meglio e il peggio di uno stile di vita che uscendo dal campo musicale, ha ispirato i poeti della beat generation, dove il jazz e Parker vengono spesso citati.
Parker debutta nel 1937.
Nel 1941 si trasferisce a New York dove entra nella big band di Jay McShann, cambia poi con quella di Earl Hines e alla fine con quella di Billy Eckstine, ma non è un uomo da orchestra,è indisciplinato, non rispetta gli orari e i ruoli.
Inizia così a frequentare i piccoli club della 52° strada dove incontra Dizzy Gillespie che aveva già iniziato a riscrivere le regole del jazz moderno.
A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop.
La sua fama esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui suona con Gillespie: le incisioni di Billie's Bounce, KoKo, Now's The Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione segnando per sempre la storia del jazz.
Parker con il suo sax alto acquisisce una tecnica impareggiabile per fantasia e originalità, il suo nome inizia ad essere conosciuto anche dal grosso pubblico, diventa un mito per gli addetti ai lavori.
È un uomo brillante, colto, dotato di un naturale e mostruoso talento, un solista formidabile, esuberante, capace di improvvisare a velocità fantastica, di inventare splendide melodie, di commuovere con il suo lirismo, rappresenta per la comunità nera del suo tempo il raggiungimento di una pari dignità con i bianchi.
E' da tutti riconosciuto come un genio e un genio della musica lo era davvero, ha riscritto e ha cambiato tutte regole del jazz e ha modificato il modo di suonarlo.
Spesso ci si chiede cosa avrebbe potuto raggiungere se il colore della sua pelle non l'avesse relegato nel ghetto fra alcool, droga e disperati, se avesse potuto studiare musica ed approfondire le sue intuizioni.
E' rimasto invece quel sassofonista selvaggio e geniale che dormiva spesso vestito, senza lavarsi, ridotto alla follia giovanissimo dall'abuso di eroina e dall'alcool.
Viveva alla giornata e spendeva tutto quello che guadagnava, sempre ricattato dagli spacciatori di cui si serviva.
Inizia ad essere chiamato Bird, registra con Gillespie brani come Red Cross, basato sugli accordi di I Got Rhythm, Groovin'High, Dizzy Atmosphere e All the Things You Are, seguiti, a distanza di qualche mese, da Salt Peanuts, Shaw'Nuff, Lover Man (con Sarah Vaughan) e Hit House, altrettanti manifesti del nuovo jazz.
Sempre nel 1945 registra ancora con Gillespie Hallelujah, Congo Blues e Get Happy.
Nello stesso anno Koko, Bille's Bounce e Now's the Time,tre gemme nella discografia di Parker, per molti Koko è il suo capolavoro.
L'attività abbastanza intensa negli studi di incisione non significava affatto che la musica di Parker e di Gillespie era accettata da parte del pubblico, lo stesso loro ambiente non accettava quello che a tutti sembravano suoni in libertà.
Parker diventa personaggio, con lui entrano le droghe dure nel jazz, tanti musicisti iniziano ad emularlo sperando di arrivare a suonare come lui, ne moriranno tanti prima che l'eroina cessi di essere una moda e se ne capisca completamente l'estrema pericolosità.
Nel 1946 registra in una session che lo vede completamente stravolto una versione di Lover Man che è entrata negli annali del jazz.
Una versione stridente, piena di amarezza e frustazione, una versione sbagliata che anni dopo vorrà ripetere ed eseguirà perfettamente, senza però quel momento di angoscia e di pathos che pervade tutta la prima esecuzione.
Si trasferisce in California, viene ricoverato in manicomio, ne esce e registra due pezzi bellissimi, Cool Blues e Bird's Next, basato ancora sulle armonie di I Got Rhythm, e poi Cheers, Carvin' the Bird, Stupendous, costruita sugli accordi di 'So Wonderful, e Relaxin' at Camarillo.
Torna a New York e forma un quintetto con un giovanissimo Miles Davis, registra brani come Bongo Bop, Dexterity, Bird of Paradise (sulle note di All the Things You Are), Scrapple from the Apple, Out of Nowhere, Klactoveesedstene e soprattutto Don't blame me e Embraceble you, due esempi da manuale di sensibile e originale trattamento di un tema di ballad.
Alla fine del 48 il gruppo si scioglie, finisce il be bop e si parla di cool jazz, un bop addolcito e arricchito, visto soprattutto con l'ottica dei bianchi.
Parker inizia a suonare con una orchestra di archi e questo con un buon successo commerciale, l'unico vero della sua breve carriera, registra April in Paris, Summertime, Everything Happens to Me e Just Friends, famosa per il suo splendido assolo.
Nel 1950 viene di nuovo ricoverato, le sue condizioni peggiorano, non è più il geniale musicista che tutti ammiravano, la droga lo ha consumato completamente.
Muore nel 1955
Il medico legale che esaminò la salma non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l’età di Charlie Parker.
Ne aveva solo 35, la diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite.
Difficile inquadrare il suo stile,il suo apporto al jazz è assolutamente personale ed istintivo, come Armstrong cambia le regole, modifica il suono, imposta un modo diverso di fare musica, ma lo fa naturalmente, senza averlo prima costruito.
La sua musica è in costante equilibrio fra coscienza e delirio, i suoi assoli particolari, specchio della sua tormentata esistenza.
Il suo improvvisare è il vero be bop, dopo di lui il jazz non sarà più lo stesso e qualsiasi musicista che inzia a suonare questa musica non può non tener conto della sua lezione.
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