martedì 26 maggio 2009
2 - I Grandi del Jazz:Benny Goodman-Charles Mingus-Charlie Parker
Benny Goodman
(1909-1986) clarinettista, con la sua big band è ritenuto il più importante protagonista dello swing.
Goodman entrò in una delle band principali di Chicago, l'orchestra di Ben Pollack con cui fece le sue prime registrazioni nel 1932.
Due anni dopo cominciò a pubblicare dischi sotto il proprio nome.
Nel 34 Goodman fondò la sua propria Big Band che unì per la prima volta musicisti bianchi e di colore e con la sua perfezione raggiunse in pochi anni il riconoscimento di tutto il mondo musicale.
Nel 1938 Goodman diede il suo famoso concerto Jazz nella Carniegie Hall di New York City che era riservata fino allora soltanto alla musica classica.
Fra gli anni '30 e '40 fu lui il più importante esponente della musica jazz fra i bianchi, la musica da ballo dell'epoca, legando il suo nome non solo a composizioni rimaste nella storia Stompin' at the Savoy o Air Mail Special ma anche a personaggi musicali che in seguito divennero di vero spicco come Ella Fitzgerald e Peggy Lee.
Veniva criticato dai musicisti neri come esecutore, anche a ragione: non era lui infatti il migliore dei clarinettisti dell'epoca, ma aveva il vantaggio di essere bianco e veniva ritenuto tale.
Oltre alla sua Big Band, in cui suonavano tra l'altro i trombettisti Harry James e Ziggy Elman, fondò anche il Benny Goodman Quartett con Gene Krupa e Lionel Hampton, ed in seguito un sestetto e altre formazioni di rilievo.
Benny Goodman riuscì a far avvicinare il giovane pubblico bianco alla musica nera collaborando a superare la discriminazione razziale negli USA: nei primi anni '30 i musicisti bianchi e di colore non potevano suonare insieme nella stessa band.
Continuò a suonare,anche musica classica, fino alla morte avvenuta nel 1986 per un infarto.
Charles Mingus
(1922-1979) contrabassista, pianista e compositore.
Genio pazzo e "arrabbiato" per sua stessa definizione, studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso.
Carattere difficile e controverso, vive con l’ossessione del razzismo.
Suona il basso con Louis Armstrong e Dinah Washington.
Nel 47 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton, ma è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione.
Inizia a suonare un cool-bop da camera in trio per poi entrare in contatto con i grandi beboppers neri, Bud Powell, Charlie Parker, Dizzy Gillespie e MIles Davis.
Dal 55 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che incorporano elementi hard-bop e free.
Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman, nel 60 Mingus licenzia quasi tutti e fonda un quartetto pianoless col vecchio amico Eric Dolphy al sassofono.
Nel 1964 muore Dolphy a soli 36 anni e Mingus si ritira dalle scene.
Muore nel 1979 per abuso di psicofarmaci.
Charlie Parker
Charles "Bird" Parker, Jr (1920-1955) sassofonista uno dei padri fondatori (e secondo alcuni il padre vero e proprio) del bebop.
Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad egualiare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcool.
Parker ha rappresentato un'epoca, con il meglio e il peggio di uno stile di vita che uscendo dal campo musicale, ha ispirato i poeti della beat generation, dove il jazz e Parker vengono spesso citati.
Parker debutta nel 1937, e con Jay McShann arriva a New York nel 41.
A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop.
A New York inizia a collaborare col suo alter-ego trombettistico Dizzy Gillespie.
La fama di Charlie Parker esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui suona con Gillespie: le incisioni di Billie's Bounce, KoKo, Now's The Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione segnando per sempre la storia del jazz.
Parker, con il suo sax alto, rimane impareggiabile per tecnica, fantasia, originalità.
È un uomo brillante, colto, dotato di un naturale e mostruoso talento, un solista formidabile, esuberante, capace di improvvisare a velocità fantastica, di inventare splendide melodie, di commuovere con il suo lirismo, rappresenta per la comunità nera del suo tempo il raggiungimento di una pari dignità con i bianchi.
Purtroppo l'eroina, l’alcool e una vita di eccessi lo uccidono giovanissimo.
Il medico legale che esaminò la salma non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l’età di Charlie Parker.
Ne aveva solo 35, la diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite
(1909-1986) clarinettista, con la sua big band è ritenuto il più importante protagonista dello swing.
Goodman entrò in una delle band principali di Chicago, l'orchestra di Ben Pollack con cui fece le sue prime registrazioni nel 1932.
Due anni dopo cominciò a pubblicare dischi sotto il proprio nome.
Nel 34 Goodman fondò la sua propria Big Band che unì per la prima volta musicisti bianchi e di colore e con la sua perfezione raggiunse in pochi anni il riconoscimento di tutto il mondo musicale.
Nel 1938 Goodman diede il suo famoso concerto Jazz nella Carniegie Hall di New York City che era riservata fino allora soltanto alla musica classica.
Fra gli anni '30 e '40 fu lui il più importante esponente della musica jazz fra i bianchi, la musica da ballo dell'epoca, legando il suo nome non solo a composizioni rimaste nella storia Stompin' at the Savoy o Air Mail Special ma anche a personaggi musicali che in seguito divennero di vero spicco come Ella Fitzgerald e Peggy Lee.
Veniva criticato dai musicisti neri come esecutore, anche a ragione: non era lui infatti il migliore dei clarinettisti dell'epoca, ma aveva il vantaggio di essere bianco e veniva ritenuto tale.
Oltre alla sua Big Band, in cui suonavano tra l'altro i trombettisti Harry James e Ziggy Elman, fondò anche il Benny Goodman Quartett con Gene Krupa e Lionel Hampton, ed in seguito un sestetto e altre formazioni di rilievo.
Benny Goodman riuscì a far avvicinare il giovane pubblico bianco alla musica nera collaborando a superare la discriminazione razziale negli USA: nei primi anni '30 i musicisti bianchi e di colore non potevano suonare insieme nella stessa band.
Continuò a suonare,anche musica classica, fino alla morte avvenuta nel 1986 per un infarto.
Charles Mingus
(1922-1979) contrabassista, pianista e compositore.
Genio pazzo e "arrabbiato" per sua stessa definizione, studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso.
Carattere difficile e controverso, vive con l’ossessione del razzismo.
Suona il basso con Louis Armstrong e Dinah Washington.
Nel 47 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton, ma è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione.
Inizia a suonare un cool-bop da camera in trio per poi entrare in contatto con i grandi beboppers neri, Bud Powell, Charlie Parker, Dizzy Gillespie e MIles Davis.
Dal 55 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che incorporano elementi hard-bop e free.
Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman, nel 60 Mingus licenzia quasi tutti e fonda un quartetto pianoless col vecchio amico Eric Dolphy al sassofono.
Nel 1964 muore Dolphy a soli 36 anni e Mingus si ritira dalle scene.
Muore nel 1979 per abuso di psicofarmaci.
Charlie Parker
Charles "Bird" Parker, Jr (1920-1955) sassofonista uno dei padri fondatori (e secondo alcuni il padre vero e proprio) del bebop.
Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad egualiare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcool.
Parker ha rappresentato un'epoca, con il meglio e il peggio di uno stile di vita che uscendo dal campo musicale, ha ispirato i poeti della beat generation, dove il jazz e Parker vengono spesso citati.
Parker debutta nel 1937, e con Jay McShann arriva a New York nel 41.
A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop.
A New York inizia a collaborare col suo alter-ego trombettistico Dizzy Gillespie.
La fama di Charlie Parker esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui suona con Gillespie: le incisioni di Billie's Bounce, KoKo, Now's The Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione segnando per sempre la storia del jazz.
Parker, con il suo sax alto, rimane impareggiabile per tecnica, fantasia, originalità.
È un uomo brillante, colto, dotato di un naturale e mostruoso talento, un solista formidabile, esuberante, capace di improvvisare a velocità fantastica, di inventare splendide melodie, di commuovere con il suo lirismo, rappresenta per la comunità nera del suo tempo il raggiungimento di una pari dignità con i bianchi.
Purtroppo l'eroina, l’alcool e una vita di eccessi lo uccidono giovanissimo.
Il medico legale che esaminò la salma non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l’età di Charlie Parker.
Ne aveva solo 35, la diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite
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