martedì 23 agosto 2011
I Grandi del Blues: 50 -. J.B. Lenoir
Nasce nel 1929.
Il padre gli insegna a suonare la chitarra sullo stile di Blind Lemon Jefferson.
I suoi maestri sono stati Arthur Crudup e Lightnin' Hopkins.
Nei primi anni 40 suona a New Orleans con Sonny Boy Williamson II e Elmore James.
Nel 1949 si trasferisce a Chicago e Big Bill Broonzy lo aiuta ad introdursi nella comunità blues locale.
Inizia a suonare nei locali con Memphis Minnie, Big Maceo Merriweather e Muddy Waters.
Nel 1951 incide il suo primo disco Korea Blues, registrato con Sunnyland Slim al piano, Leroy Foster alla chitarra e Alfred Wallace alla batteria.
Durante tutti gli anni 50 cambia spesso casa discografica, incide per la J.O.B., la Chess, la Parrot e la Checker.
Dopo la registrazione di Let's Roll e The Mojo aggiunge al gruppo il sassofonista J.T. Brown, modificando per primo la classica impostazionne del blues.
Incide la controversa Eisenhover Blues ma la casa discografica lo costringe a reinciderla con il nome di Tax Paying Blues.
Lenoir è particolare perchè è uno dei rari casi di bluesman che scrive brani con testi espliciti di protesta e politicamente impegnati.
Il blues nasce come canzone di protesta ma non fa mai allusioni a fatti di cronaca o di politica, si limita ad esempio parlare della povertà e della disoccupazione, ma non fa mai riferimento ai motivi che hanno causato le situazioni di cui parla.
L'interpretazione spetta a chi lo ascolta.
Con Lenoir è diverso, egli muove accuse chiare alla politica economica, si pone apertamente contro la guerra del Vietnam, diventa una vera voce del popolo.
E' per questo che ha sempre avuto contro le case discografiche che non accettavano un simile comportamento e poi da un nero.
Lenoir era un personaggio scomodo,sempre osteggiato dai media,nella sua breve carriera non è riuscito ad avere quel successo commerciale che avrebbe meritato.
Una figura mitica e, come spesso succede nel blues, riscoperto solo in questi ultimi anni.
Una delle figure più importanti del blues e per assurdo la meno considerata.
Un uomo intelligente e colto ma anche un grande uomo di spettacolo, era in grado di suonare la chitarra in diversi stili con una voce particolare dai toni molto alti tanto che al primo ascolto poteva sembrare una donna.
Durante gli spettacoli inseriva il microfono vicino all'armonica, poi, trascinando dietro di sé un lungo filo elettrico, girava per il palcoscenico a mani libere, con una strana giacca zebrata con le code.
Riusciva così a cantare i suoi testi facendo divertire il pubblico.
La sua musica è unica: il sax sostituisce l'armonica, il ritmo boogie della chitarra si mescola alle sue eccezionali qualità vocali.
I suoi brani sono una chiara anticipazione del R&B e stravolgono il classico sound del Chicago Blues.
Uno dei suoi pezzi immortali rimane Mama Talk To Your Daughter, scritto nel 1954, e poi Don't Touch My Head e Natural Man.
I suoi singoli per la Shad nel 1958, e per la Vee-Jay due anni dopo, lo portarono ad essere conosciuto al grande pubblico.
Nel 1963 inizia ad incidere per la USA Records e i brani Alabama Blues e Down in Mississippi vengono registrati con la supervisione di Willie Dixon, che abbiamo già trovato cardine centrale del blues di Chicago.
Tra gli altri suoi famosi titoli troviamo Vietnam Blues, Shot on James Meredith, Alabama March, Elesehower Blues, Tax Paying Blues, (I Wanna) Play a Little While, People Are Medding in Our Affairs, Let's Roll, Alabama Blues e I Have Married.
Oggi grazie anche al fim del 2003 di Wim Wenders The Soul of Man che ne narra la storia, la sua musica viene finalmente rivalutata e gli viene attribuito quell’importante ruolo di innovatore che per anni gli è stato negato.
Un album che lo rappresenta al meglio è Vietnam Blues, un album storico che raccoglie molti dei suoi blues di protesta, come sempre espliciti, circonstaziati, ma sempre stupendi.
Registrato con Willie Dixon al basso e Fred Below alla batteria, contiene brani di altissimo livello come Born Dead, Down In Mississippi, Tax Payin' Blues, Shot on James Meredith e Vietnam Blues.
Il suono è scarno e asciutto anche se con Feelin' Good e Mojo Boogie la musica diventa più ritmata e forte si sente la sua voglia di innovazione.
L’amore per la tradizione è invece forte in God’s Word dove canta con la sola chitarra il lamento dei coltivatori di cotone.
La chitarra nel blues più classico non è solo accompagnamento ma diventa per l'artista una sua seconda voce.
I primi bluesmen suonavano da soli nelle balere appena finito il lavoro dei campi ed avevano bisogno di un suono pieno e forte che venisse ascoltato in un sala affollata e rumorosa.
Cantavano per chi lavorava nei campi come loro, cantavano le loro sofferenze ricordando l'Africa perduta, così nasce il blues.
Lenoir è un uomo che ha vissuto pienamente il suo tempo lottando sempre contro il razzismo, senza mai accettare i compromessi che venivano invece normalmente accettati dagli altri artisti neri.
Un artista nero doveva accettare di essere maltrattato e deriso se voleva lavorare nei locali frequentati dai bianchi: non poteva entrare e doveva restare chiuso in camerino fino all'inizio del suo spettacolo, poi doveva lasciare il locale senza essere visto.
Lenoir non accettava tutto questo e ne pagava le conseguenze.
Muore nel 1967 a solo 38 anni dopo aver subito un pauroso attacco razzista in un incidente stradale, dove viene linciato, maltrattato, ingiuriato.
Muore tre settimane dopo per un infarto.
Il padre gli insegna a suonare la chitarra sullo stile di Blind Lemon Jefferson.
I suoi maestri sono stati Arthur Crudup e Lightnin' Hopkins.
Nei primi anni 40 suona a New Orleans con Sonny Boy Williamson II e Elmore James.
Nel 1949 si trasferisce a Chicago e Big Bill Broonzy lo aiuta ad introdursi nella comunità blues locale.
Inizia a suonare nei locali con Memphis Minnie, Big Maceo Merriweather e Muddy Waters.
Nel 1951 incide il suo primo disco Korea Blues, registrato con Sunnyland Slim al piano, Leroy Foster alla chitarra e Alfred Wallace alla batteria.
Durante tutti gli anni 50 cambia spesso casa discografica, incide per la J.O.B., la Chess, la Parrot e la Checker.
Dopo la registrazione di Let's Roll e The Mojo aggiunge al gruppo il sassofonista J.T. Brown, modificando per primo la classica impostazionne del blues.
Incide la controversa Eisenhover Blues ma la casa discografica lo costringe a reinciderla con il nome di Tax Paying Blues.
Lenoir è particolare perchè è uno dei rari casi di bluesman che scrive brani con testi espliciti di protesta e politicamente impegnati.
Il blues nasce come canzone di protesta ma non fa mai allusioni a fatti di cronaca o di politica, si limita ad esempio parlare della povertà e della disoccupazione, ma non fa mai riferimento ai motivi che hanno causato le situazioni di cui parla.
L'interpretazione spetta a chi lo ascolta.
Con Lenoir è diverso, egli muove accuse chiare alla politica economica, si pone apertamente contro la guerra del Vietnam, diventa una vera voce del popolo.
E' per questo che ha sempre avuto contro le case discografiche che non accettavano un simile comportamento e poi da un nero.
Lenoir era un personaggio scomodo,sempre osteggiato dai media,nella sua breve carriera non è riuscito ad avere quel successo commerciale che avrebbe meritato.
Una figura mitica e, come spesso succede nel blues, riscoperto solo in questi ultimi anni.
Una delle figure più importanti del blues e per assurdo la meno considerata.
Un uomo intelligente e colto ma anche un grande uomo di spettacolo, era in grado di suonare la chitarra in diversi stili con una voce particolare dai toni molto alti tanto che al primo ascolto poteva sembrare una donna.
Durante gli spettacoli inseriva il microfono vicino all'armonica, poi, trascinando dietro di sé un lungo filo elettrico, girava per il palcoscenico a mani libere, con una strana giacca zebrata con le code.
Riusciva così a cantare i suoi testi facendo divertire il pubblico.
La sua musica è unica: il sax sostituisce l'armonica, il ritmo boogie della chitarra si mescola alle sue eccezionali qualità vocali.
I suoi brani sono una chiara anticipazione del R&B e stravolgono il classico sound del Chicago Blues.
Uno dei suoi pezzi immortali rimane Mama Talk To Your Daughter, scritto nel 1954, e poi Don't Touch My Head e Natural Man.
I suoi singoli per la Shad nel 1958, e per la Vee-Jay due anni dopo, lo portarono ad essere conosciuto al grande pubblico.
Nel 1963 inizia ad incidere per la USA Records e i brani Alabama Blues e Down in Mississippi vengono registrati con la supervisione di Willie Dixon, che abbiamo già trovato cardine centrale del blues di Chicago.
Tra gli altri suoi famosi titoli troviamo Vietnam Blues, Shot on James Meredith, Alabama March, Elesehower Blues, Tax Paying Blues, (I Wanna) Play a Little While, People Are Medding in Our Affairs, Let's Roll, Alabama Blues e I Have Married.
Oggi grazie anche al fim del 2003 di Wim Wenders The Soul of Man che ne narra la storia, la sua musica viene finalmente rivalutata e gli viene attribuito quell’importante ruolo di innovatore che per anni gli è stato negato.
Un album che lo rappresenta al meglio è Vietnam Blues, un album storico che raccoglie molti dei suoi blues di protesta, come sempre espliciti, circonstaziati, ma sempre stupendi.
Registrato con Willie Dixon al basso e Fred Below alla batteria, contiene brani di altissimo livello come Born Dead, Down In Mississippi, Tax Payin' Blues, Shot on James Meredith e Vietnam Blues.
Il suono è scarno e asciutto anche se con Feelin' Good e Mojo Boogie la musica diventa più ritmata e forte si sente la sua voglia di innovazione.
L’amore per la tradizione è invece forte in God’s Word dove canta con la sola chitarra il lamento dei coltivatori di cotone.
La chitarra nel blues più classico non è solo accompagnamento ma diventa per l'artista una sua seconda voce.
I primi bluesmen suonavano da soli nelle balere appena finito il lavoro dei campi ed avevano bisogno di un suono pieno e forte che venisse ascoltato in un sala affollata e rumorosa.
Cantavano per chi lavorava nei campi come loro, cantavano le loro sofferenze ricordando l'Africa perduta, così nasce il blues.
Lenoir è un uomo che ha vissuto pienamente il suo tempo lottando sempre contro il razzismo, senza mai accettare i compromessi che venivano invece normalmente accettati dagli altri artisti neri.
Un artista nero doveva accettare di essere maltrattato e deriso se voleva lavorare nei locali frequentati dai bianchi: non poteva entrare e doveva restare chiuso in camerino fino all'inizio del suo spettacolo, poi doveva lasciare il locale senza essere visto.
Lenoir non accettava tutto questo e ne pagava le conseguenze.
Muore nel 1967 a solo 38 anni dopo aver subito un pauroso attacco razzista in un incidente stradale, dove viene linciato, maltrattato, ingiuriato.
Muore tre settimane dopo per un infarto.
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