martedì 3 settembre 2013
I Grandi del Jazz: 23 - Sonny Rollins
Theodore Walter Rollins nasce nel 1930, sassofonista, uno dei più capiscuola dell'hard bop.
Inizia a suonare da bambino prima il sassofono contralto per passare definitivamente al sax tenore nel 1946, quando entra nel suo primo gruppo gli Harlem Rollin'.
Grande perfezionista studia attentamente gli idoli del sassofono degli anni 40, da Coleman Hawkins,a Lester Young,a Charlie Parker, ne prende spunto, ne sintetizza gli stili fino a formarne uno suo assolutamente innovativo.
Nel 1949 raggiunge un notevole livello di perfezione, suona con Bud Powell, Fats Navarro e J.J. Johnson.
Nei primi anni '50 suona con gli artisti suoi coetanei che scriveranno con lui la storia di questa musica, suona con Miles Davis, con cui si troverà spesso nel corso degli anni, e con Thelonius Monk.
La sua bravura diventa leggendaria, bravura ottenuta non solo da un talento innato, ma soprattutto da uno studio che non si è mai fermato e che anzi negli anni lo porterà a fermarsi, a prendersi dei periodi sabbatici dedicati allo studio, alla riflessione, alla filosofia orientale.
Memorabili le sue esercitazioni notturne sul famoso ponte dell'Est River, il Williamsburg Bridge, o altrettanto famose le sue esibizioni al Museo di Arte Moderna di New York dove suonava da solo tenendo delle vere e proprie lezioni di musica.
Nel 1954 registra con Miles Davis l'album Bags' Groove dove suona in brani come Oleo, Doxy e Aireign, nel 1956 con Thelonius Monk registra Brilliant Corners.
Sono i primi suoi lavori come solista che dimostrano lo straordinario livello di perfezione raggiunta sia conme strumentista che come compositore.
Nel 1955 entra nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach.
Iniziano una serie memorabili d'incisioni che lo poiettano nel firmamento del jazz come il miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker.
Nel 1956 registra uno splendido album entrato nella storia Saxophone Colussus e nello stesso anno lo splendido Tenor Madness dove in un brano suona con John Coltrane.
Nel 1958 un altro capolavoro Freedom Suite.
Nel 1959, già all'apice della carriera, si prende due anni di riposo per studiare il rapporto fra improvvisazione e struttura, ricomincia a studiare lo strumento dalle basi teoriche.
E' in questi due anni che per evitare le proteste dei vicini si esercita sul ponte dell'East River, dove spesso lo raggiungeva Steve Lacy che con il suo sax soprano era anche lui in una fase di studio e di riflessione.
Ritorna sulle scene ed inizia a suonare con due sideman di Ornette Coleman, il trombettista Don Cherry e il batterista Billy Higgins.Incide con loro sei album, il più bello è The Bridge del 1962, così intitolato a ricordo delle mitiche sedute al Williamsburg Bridge.
Si ritira nuovamente dal 1969 al 1971, ritorna ma inizia a suonare con giovani band un jazz molto commerciale, quasi fusion.
E' un periodo che non è stato mai compreso fino in fondo, pubblica ben 18 album, di cui 5 live, di qualità molto scarsa e certamente non all'altezza della sua carriera e della sua arte.
Nel 1985 incide The Solo Album e nel 2000 vince il Grammy Award per This Is What I Do.
Negli ultimi anni è tornato al suo jazz,ha ripreso a fare concerti, dimostrando che anche da over 70 rimane il numero uno dello strumento principe del jazz.
Ha ripreso alla grande, è tornato a fare musica e nello spirito più puro del jazz, elaborando i suo brani e la sua musica, trasformandola, con quella improvvisazione basilare per questa musica, di cui rimane un grande maestro.
Nel 2007 è uscito il suo ultimo album da studio Sonny Please, un disco molto bello, dal suono classico, dove suona con un quintetto pianoless 7 brani di cui 4 originali da lui composti e 3 cover tutte ballads.
Un album registrato quando aveva 76 anni, e dove suona con la stessa energia e con la stessa passione, a livelli che può permettersi solo un grande uomo e un grande musicista.Nel 2010 ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno con un tour che il 16 novembre lo ha visto partecipare al Bologna Jazz Festival.E' ancora in stupenda piena attività.Discografia Essenziale 1951 - Sonny Rollins Quartet 1951 - Sonny Rollins with the Modern Jazz Quartet 1954 - Sonny Rollins Quintet
1956 - Saxophone Colossus 1956 - Tenor Madness (con in un brano JohnColtrane) 1957 - Way Out West (con Ray Brown e Shelley Manne) 1958 - Freedom Suite (con Oscar Pettiford e Max Roach) 1962 - The Bridge 1962 - The Quartets Featuring Jim Hall 1962 - What's New? 1962 - On the Outside (con Don Cherry) 1963 - Sonny Rollins 1964 - Sonny Rollins & Co. 1985 - The Solo Album 1987 - Dancing in the Dark 1995 - Without a Song 2000 - This Is What I Do 2006 - Sonny, Please
Inizia a suonare da bambino prima il sassofono contralto per passare definitivamente al sax tenore nel 1946, quando entra nel suo primo gruppo gli Harlem Rollin'.
Grande perfezionista studia attentamente gli idoli del sassofono degli anni 40, da Coleman Hawkins,a Lester Young,a Charlie Parker, ne prende spunto, ne sintetizza gli stili fino a formarne uno suo assolutamente innovativo.
Nel 1949 raggiunge un notevole livello di perfezione, suona con Bud Powell, Fats Navarro e J.J. Johnson.
Nei primi anni '50 suona con gli artisti suoi coetanei che scriveranno con lui la storia di questa musica, suona con Miles Davis, con cui si troverà spesso nel corso degli anni, e con Thelonius Monk.
La sua bravura diventa leggendaria, bravura ottenuta non solo da un talento innato, ma soprattutto da uno studio che non si è mai fermato e che anzi negli anni lo porterà a fermarsi, a prendersi dei periodi sabbatici dedicati allo studio, alla riflessione, alla filosofia orientale.
Memorabili le sue esercitazioni notturne sul famoso ponte dell'Est River, il Williamsburg Bridge, o altrettanto famose le sue esibizioni al Museo di Arte Moderna di New York dove suonava da solo tenendo delle vere e proprie lezioni di musica.
Nel 1954 registra con Miles Davis l'album Bags' Groove dove suona in brani come Oleo, Doxy e Aireign, nel 1956 con Thelonius Monk registra Brilliant Corners.
Sono i primi suoi lavori come solista che dimostrano lo straordinario livello di perfezione raggiunta sia conme strumentista che come compositore.
Nel 1955 entra nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach.
Iniziano una serie memorabili d'incisioni che lo poiettano nel firmamento del jazz come il miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker.
Nel 1956 registra uno splendido album entrato nella storia Saxophone Colussus e nello stesso anno lo splendido Tenor Madness dove in un brano suona con John Coltrane.
Nel 1958 un altro capolavoro Freedom Suite.
Nel 1959, già all'apice della carriera, si prende due anni di riposo per studiare il rapporto fra improvvisazione e struttura, ricomincia a studiare lo strumento dalle basi teoriche.
E' in questi due anni che per evitare le proteste dei vicini si esercita sul ponte dell'East River, dove spesso lo raggiungeva Steve Lacy che con il suo sax soprano era anche lui in una fase di studio e di riflessione.
Ritorna sulle scene ed inizia a suonare con due sideman di Ornette Coleman, il trombettista Don Cherry e il batterista Billy Higgins.Incide con loro sei album, il più bello è The Bridge del 1962, così intitolato a ricordo delle mitiche sedute al Williamsburg Bridge.
Si ritira nuovamente dal 1969 al 1971, ritorna ma inizia a suonare con giovani band un jazz molto commerciale, quasi fusion.
E' un periodo che non è stato mai compreso fino in fondo, pubblica ben 18 album, di cui 5 live, di qualità molto scarsa e certamente non all'altezza della sua carriera e della sua arte.
Nel 1985 incide The Solo Album e nel 2000 vince il Grammy Award per This Is What I Do.
Negli ultimi anni è tornato al suo jazz,ha ripreso a fare concerti, dimostrando che anche da over 70 rimane il numero uno dello strumento principe del jazz.
Ha ripreso alla grande, è tornato a fare musica e nello spirito più puro del jazz, elaborando i suo brani e la sua musica, trasformandola, con quella improvvisazione basilare per questa musica, di cui rimane un grande maestro.
Nel 2007 è uscito il suo ultimo album da studio Sonny Please, un disco molto bello, dal suono classico, dove suona con un quintetto pianoless 7 brani di cui 4 originali da lui composti e 3 cover tutte ballads.
Un album registrato quando aveva 76 anni, e dove suona con la stessa energia e con la stessa passione, a livelli che può permettersi solo un grande uomo e un grande musicista.Nel 2010 ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno con un tour che il 16 novembre lo ha visto partecipare al Bologna Jazz Festival.E' ancora in stupenda piena attività.Discografia Essenziale 1951 - Sonny Rollins Quartet 1951 - Sonny Rollins with the Modern Jazz Quartet 1954 - Sonny Rollins Quintet
1956 - Saxophone Colossus 1956 - Tenor Madness (con in un brano JohnColtrane) 1957 - Way Out West (con Ray Brown e Shelley Manne) 1958 - Freedom Suite (con Oscar Pettiford e Max Roach) 1962 - The Bridge 1962 - The Quartets Featuring Jim Hall 1962 - What's New? 1962 - On the Outside (con Don Cherry) 1963 - Sonny Rollins 1964 - Sonny Rollins & Co. 1985 - The Solo Album 1987 - Dancing in the Dark 1995 - Without a Song 2000 - This Is What I Do 2006 - Sonny, Please
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