venerdì 29 gennaio 2010
02 - Louis Armstrong
(1901-1971) carismatico e innovativo, al suo talento ed alla sua luminosa personalità si deve molta della popolarità del jazz, che esce dai confini americani per diventare un genere musicale amato in tutto il mondo.
Armstrong raggiunse la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti, soprattutto verso la fine della sua carriera.
Il soprannome Satchmo è un diminutivo per Satchelmouth, riferimento scherzoso alla sua grande bocca.
Gli amici e i colleghi musicisti lo chiamavano solitamente Pops, che è anche il modo con cui Armstrong li chiamava a sua volta.
Il modo di suonare di Armstrong è pieno di melodie originali ispirate e gioiose, sbalzi creativi, ritmi trascinanti e ritmi rilassati, il genio di questi passaggi creativi è eguagliato dalla bravura di Armstrong, rifinita da una pratica costante, con cui estese le gamme, i toni e le possibilità tecniche della tromba.
Armstrong creò il ruolo del solista jazz, prendendo una musica popolare collettiva e trasformandola in una forma d'arte capace di offrire enorme spazio all'espressione individuale.
A mano a mano che la sua popolarità cresceva, anche il canto divenne importante, sperimentando con la propria voce come faceva con la sua tromba.
Iniziò a suonare giovanissimo la cornetta nelle bande cittadine e sui battelli di New Orleans che facevano la spola lungo il Mississipipi.
Nel 22 Armstrong lasciò la città e si trasferì a Chicago per unirsi alla Creole Jazz Band di Joe King Oliver.
Nei primi anni 20 la band di Oliver era la più importante di Chicago, in un periodo in cui Chicago stessa era il centro del jazz.
Nel 1923 incise i suoi primi dischi suonando come secondo cornetto nella band di Oliver, inclusi alcuni assoli.
Nel 24 Armstrong partì per New York chiamato da Fletcher Hendertson e fu allora che Armstrong passò alla tromba, per armonizzarsi meglio con gli altri musicisti della sezione dei fiati.
In questo periodo fece anche numerose incisioni arrangiate dal suo vecchio amico, il pianista Clarence Williams, anch'egli originario di New Orleans.
Queste registrazioni comprendevano esecuzioni di piccole band, in alcune delle migliori vedono Armstrong duettare con uno dei suoi pochi degni rivali in termini di talento e tecnica, Sidney Bechet.
Torna a Chicago nel 25 e iniziò a incidere a proprio nome con i suoi famosi complessi Hot Five e Hot Seven brani famosi come Potato Head Blues, Muggles (riferita alla marijuana) e West End Blues, brani che diverrano lo standard del jazz per molti anni a venire.
Nel 43 si stabilisce definitivamente a New York.
Nei trent'anni successivi, Armstrong si esibirà per oltre trecento serate l'anno.
La maggior parte dei concerti con una piccola band stabile, gli All Stars, di cui facevano parte Barney Bigard, Earl Hines e Barret Deems.
Durante la sua lunga carriera suonò e cantò con i musicisti ed i cantanti più importanti, da Bing Crosby a Billie Holiday, da Duke Ellington a Bessie Smith, ma in particolare fu importante il sodalizio con Ella Fitzgerald, con la quale incise tre album stupendi : Ella & Louis, Ella & Louis again e Porgy and Bless.
I suoi dischi degli anni 50 come Satch Plays Fats, in cui interpreta composizioni di Fats Waller e Louis Armstrong Plays W.C.Handy sono forse gli ultimi suoi grandi momenti creativi, benché anche lavori successivi come Disney Songs the Satchmo Way abbiamo i loro momenti forti.
Tuttavia le sue ultime produzioni furono criticate per essere troppo semplicistiche o ripetitive.
I suoi brani di successo sono tantissimi, ricordiamo Stardust, What a Wonderful World, When the Saints Go Marchin' In, Dream a Little Dream of Me, Ain't Misbehavin' e Stompin' at the Savoy. We Have All the Time in the World.
Venne fortemente criticato per il suo non prendere posizioni a livello politico, per il suo comportamento da Zio Tom, accettando di tenere concerti dove i neri non potevano entrare.
In anni di lotte per i diritti civili e di segregazione razziale preferì stare dietro le quinte, estremamente generoso, fu il più grande finanziatore di Martin Luther King.
Armstrong mantenne la sua agenda sempre piena fino a pochi anni prima della sua morte, e con la sponsorizzazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli valse il soprannome di Ambassador Satch, fece tour attraverso tutto il mondo riscuotendo ovunque un grande successo.
Negli ultimi anni diventa un'icona ed una leggenda vivente, ma non riesce a gestire la propria immagine.
E' l'ambasciatore del jazz nel mondo, ma partecipa ad eventi assai discutibili sul piano artistico (come non citare la sua assurda partecipazione al Festival di Sanremo).
Il Maestro purtroppo non è più in grado di prendere decisioni autonome, si affida a funzionari senza nessuna cultura e senza troppi scrupoli.
Gli ultimi anni sono così un triste declino, un declino che snatura l'immagine del re del jazz, dell'uomo che aveva inventato un nuovo modo di dare musica.
Muore a 70 anni nella sua casa a New York.
Ha influenzato lo sviluppo successivo del jazz in modo determinante.
La sua personalità incontenibile, sia come musicista che come figura pubblica, è stata tanto forte da mettere in parte in ombra il suo lavoro di cantante e di musicista, di innovatore, di vero artista.
Come virtuoso della tromba ebbe uno stile unico e un talento straordinario per l'improvvisazione melodica, lo strumento con lui diventa solista e le sue innovazioni sono diventate gli standard per chi è venuto dopo di lui.
Aveva una voce bassa molto caratteristica, che sfruttava con la destrezza dell'improvvisatore per rendere maggiormente espressive le parole e la melodia.
Molte delle incisioni di Armstrong sono tuttora popolari a decenni dalla sua morte ed un grande numero di dischi, lungo tutta la sua carriera, è continuamente in ristampa.
I suoi dischi del 1923 con Joe "King" Oliver continuano ad essere presi come esempio dello stile delle jazz band di New Orleans.
Melancholy Blues, registrata insieme agli Hot Seven è stata inclusa nel disco messo a bordo della sonda Voyager e inviata nello spazio esterno per rappresentare una delle più grandi opere dell'umanità.
Armstrong raggiunse la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti, soprattutto verso la fine della sua carriera.
Il soprannome Satchmo è un diminutivo per Satchelmouth, riferimento scherzoso alla sua grande bocca.
Gli amici e i colleghi musicisti lo chiamavano solitamente Pops, che è anche il modo con cui Armstrong li chiamava a sua volta.
Il modo di suonare di Armstrong è pieno di melodie originali ispirate e gioiose, sbalzi creativi, ritmi trascinanti e ritmi rilassati, il genio di questi passaggi creativi è eguagliato dalla bravura di Armstrong, rifinita da una pratica costante, con cui estese le gamme, i toni e le possibilità tecniche della tromba.
Armstrong creò il ruolo del solista jazz, prendendo una musica popolare collettiva e trasformandola in una forma d'arte capace di offrire enorme spazio all'espressione individuale.
A mano a mano che la sua popolarità cresceva, anche il canto divenne importante, sperimentando con la propria voce come faceva con la sua tromba.
Iniziò a suonare giovanissimo la cornetta nelle bande cittadine e sui battelli di New Orleans che facevano la spola lungo il Mississipipi.
Nel 22 Armstrong lasciò la città e si trasferì a Chicago per unirsi alla Creole Jazz Band di Joe King Oliver.
Nei primi anni 20 la band di Oliver era la più importante di Chicago, in un periodo in cui Chicago stessa era il centro del jazz.
Nel 1923 incise i suoi primi dischi suonando come secondo cornetto nella band di Oliver, inclusi alcuni assoli.
Nel 24 Armstrong partì per New York chiamato da Fletcher Hendertson e fu allora che Armstrong passò alla tromba, per armonizzarsi meglio con gli altri musicisti della sezione dei fiati.
In questo periodo fece anche numerose incisioni arrangiate dal suo vecchio amico, il pianista Clarence Williams, anch'egli originario di New Orleans.
Queste registrazioni comprendevano esecuzioni di piccole band, in alcune delle migliori vedono Armstrong duettare con uno dei suoi pochi degni rivali in termini di talento e tecnica, Sidney Bechet.
Torna a Chicago nel 25 e iniziò a incidere a proprio nome con i suoi famosi complessi Hot Five e Hot Seven brani famosi come Potato Head Blues, Muggles (riferita alla marijuana) e West End Blues, brani che diverrano lo standard del jazz per molti anni a venire.
Nel 43 si stabilisce definitivamente a New York.
Nei trent'anni successivi, Armstrong si esibirà per oltre trecento serate l'anno.
La maggior parte dei concerti con una piccola band stabile, gli All Stars, di cui facevano parte Barney Bigard, Earl Hines e Barret Deems.
Durante la sua lunga carriera suonò e cantò con i musicisti ed i cantanti più importanti, da Bing Crosby a Billie Holiday, da Duke Ellington a Bessie Smith, ma in particolare fu importante il sodalizio con Ella Fitzgerald, con la quale incise tre album stupendi : Ella & Louis, Ella & Louis again e Porgy and Bless.
I suoi dischi degli anni 50 come Satch Plays Fats, in cui interpreta composizioni di Fats Waller e Louis Armstrong Plays W.C.Handy sono forse gli ultimi suoi grandi momenti creativi, benché anche lavori successivi come Disney Songs the Satchmo Way abbiamo i loro momenti forti.
Tuttavia le sue ultime produzioni furono criticate per essere troppo semplicistiche o ripetitive.
I suoi brani di successo sono tantissimi, ricordiamo Stardust, What a Wonderful World, When the Saints Go Marchin' In, Dream a Little Dream of Me, Ain't Misbehavin' e Stompin' at the Savoy. We Have All the Time in the World.
Venne fortemente criticato per il suo non prendere posizioni a livello politico, per il suo comportamento da Zio Tom, accettando di tenere concerti dove i neri non potevano entrare.
In anni di lotte per i diritti civili e di segregazione razziale preferì stare dietro le quinte, estremamente generoso, fu il più grande finanziatore di Martin Luther King.
Armstrong mantenne la sua agenda sempre piena fino a pochi anni prima della sua morte, e con la sponsorizzazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli valse il soprannome di Ambassador Satch, fece tour attraverso tutto il mondo riscuotendo ovunque un grande successo.
Negli ultimi anni diventa un'icona ed una leggenda vivente, ma non riesce a gestire la propria immagine.
E' l'ambasciatore del jazz nel mondo, ma partecipa ad eventi assai discutibili sul piano artistico (come non citare la sua assurda partecipazione al Festival di Sanremo).
Il Maestro purtroppo non è più in grado di prendere decisioni autonome, si affida a funzionari senza nessuna cultura e senza troppi scrupoli.
Gli ultimi anni sono così un triste declino, un declino che snatura l'immagine del re del jazz, dell'uomo che aveva inventato un nuovo modo di dare musica.
Muore a 70 anni nella sua casa a New York.
Ha influenzato lo sviluppo successivo del jazz in modo determinante.
La sua personalità incontenibile, sia come musicista che come figura pubblica, è stata tanto forte da mettere in parte in ombra il suo lavoro di cantante e di musicista, di innovatore, di vero artista.
Come virtuoso della tromba ebbe uno stile unico e un talento straordinario per l'improvvisazione melodica, lo strumento con lui diventa solista e le sue innovazioni sono diventate gli standard per chi è venuto dopo di lui.
Aveva una voce bassa molto caratteristica, che sfruttava con la destrezza dell'improvvisatore per rendere maggiormente espressive le parole e la melodia.
Molte delle incisioni di Armstrong sono tuttora popolari a decenni dalla sua morte ed un grande numero di dischi, lungo tutta la sua carriera, è continuamente in ristampa.
I suoi dischi del 1923 con Joe "King" Oliver continuano ad essere presi come esempio dello stile delle jazz band di New Orleans.
Melancholy Blues, registrata insieme agli Hot Seven è stata inclusa nel disco messo a bordo della sonda Voyager e inviata nello spazio esterno per rappresentare una delle più grandi opere dell'umanità.
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