domenica 31 maggio 2009

7 - I Grandi del Jazz:Lionel Hampton-Louis Armstrong


Lionel Hampton

(1908-2002) è stato il vibrafonista della swing era, della tradizione, delle vulcaniche performance, supportate da un'orchestra percussiva e trascinante.
Hampton esordisce suonando la batteria in gruppi non proprio famosi della west coast.
Durante una seduta di registrazione con Louis Armstrong gli viene chiesto di suonare il vibrafono: con questo episodio inizia negli anni 30 la sua carriera.
Nel 36 Benny Goodman lo va a sentire nel locale dove si esibisce e immediatamente lo scrittura per delle incisioni e sei mesi dopo lo accoglie nella sua orchestra.
Hampton diviene subito una star e nel 38 prende parte al famoso concerto di Goodman alla Carneige Hall.
Nel 40 forma la sua orchestra, che resterà attiva fino agli anni 90.
Nel 42 incide una famosa hit Flying Home.
Hampton continua su questo versante adattando l'orchestra, ma senza snaturarla, alle influenze bebbop, sotto la sua direzione passano jazzisti che diventeranno a breve famosi come Dinah Washington,Dexter Gordon,Charles Mingus e Fats Navarro.
Durante gli anni 50 la band vacilla per problemi economici e lui si dedica alle collaborazioni con Benny Goodman e Art Tatum.
Hampton riproporrà sempre con grande forza ed entusiasmo la musica che lo ha reso famoso, incurante dei cambiamenti avvenuti nel jazz.
Rimane attivo fino al 1991 quando viene fermato da un collasso.
Riprende a suonare solo nel 2001, muore un anno dopo.


Louis Armstrong

(1901-1971) carismatico e innovativo, al suo talento ed alla sua luminosa personalità si deve molta della popolarità del jazz, che esce dai confini della sua regione d'origine per diventare un genere musicale amato in tutto il mondo.
Armstrong raggiunse la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti, soprattutto verso la fine della sua carriera.
Il soprannome Satchmo è un diminutivo per Satchelmouth, riferimento scherzoso alla sua grande bocca.
Gli amici e i colleghi musicisti lo chiamavano solitamente Pops, che è anche il modo con cui Armstrong li chiamava a sua volta.
Il modo di suonare di Armstrong è pieno di melodie originali ispirate e gioiose, sbalzi creativi, ritmi trascinanti e ritmi rilassati, il genio di questi passaggi creativi è eguagliato dalla bravura di Armstrong, rifinita da una pratica costante, con cui estese le gamme, i toni e le possibilità tecniche della tromba.
Armstrong creò il ruolo del solista jazz, prendendo ciò che essenzialmente era una musica popolare collettiva e trasformandola in una forma d'arte capace di offrire enorme spazio all'espressione individuale.
A mano a mano che la sua popolarità cresceva, anche il canto divenne importante, sperimentando con la propria voce come faceva con la sua tromba.
Iniziò a suonare giovanissimo la cornetta nelle bande cittadine e sui battelli di New Orleans che facevano la spola lungo il Mississipipi.
Nel 22 Armstrong lasciò la città e si trasferì a Chicago per unirsi alla Creole Jazz Band di Joe King Oliver.
Nei primi anni 20 la band di Oliver era la più importante di Chicago, in un periodo in cui Chicago stessa era il centro del jazz.
Fu lì, nel 23 che Armstrong incise i suoi primi dischi suonando come secondo cornetto nella band di Oliver, inclusi alcuni assoli.
Nel 24 Armstrong partì per New York chiamato da Fletcher Hendertson e fu allora che Armstrong passò alla tromba, per armonizzarsi meglio con gli altri musicisti della sezione dei fiati.
In questo periodo fece anche numerose incisioni arrangiate dal suo vecchio amico, il pianista Clarence Williams, anch'egli originario di New Orleans. Queste registrazioni comprendevano esecuzioni di piccole band, in alcune delle migliori vedono Armstrong duettare con uno dei suoi pochi degni rivali in termini di talento e tecnica, Sidney Bechet.
Tornò a Chicago nel 25 e iniziò a incidere a proprio nome con i suoi famosi complessi Hot Five e Hot Seven brani famosi come Potato Head Blues, Muggles (riferita alla marijuana) e West End Blues, la cui musica divenne lo standard del jazz per molti anni a venire.
Nel 43 si stabilì definitivamente a New York.
Nei trent'anni successivi, Armstrong si esibì per oltre trecento serate l'anno.
La maggior parte dei suoi concerti fu tenuta insieme ad una piccola band stabile, gli All Stars di cui facevano parte Barney Bigard, Earl Hines e Barret Deems.
Durante la sua lunga carriera suonò e cantò con i musicisti ed i cantanti più importanti, da Bing Crosby a Billie Holiday, da Duke Ellington a Bessie Smith, ma in particolare fu importante il sodalizio con Ella Fitzgerald, con la quale incise tre album: Ella & Louis, Ella & Louis again e Porgy and Bless.
I suoi dischi degli anni 50 Satch Plays Fats, in cui interpreta composizioni di Fats Waller e Louis Armstrong Plays W.C.Handy sono forse gli ultimi suoi grandi momenti creativi, benché anche lavori successivi come Disney Songs the Satchmo Way abbiamo i loro momenti forti.
Tuttavia le sue ultime produzioni furono criticate per essere troppo semplicistiche o ripetitive.
Armstrong incise molte canzoni di successo, tra cui Stardust, What a Wonderful World, When the Saints Go Marchin' In, Dream a Little Dream of Me, Ain't Misbehavin' e Stompin' at the Savoy. We Have All the Time in the World.
Venne fortemente criticato per il suo non prendere posizioni a livello politico, per il suo comportamento da Zio Tom, accettando di tenere concerti dove i neri non potevano entrare.
In anni di lotte per i diritti civili e di segregazione razziale preferì stare dietro le quinte, estremamente generoso, fu il più grande finanziatore di Martin Luther King.
Armstrong mantenne la sua agenda sempre piena fino a pochi anni prima della sua morte, e con la sponsorizzazione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli valse il soprannome di "Ambassador Satch", fece tour attraverso tutto il mondo riscuotendo ovunque un grande successo.
Morì di attacco cardiaco nel 1971 a 69 anni.
Ha influenzato lo sviluppo successivo del jazz in modo determinante, anche se la sua personalità incontenibile, sia come musicista che come figura pubblica, è stata tanto forte da mettere in parte in ombra il suo lavoro di cantante e musicista.
Come virtuoso della tromba, Armstrong ebbe uno stile unico e un talento straordinario per l'improvvisazione melodica, con lui diventa strumento solista e le sue innovazioni sono diventate gli standard per chi è venuto dopo di lui.
Aveva una voce bassa molto caratteristica, che sfruttava con la destrezza dell'improvvisatore per rendere maggiormente espressive le parole e la melodia.
Molte delle incisioni di Armstrong sono tuttora popolari a decenni dalla sua morte ed un grande numero di dischi, lungo tutta la sua carriera, è continuamente in ristampa.
I suoi dischi del 1923 con Joe "King" Oliver continuano ad essere presi come esempio dello stile delle jazz band di New Orleans.
Melancholy Blues, registrata insieme agli Hot Seven è stata inclusa nel disco messo a bordo della sonda Voyager e inviata nello spazio esterno per rappresentare una delle più grandi opere dell'umanità.

sabato 30 maggio 2009

6 - I Grandi del Jazz:John Coltrane-Lester Young


John Coltrane

John William Coltrane (1926-1967) sassofonista.
"Trane", come veniva chiamato per il suo irruento fraseggiare, è stato uno dei più importanti innovatori degli anni 60 ponendosi come cerniera tra la poetica de bebop e la rivoluzione del free jazz.
Il pensiero musicale di Coltrane ha creato folle di proseliti e di imitatori attivi sui palcoscenici di tutto il mondo.
Il passaggio breve ma intenso di questo grande musicista ha marcato un profondo divario tra la musica degli anni 50 e quella degli anni seguenti: in appena un secolo di storia, il jazz si è trasformato da musica popolare in musica colta.
Nel 1948 entra a far parte dell'orchestra di Dizzy Gillespie in cui suona il sax contralto.
Nel 51 l'orchestra si trasforma in un settetto e Coltrane passa nuovamente al sax tenore: con questa formazione registra il suo primo brano.
Nel 52 entra nel gruppo di Earl Bostic, ma un anno dopo inizia ad avere problemi con il consumo di eroina e viene licenziato dal gruppo.
Nel 55 inizia a collaborare con Miles Davis con il quale incide quattro pezzi, Ah-Leu-Cha, Two Bass Hit, Little Melonae e Budo.
Nonostante le divergenze caratteriali inzia un anno di incisioni stupende, fra il 55 e il 56 Davis e Coltrane incidono brani che hanno fatto la storia del jazz.
Su suo incitamento intraprende lo studio del sax soprano con cui incide nel 1960 My favourite things.
Nello stesso anno forma il suo primo quartetto: vi figurano il pianista McCoy Tyner ed il batterista Elvin Jones, che, con il suo drumming possente, riuscirà in affiatamento perfetto con il pianoforte,a ricreare ritmi simili alla musica africana.
Elvin Jones, considerato uno dei massimi batteristi jazz, non si limita a tenere lo swing ma interagisce costantemente con il solista, fornendogli un tappeto ritmico dal quale in ogni momento si possono derivare spunti per improvvisare.
Dopo anni di studio la sua smania perfezionista lo aveva condotto ad una assoluta padronanza tecnico armonica e gli assoli incisi con il gruppo di Miles Davis, quali ad esempio Oleo, Straight no chaser, o quelli con il suo gruppo Moment's notice, Countdown, Giant steps, rispecchiano la sua raggiunta perfezione.
Dal 1961 in poi Coltrane prende coscienza del significato da dare alla propria musica ed inizia la ricerca delle radici e delle origini del jazz, inteso anche come espressione musicale di un popolo.
Aspira all’universalità della propria musica, perché ognuno possa comprendere il suo messaggio, cessa di essere solamente un formidabile solista e diventa un grande musicista ed un importante innovatore.
Studia la musica modale suonata in Africa, in India, in Cina, e nascono brani come Liberia, Venga, Jaleo, India, Brasilia.
Nel 1964 incide A love supreme, una suite in quattro parti: Acknowledgement, Resolution, Pursuance e Psalm, uno dei primi concept album della musica moderna.
Nel 60 Ornette Coleman aveva gettato scompiglio con il suo free jazz, un jazz in apparenza libero da ogni regola, spesso ostico non solo per il grande pubblico, ma anche per molti jazzofili.
Coltrane si schiera dalla parte di questi innovatori, nonostante le aspre critiche verso questa forma estrema di jazz, butta sulla bilancia tutto il suo prestigio, appare insieme ai suoi praticanti ed incide con loro.
Ma la sua salute peggiorava, gli anni dell' eroina avevano provocato guasti terribili, aveva un irrazionale terrore dei medici e rifiutò sempre qualsiasi cura.
La frequentazione delle filisofie orientali lo aveva indotto in uno stato di passiva accettazione del destino, si era convinto di dover morire presto e per questo affrontò il male senza curarsi.
La certezza della morte imminente lo indusse ad andare avanti nella sua ricerca artistica senza più remore, come in una folle corsa verso la fine di tutto.
L’ultimo concerto è del 1966, non vi sono incisioni, ma testimoni hanno raccontato che la sua musica era di un'intensità selvaggia e soverchiante.
Muore nel 1967 stroncato da un tumore al fegato.

Lester Young

(1909-1959) sassofonista, famoso per il suo personalissimo stile come solista e per aver costituito un modello musicale per la generazione di jazzisti che avrebbero dato l'avvio al movimento bebop.
Verso i 18 anni iniziò a lavorare con le orchestre che giravano il middlewest e nel 1934 venne ingaggiato da Count Basie, al quale aveva spedito un telegramma chiedendo di poter lavorare con la sua orchestra, dopo averlo ascoltato alla radio.
Lester, con l'andare del tempo, accentuò l'originalità del suo stile personale, e divenne sempre più eccentrico.
Si persuase d'avere poteri paranormali, e cominciò ad abbigliarsi in maniera stravagante: portava uno strano cappello ed indossava un lungo cappotto nero che gli arrivava fino alle caviglie.
Suonando in orchestra nella sezione dei sassofoni aveva preso l'abitudine di suonare tenendo lo strumento molto inclinato (a volte quasi orizzontale) e faceva uso di questo trucco anche nelle sue esibizioni come solista.
Dopo aver lasciato Basie e la sua orchestra, Lester ne formò una propria con la quale si esibì a New York e a Los Angeles, senza gran successo.
Nell'ottobre del 1944, fu chiamato alle armi, ma fu un esperienza disastrosa, non venne nemmeno accettato nella banda militare a causa del suo carattere e del continuo uso di alcool e droga.
Venne congedato dopo un anno di carcere e questa esperienza lo segnò profondamente rendendolo eccentrico e strambo come mai: si muoveva in maniera strana, si abbigliava in maniera stravagante, divenne apatico ed assente, completamente alcolizzato restava a digiuno per giorni e giorni.
Venne accertato che soffriva di una schizofrenia leggera, con uno sdoppiamento della personalità.
Non riuscì più a riprendersi, morì nel 1959 nell’albergo dove abitava a New York.

venerdì 29 maggio 2009

5 - I Grandi del Jazz:Fats Waller-Fletcher Henderson-Glenn Miller-Joe Venuti


Fats Waller

Thomas “Fats” Waller (1904-1943) pianista e compositore.
Come altri musicisti dopo di di lui come Fats Navarro e fats Domino, a Waller fu affibbiato il nomignolo "Fats" (Grassone) per la sua considerevole mole.
Anche a causa della discriminazione razziale, e nonostante le sue incredibili doti musicali ed eccezionali doti compositive, per gran parte della sua vita Waller interpretò sulla scena il ruolo del buffone.
Waller, che era dotato di un carattere allegro e burlone, non mostrò mai di crucciarsi di questa sottovalutazione della sua figura artistica.
La sua attività artistica prese corpo negli anni '20 suonando nell'orchestra di Erskine Tate in stretta collaborazione con Louis armstrong e continuando a non tralasciare lo studio intenso del pianoforte classico, grande estimatore di Bach.
Famosa fu la collaborazione con Razaf col quale cominciò a scrivere pezzi per una famosa rivista dell'epoca Hot Chocolates che sfoggiò capolavori come Ain't Misbehavin, Black and blue, Load of coal e Honeysuckle rose.
La sua carriera fu fortemente compromessa dall’alcool, forte bevitore, muore alcolizzato nel 1943 per un tumore ai polmoni.

Fletcher Henderson

(1897- 1952) pianista, compositore, ebbe grande importanza per lo sviluppo dello swing tra gli 20 e 40.
Fondò la propria orchestra nel 1922, ed ebbe presto fama di essere la miglior formazione "colored" (cioè composta da musicisti di colore) di New York.
Dopo un primo periodo, in cui il suo stile fu influenzato dal lavoro di Paul Whiteman, cominciò ad inserire idee nuove, ampliando e approfondendo la scrittura per orchestra jazz.
Questo cambiamento coincise con l'arrivo nel 1924 di Louis Armstrong.
L'orchestra divenne una palestra per molti giovani, fra questi: i trombettisti Rex Stewart e Roy Eldridge,i sasssofonisti Coleman Hawkins e Buster Bailey (Lester Young vi fece un'audizione come rimpiazzo di Hawkins, ma la reazione negativa dell'orchestra lo convinse a rifiutare il posto che gli era stato assegnato) e Sun Ra scrisse alcuni arraggiamenti.
Il successo commerciale dell'orchestra non fu pari alla sua popolarità e Henderson, che si era fatto un nome come compositore e arrangiatore, iniziò a lavorare con Benny Goodman.
Molti dei grandi successi di Goodman erano in effetti stati scritti da Henderson negli anni 20 e 30.
Nel 1939 scioglie l'orchestra e si unsce a Goodman prima come pianista (la prima volta che un afroamericano suonava con una'orchestra bianca, fatto raro e clamoroso per le orchestre non integrate dell'epoca) e arrangiatore, poi solo come arrangiatore.
Nel 1950, quando le grandi orchestre erano ormai in crisi, era divenuto leader di un sestetto, ma colpito da un ictus, rimane parzialmente paralizzato.
Muore due anni dopo a New York.
Il ruolo di Henderson come pioniere è stato per molto tempo sottovalutato a causa della maggior visibilità che ebbero in quel periodo le orchestre bianche.
Solo negli ultimi decenni gli è stata riconosciuta la funzione di iniziatore e protagonista dell' era dello swing.

Glenn Miller

Alton Glenn Miller (1904-1944) musicista e direttore d'orchestra, uno dei protagonisti dell'epoca dello swing.
Negli anni trenta Glenn lavorò in diverse orchestre suonando il trombone.
Nel 37 formò la sua prima band, senza però riuscire ad emergere.
L'anno dopo apporta dei cambiamenti: enfatizza il suono formato dal clarinetto e dal sax tenore,che suonavano la linea melodica armonizzandola con gli altri sax, e ottiene subito un grande successo di pubblico.
A cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta fu l'orchestra più popolare negli Stati Uniti.
Tra i pezzi più celebri del suo repertorio, si ricordano In the Mood, Chattanooga Choo Choo, Pennsylvania 6-5000, String of Pearls e Moonlight Serenade.
Nel ricevette il primo disco d'oro della storia per la sua incisione di Chattanooga Choo Choo, che aveva venduto oltre un milione di copie in appena 3 mesi.
Nel 42 si arruola volontario nell'aviazione, con il grado di capitano, e a capo dell'orchestra militare, assegnato all'intrattenimento delle truppe all'estero.
Nel 1944 l'aereo dove viaggiava con la sua band precipita in mare nel Canale della Manica, avrebbe dovuto raggiungere Parigi per suonare in una città appena liberata, non furono più ritrovati.
Come disperso in guerra, nel 1992 gli è stata dedicata una lapide nel Cimitero Nazionale di Arlington.

Joe Venuti

(1903-1978) considerato uno dei musicisti più innovativi a livello stilistico per l'uso del violino nel jazz.
Per gran parte della sua carriera suonò con il grande chitarrista Eddie Lang, suo vicino di casa, compagno di scuola e amico.
Iniziarono ad incidere nei primi anni ’20 e fino alla morte di Lang nel 1933.
Tra i più noti esponenti del Dixieland (il modo di suonare il New Orleans da parte dei bianchi), suonò con Benny Goodman, Dorsey Brothers,Bing Crosby,con tutte le figure più importanti del jazz bianco.
Nel 1929, assieme a Lang, si unì all'orchestra di Paul Whiteman, con la quale comparve nel film The King of Jazz.
La sua carriera s’interrompe con la morte prematura di Lang, anche se continuerà fino a tutti gli anni ’30.
Viene riscoperto solo negli anni’60, ed incide tre album con Zoot Sims al sassofono.
Muore nel 1978.
Joe Venuti e Eddie Lang sono stati i forti ispiratori di Stephane Grappelli e Django Reinhardt.

giovedì 28 maggio 2009

4 - I Grandi del Jazz:Django Reinhardt-Duke Ellington-Eric Dolphy

Django Reinhardt

(1910-1953) chitarrista, zingaro rom di etnia sinti.
Dopo un lungo girovagare la sua carovana si fermò alla periferia di Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera.
Iniziò la carriera come banjoista ma a diciotto anni subì un grave incidente: un incendio divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra jazz: a causa della menomazione alla mano sinistra, dovette abbandonare il banjo e cominciò a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida.
Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a tale limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare che ancora oggi lascia di stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e l'originalità espressiva.
In breve tempo era già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia.
A metà degli anni 30 Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne presto famoso in tutto il mondo.
I brani incisi insieme a Grappelli fanno parte integrante della storia della muisca.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale venne invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington, che lo presentò come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York.
Con l'avvento del bebop Reinhardt diede ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle pagine più originali del jazz dell'epoca.
Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi ultimi anni, forse anche per le cattive condizioni di salute: la sua decisione di non consultare i medici, per paura delle iniezioni, gli costò la vita.
Tra i suoi brani più celebri: Minor Swing, Tears, Nagasaki, Belleville e soprattutto Nuages
Muore nel 1953 a soli 43 anni per un ictus.

Duke Ellington

Edward Kennedy "Duke" Ellington (1899-1974) diretore d'orchestra, pianista e compositore, fondamentale nella storia del jazz e della musica del novecento.
A partire dalla metà degli anni dieci inizia a suonare come pianista, e pochi anni dopo forma il suo primo gruppo.
Nel 1922 si trasferisce a New York e un anno dopo ha il primo importante ingaggio con la Snowden's Novelty Orchestra in uno dei più eleganti locali di Harlem.
Il complessino di Elmer Snowden comprendeva già un primo nucleo della futura orchestra di Ellington.
Nel 1924 Ellington diviene, dopo l'allontanamento di Snowden, il band-leader del complessino che prenderà successivamente il nome di Washingtonians e rimarrà al Kentucky Club fino al 1927.
Nel 1927 Ellington ottiene un ingaggio nel locale più in vista di Harlem, il Cotton Club: è questa la svolta decisiva nella carriera di Ellington.
Sono anni fondamentali sia per la definizione dell'organico della futura orchestra sia per la formazione del repertorio.
Scrive i primi capolavori: brani in stile jungle come richiedeva la moda esotica del momento per gli spettacoli pseudo-africani del Cotton Club (Black and tan fantasy, The mooche, East St.Louis toodle-oo) e brani d'atmosfera e di carattere intimista (Black beauty, Mood indigo).
Il jungle era gradito ai bianchi: i neri erano visti come creature semplici e primitive e quindi viste bene in quell’ambiente.
Nel 39 entra in orchestra Billy Strayhorn che fino alla morte nel 1967 rimane il più fedele collaboratore, co-autore e alter ego musicale di Ellington.
Tra il 1940 e il 1943 nasce così una straordinaria serie di incisioni che costituiscono uno dei vertici assoluti della musica del '900 e insieme il contributo più duraturo e generalmente riconosciuto di Ellington alla storia del jazz.
Decine e decine di capolavori come Jack The Bear, Ko-Ko, Concerto For Cootie, Sepia Panorama, Cotton tail, Harlem Air Shaft e tanti altri.
Molti dei suoi brani vanno ben oltre gli schemi del jazz dell'epoca, per lui si deve parlare di musica espressionista, e l'idea che le sue composizioni fossero delle "pitture in musica" fu un concetto più volte espresso dallo stesso Ellington, che in gioventù aveva lungamente coltivato anche la pittura.
Non vi è dubbio che i grandi risultati ottenuti si dovettero anche al fatto che per oltre 30 anni Duke Ellington riuscì a mantenere unita la sua orchestra, formata da grandi professionisti perfettamente integrati con la sua musica.
Negli anni 40 e 50 diversi elementi lasciano l'orchestra per seguire la carriera solistica o per ragioni di salute.
L'orchestra torna sulla cresta dell'onda con l'esibizione di Newport '56, nota per il lunghissimo assolo di sax tenore di Paul Gonsalves sul brano Diminuendo and crescendo in blue.
L’ultima incisione è del 1971, muore tre anni dopo per un tumore.

Eric Dolphy

(1928-1964) polistrumentista, virtuoso del sax alto, flauto e clarinetto.
Dopo un oscuro decennio di professionismo, Dolphy irrompe nel mondo del jazz attorno alla fine degli anni '50, imponendosi come il solista più dotato sotto ogni punto di vista.
Collabora inizialmente col quintetto di Chico Hamilton (Newport Jazz Festival, The Original Ellington Suite), per poi iniziare la fruttuosa collaborazione con Charles Mingus (Mingus at Antibes, Charles Mingus presents Charles Mingus, The Great Concert, mingus mingus mingus mingus).
Dolphy eccelle soprattutto come sideman, con Maz Roach (Percussion Bitter Sweet), John Lewis (Wonderful World of Jazz), Oliver Nelson (More Blues and the Abstract Truth, Screamin' the blues, Straight Ahead), John Coltrane (Olè).
Il suo Out of Lunch è unanimemente considerato uno dei grandi capolavori del jazz anni 60.
Cade vittima di un diabete fulminante nel 1964 durante un lungo tour europeo, poco dopo l'incisione del notevole Last date con Misha Mengelberg e Han Bennink.
La malattia che lo uccise non venne diagnosticata dai medici francesi che lo visitarono, credettero di trovarsi di fronte ad un "classico" caso di overdose da parte di un musicista nero.
Una dedica postuma ad Eric Dolphy arriva da Frank Zappa nel 1970 con The Eric Dolphy Memorial Barbecue, notevole pezzo free jazz pubblicato nell'album Weasels Ripped My Flesh.

mercoledì 27 maggio 2009

3 - I Grandi del Jazz:Chet Baker-Count Basie-Dizzy Gillespie

Chet Baker

(1929-1988) Chesney Henry "Chet" Baker Jr. trombettista, noto per il suo stile lirico e rilassato e per i suoi contributi al cool jazz.
Inizia la sua carriera nel 1951 quando viene scelto da Charlie Parker per suonare in una serie di concerti live nella West Coast.
Nel 52 si unisce al Gerry Mulligan Quartet, divenendone in breve una delle punte di diamante, per via delle sue capacità strumentali fuori dal comune.
In particolare arriva alla notorietà per l’assolo eseguito nella registrazione di My Funny Valentine.
Dopo il declino quasi immediato del gruppo per via dei problemi di droga di Mulligan (che fu in carcere per un certo periodo), Baker fonda una propria jazz band, in cui, oltre a suonare la tromba, faceva anche le veci di cantante.
La sua vita e la sua carriera furono però devastate dalla dipendenza all’eroina che gli causò anche numerosi problemi legali, inclusa una detenzione di oltre un anno in Italia e le successive espulsioni dalla Germania Ovest e dall'Inghilterra.
Nel 1966 viene gravemente ferito in una rissa con uno spacciatore e si ritrova completamente privo dei denti anteriori, una menomazione molto grave per un trombettista.
In gravi difficoltà economiche sparisce dalla scena, finché un appassionato non lo riconosce nel commesso di una pompa di benzina e lo aiuta a rimettersi in sesto.
Baker riprende a suonare e parzialmente disintossicato si trasferisce a New York dove registra con Jim Hall.
Ritorna in Europa e famosa è la sua collaborazione con Elvis Costello, celebre il suo commovente assolo di tromba nella canzone Shipbuilding.
Il 13 maggio 1988 sotto l’effetto dell’eroina muore cadendo da una finestra di un albergo ad Amsterdam.
Count Basie

(1904-1984) William Basie pianista e direttore d’orchestra.
Nel 1927 inizia come pianista di fulm muti.
Dopo aver partecipato a diversi gruppi nel 1935 forma una sua band, prendendo il nome di Count, sull’esempio di Duke Ellimgton.
Nel giro di un anno ottiene un contratto discografico e la sua Count Basie Orchestra diventa una delle più importanti dell’era dello swing.
Dopo tanti grandi successi nel 1950 la scioglie per ricostituirla nel 1952 e per diventare così un punto di riferimento del jazz e una scuola per giovani musicisti.
Nel 1963 inizia a collaborare con Frank Sinatra, Ella Fitzgerald e Sammy Davis jr.
Alla fine degli anni ’60 torna al jazz e negli anni ’70 registra diversi album con Dizzy Gillespie.
Nel 1976 un attacco cardiaco gli blocca la carriera per diverso tempo, tanto che gli ultimi spettacoli lo vedono seduto su una sedia a rotelle.
Muore nel 1984 per un tumore.
Dizzy Gillespie

John Birks Gillespie - (1917-1993) trombettista, è uno degli inventori del be bop.
Nel 35 ha la sua prima registrazione nella band di Teddy Hill dove sostituisce Roy Eldrige.
Alla fine degli anni 30 suona con le band di Jimmy Dorsey e di Lionel Hampton, dove incontra Coleman Hawkins che lo indirizza verso uno stile più moderno.
Nei primi anni 40 suona con Oscar Pettiford al basso e Kenny Clarke alla batteria, un gruppo divenuto poi leggendario, considerato la prima formazione bop della storia.
Composizioni di Gillespie come Groovin' High, Woody n' You, Anthropology, Salt Peanuts e la celeberrima A Night in Tunisia erano per l'epoca rivoluzionarie rispetto all'imperante swing, diversi il suono, l'armonia, la melodia, il ritmo.
Il bebop era anche uno stile di vita rivoluzionario e un nuovo modo di porsi per gli afro-americani, i musicisti neri si stavano riappropriando del loro jazz, un tempo vituperato e poi addolcito dallo swing delle orchestre ballabili bianche.
Spesso il nuovo linguaggio non era capito o addirittura apertamente osteggiato e non sempre era facile trovare ingaggi.
Il bebop durò poco: nel 49 quasi tutti i protagonisti della rivoluzione musicale iniziata da Gillespie e soci si stavano dedicando a cose diverse: Charlie Parker inizia a suonare con Miles Davis e Gillespie forma un quintetto con John Lewis, Milt Jackson,Kenny Clarke e Ray Brown, in pratica la futura formazione del Modern Jazz Quartet.
Il canto del cigno del vero bebop è nel concerto tenuto nel 1953 con Charlie Mingus, Charlie Parker, Max Roach e Bud Powell, in uno dei più famosi dischi della storia del jazz.
Gli subentra l'hard bop della stella nascente,ma che presto scomparira', Clifford Brown.
Verso la fine degli anni 40 Dizzy Gillespie aveva iniziato ad interessarsi di musica caraibica e sudamericana in uno dei primi tentativi riusciti di fusion tra generi diversi: i ritmi afro-cubani inseriti nel contesto di una jazz band, composizioni importanti dell'epoca sono Manteca e Tin Tin Deo.
A differenza di Miles Davis, Gillespie rimase sempre fedele al be bop nonostante la sua preferenza per le big band e l'amore per la salsa e i ritmi caraibici.
Negli anni 50 iniziò ad adoperare la sua caratteristica tromba con la campana piegata verso l'alto e divenne riconoscibilissimo per l'estensione del rigonfiamento delle sue guance.
Negli ultimi anni Gillespie rallenta molto la sua attività dedicandosi prevalentemente all'insegnamento.
Muore di cancro al pancreas nel 1993 a 75 anni.

martedì 26 maggio 2009

2 - I Grandi del Jazz:Benny Goodman-Charles Mingus-Charlie Parker

Benny Goodman

(1909-1986) clarinettista, con la sua big band è ritenuto il più importante protagonista dello swing.
Goodman entrò in una delle band principali di Chicago, l'orchestra di Ben Pollack con cui fece le sue prime registrazioni nel 1932.
Due anni dopo cominciò a pubblicare dischi sotto il proprio nome.
Nel 34 Goodman fondò la sua propria Big Band che unì per la prima volta musicisti bianchi e di colore e con la sua perfezione raggiunse in pochi anni il riconoscimento di tutto il mondo musicale.
Nel 1938 Goodman diede il suo famoso concerto Jazz nella Carniegie Hall di New York City che era riservata fino allora soltanto alla musica classica.
Fra gli anni '30 e '40 fu lui il più importante esponente della musica jazz fra i bianchi, la musica da ballo dell'epoca, legando il suo nome non solo a composizioni rimaste nella storia Stompin' at the Savoy o Air Mail Special ma anche a personaggi musicali che in seguito divennero di vero spicco come Ella Fitzgerald e Peggy Lee.
Veniva criticato dai musicisti neri come esecutore, anche a ragione: non era lui infatti il migliore dei clarinettisti dell'epoca, ma aveva il vantaggio di essere bianco e veniva ritenuto tale.
Oltre alla sua Big Band, in cui suonavano tra l'altro i trombettisti Harry James e Ziggy Elman, fondò anche il Benny Goodman Quartett con Gene Krupa e Lionel Hampton, ed in seguito un sestetto e altre formazioni di rilievo.
Benny Goodman riuscì a far avvicinare il giovane pubblico bianco alla musica nera collaborando a superare la discriminazione razziale negli USA: nei primi anni '30 i musicisti bianchi e di colore non potevano suonare insieme nella stessa band.
Continuò a suonare,anche musica classica, fino alla morte avvenuta nel 1986 per un infarto.

Charles Mingus

(1922-1979) contrabassista, pianista e compositore.
Genio pazzo e "arrabbiato" per sua stessa definizione, studia il trombone e il violoncello prima di passare al contrabbasso.
Carattere difficile e controverso, vive con l’ossessione del razzismo.
Suona il basso con Louis Armstrong e Dinah Washington.
Nel 47 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton, ma è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione.
Inizia a suonare un cool-bop da camera in trio per poi entrare in contatto con i grandi beboppers neri, Bud Powell, Charlie Parker, Dizzy Gillespie e MIles Davis.
Dal 55 comincia a realizzare incisioni con propri gruppi che incorporano elementi hard-bop e free.
Sulla scia della rivoluzione di Ornette Coleman, nel 60 Mingus licenzia quasi tutti e fonda un quartetto pianoless col vecchio amico Eric Dolphy al sassofono.
Nel 1964 muore Dolphy a soli 36 anni e Mingus si ritira dalle scene.
Muore nel 1979 per abuso di psicofarmaci.

Charlie Parker

Charles "Bird" Parker, Jr (1920-1955) sassofonista uno dei padri fondatori (e secondo alcuni il padre vero e proprio) del bebop.
Virtuoso del proprio strumento, che suonava con una tecnica che pochi sono riusciti ad egualiare, fu anche un personaggio dalla vita tormentata, segnata dalla dipendenza dalla droga e dall'alcool.
Parker ha rappresentato un'epoca, con il meglio e il peggio di uno stile di vita che uscendo dal campo musicale, ha ispirato i poeti della beat generation, dove il jazz e Parker vengono spesso citati.
Parker debutta nel 1937, e con Jay McShann arriva a New York nel 41.
A quell'epoca aveva già incominciato a sviluppare un suo personalissimo stile che influenzerà molti musicisti dell'epoca diventando un vero e proprio linguaggio che verrà in seguito chiamato Be Bop.
A New York inizia a collaborare col suo alter-ego trombettistico Dizzy Gillespie.
La fama di Charlie Parker esplode nel 1945 proprio nei gruppi in cui suona con Gillespie: le incisioni di Billie's Bounce, KoKo, Now's The Time, Ornithology rappresentano una vera e propria rivoluzione segnando per sempre la storia del jazz.
Parker, con il suo sax alto, rimane impareggiabile per tecnica, fantasia, originalità.
È un uomo brillante, colto, dotato di un naturale e mostruoso talento, un solista formidabile, esuberante, capace di improvvisare a velocità fantastica, di inventare splendide melodie, di commuovere con il suo lirismo, rappresenta per la comunità nera del suo tempo il raggiungimento di una pari dignità con i bianchi.
Purtroppo l'eroina, l’alcool e una vita di eccessi lo uccidono giovanissimo.
Il medico legale che esaminò la salma non fu in grado di stabilire le cause della morte e stimò a 53 anni l’età di Charlie Parker.
Ne aveva solo 35, la diagnosi ufficiale alla fine fu polmonite

lunedì 25 maggio 2009

1 - I Grandi del Jazz:Art Tatum-Artie Shaw-Astor Piazzolla

Art Tatum

1909-1956) è considerato il più grande piansta jazz.
Tatum, noto per il suo virtuosismo e per la sua abilità e creatività come improvvisatore, era considerato dai suoi contemporanei il massimo pianista jazz vivente, al punto che, al suo entrare in un locale, Fats Waller sul palco, interruppe la sua esibizione per annunciare agli spettatori che "il Dio vivente del pianoforte" era appena entrato nella sala.
Al di lá delle esagerazioni, si tratta senz'altro di uno dei più grandi musicisti di questo secolo.
Quasi completamente cieco, iniziò a suonare da giovanissimo, già nel 1929 aveva un suo spettacolo alla radio.
Debuttò a New York come uno dei due pianisti che si alternavano nell'accompagnamento della Hall: fu nel 1933 che i suoi assoli, specialmente su "Tiger Rag", rivelarono al pubblico il suo incredibile talento.
Tatum suonava stride, swing e boogie woogie a velocità inaudite, applicando concezioni armoniche che anticipavano di decenni lo svilupo della musica e che avrebbero avuto una profonda influenza sull'evoluzione del jazz, soprattutto nel periodo bebop, 10 anni più tardi.
Le prime registrazioni di Tatum sono dal 1932, ed egli continuò ad incidere fino alla sua morte, e, anche se per diversi anni egli diresse un trio di successo, la fama di questo pianista è principalmente associata alla sua carriera solistica.
Art Tatum morì a Los Angeles per un blocco renale dovuto all'alcool, fin da giovane era sempre stato un forte bevitore di birra.

Artie Shaw

(1910-2004) sassofonista e clarinettista, compositore, direttore d’orchestra e scrittore.
Insieme a Benny Goodman, Tommy Doorsey e Glenn Miller viene considerato uno dei fondatori dello swing.
In piena era dello swing, attivo con un proprio quartetto d'archi, Shaw ebbe la sua consacrazione a star musicale con una rielaborazione della popolare canzone Beguine the Beguine di Cole Porter
Il brano nel 1938, scalò le classifiche di vendita rimanendo ai primi posti per sei settimane.
Shaw per primo modifica la big band inserendo strumenti insoliti per il jazz, gli strumenti ad arco.
Il brano Interlude in B-flat, uno dei primi da lui composti, definisce quella che venne chiamta poi the third stream, un insieme fra jazz e musica classica.
Shaw è inoltre ricordato per aver impiegato come cantante stabile del suo gruppo musicale Billie Holiday, diventando così il primo direttore d'orchestra statunitense bianco ad utilizzare una vocalist di origine afro-americana.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nella Marina insieme a tutti i componenti della sua band e fu inviato nell'area del Pacifico.
Trascorse nella zona di guerra circa un anno e mezzo per portare conforto alle truppe USA con la sua musica e con spettacoli che venivano replicati fino a quattro volte al giorno.
Verso la metà degli anni 50 la sua attività come musicista subì dapprima un notevole rallentamento fino a cessare poi del tutto, l'artista scelse di abbandonare il palcoscenico per dedicarsi all'alta finanza e la scrittura (sue sono numerose fiction semi-autobiografiche ed il libro The Trouble With Cinderella).
Quando gli fu chiesto il perché, rispose che si era ritirato frustrato dal costante senso di inadeguatezza che provava come musicista.
Tra i suoi maggiori successi musicali si ricordano ancora i brani: Lady-be-good, Frenesi, Dancing in the Dark, Nightmare, Back Bay Shuffle, Accent-tchu-ate the positive, Traffic Jam, They Say, Moonglow e Stardust.
Astor Piazzolla

(1921-1992) musicista e compositore argentino ritenuto fra i migliori virtuosi del bandoneon (strumento con mantice simile alla fisarmonica,tipico delle orchestre di tango argentine).
Il "nuevo tango" di Piazzolla incorpora elementi presi dalla musica jazz e blues, utilizza strumenti nuovi per la musica tradizionale come il flauto, il sassofono,la chitarra elettrica e la batteria jazz.
La sua musica particolare e suggestiva è diventata basilare per chiunque si avvicini allo studio della fisarmonica o di strumenti similari.

sabato 23 maggio 2009

Il Jazz: storia ed evoluzione dal 1940 al 1960


L'avvento della seconda guerra mondiale pose fine al periodo delle grandi orchestre, la maggior parte delle quali, nel corso del decennio, dovettero chiudere.
Nel 1945 un gruppo di giovani musicisti si ritrovavano fino a tarda ora alle jam session che si tenevano in due locali di Harlem, il Minton's Playhouse e il Monroe's, da loro nacque uno stile jazzistico nuovo, il be bop.
Questo stile che, con una parola ricorda il suono di una cadenza di due note che ricorre nei brani, venne prima detto rebop, poi bebop o semplicemente bop: Be-Bop fu anche il titolo di un brano inciso da Dizzy Gillespie nel 1945, che si può dire segni l'inizio ufficiale del movimento.
Il bebop riprendeva molte delle lezioni della musica recente, insegnate da protagonisti come Coleman Hawkins, Art Tatum e Lester Young, aggiungendovi un nuovo approccio al trattamento armonico dei brani, tempi velocissimi, propulsione ritmica non convenzionale e, per la prima volta dalla nascita del jazz, scarsissimo riguardo per la ballabilità e commerciabilità della produzione musicale.
I pionieri indiscussi del genere furono il sax alto Charlie Parker e il trombettista Dizzie Gillespie.
Nel breve periodo in cui suonarono assieme i due formalizzarono e resero popolare lo stile che avevano inventato, documentato in una serie di incisioni storiche che essi fecero per la Dial Records.
Altri protagonisti del bop furono: il pianista e compositore Thelonius Monk e il suo amico (anch'egli pianista) Bud Powell, il batterista Kenny Clarke, il trombettista Fats Navarro, il sassofonista Sonny Rollins, il batterista Max Roach sono solo alcuni dei principali protagonisti di questo movimento.
Gli atteggiamenti non solo musicali e le dichiarazioni dei bopper crearono una frattura generazionale con molti dei musicisti che li avevano preceduto (uno dei più noti critici dei bopper fu Louis Armstrong).
La frattura si estese anche al grande pubblico che proprio in questo periodo abbandonò il jazz per rivolgersi ad altri generi: il jazz, dopo avere dominato le classifiche per decenni, divenne quasi di colpo una musica d'arte, che cercava il suo pubblico tra gli artisti e gli intellettuali.
Avvertendo gli umori del pubblico, in gran parte sfavorevoli alle complessità e alle asprezze del nuovo genere, Gillespie tentò di smussarne gli spigoli in vari modi: uno dei più proficui si rivelò la contaminazione della sua musica con elementi di musica afro cubana. L'esperimento non ebbe molto successo ma il rapporto tra jazz e musica latino americana avrebbe continuato nel tempo.
La reazione agli aspetti più estremi dello stile bebop iniziò già alla fine del decennio, ad opera di musicisti che avevano militato (e che a volte continuarono a farlo) nel movimento boppista.
Questo movimento, che dalle sue caratteristiche melodiche e rilassate, prese il nome di cool jazz, si sviluppò tra la fine degli anni 40 e l'inzio degli anni 50 e fu uno dei primi casi in cui uno stile nato a New York migrò sulla costa trovando più seguaci in California che nella zona di origine.
La data di nascita convenzionale del movimento viene di solito fissata nel 1949 con la registrazione dell'album Birth of Cool di Miles Davis, suonato con Gerry Mulligan e Lee Konitz.
Altri protagonisti del movimento cool sarebbero stati il trombettista Chet Baker (che si rivelò attraverso la sua partecipazione ad un famoso quartetto pianoless capeggiato da Gerry Mulligan) , i pianisti Lennie Tristano e il sassofonista Stan Getz.
Il cool jazz piaceva soprattutto ad un pubblico di nicchia, come era già accaduto per il bebop.
Il divorzio tra il jazz e il grande pubblico era definitivamente sancito.
Nello stesso tempo (siamo ormai all'inizio degli anni 50) i bopper sentivano il bisogno di una maggiore accettazione da parte dell'industria dell’intratteni-mento, e abbandonato il periodo dello sperimentalismo iniziarono a creare formazioni il cui scopo era fare musica più orecchiabile non tanto per il grande pubblico, (fedele al genere pop e che presto avrebbe cominciato ad ingrossare il pubblico di un nuovo genere chiamato rock) quanto per il pubblico colto di classe media che aveva trovato nel jazz la colonna sonora ideale per le proprie serate.
Mentre lo stile di vita autodistruttivo esemplificato da Parker apriva vuoti tra le loro fila (lo stesso Parker morirà, non ancora trentacinquenne, nel 1935) i giovani musicisti che erano stati i protagonisti del movimento bebop e che non passarono al cool addomesticarono il bebop che in parte mutò volto e nome divenendo hard-bop.
La musica Jazz si può considerare come un varco verso altri mondi musicali: un genere che, partendo dalle forme popolari del blues (si può dire che tutta la musica moderna discende dal blues), degli spiritual e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il ragtime degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base come punto di partenza per modificare di continuo il modulo armonico.
Tutta la musica jazz è stata definita come colta, appunto per il presupposto della conoscenza della musica classica e dei vari generi musicali.
Il passaggio di qualità può attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo ma che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel.
La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate ancora oggi come inesauribili fonti di ispirazione.

venerdì 22 maggio 2009

Il Jazz:storia ed evoluzione dal 1930 al 1940


La depressione economica e la fine del proibizionismo posero fine all'età del jazz come era stata fino a allora conosciuta. La radio assunse il ruolo di diffusione, che era stato fino a poco prima giocato dai dischi e le orchestre jazz, le emittenti trasmettevano dal vivo programmi come Let's Dance (il programma che rese celebre l'orchestra di Goodman nella parte occidentale degli Stati Uniti), arrivando ai primi posti delle classifiche musicali dell'epoca.
Questo rese popolari i nomi di Benny Goodman, Artie Shaw, Duke Ellington,Count Basie, Ella Fitzgerald,Glenn Miller.
Il successo di questi programmi e delle orchestre che vi suonavano fu accompagnato dal diffondersi di nuovi balli, come lo swing che finì per dare alla decade il nome di "età dello swing".
Goodman, che assunse Fletcher Henderson come arrangiatore, fu il dominatore di gran parte della decade, con un successo che culminò nel 1938 con un concerto nel tempio newyorkese della musica colta, la Carnegie Hall, concerto al quale Goodman fece partecipare come ospiti solisti provenienti da tutte le maggiori orchestre del momento.
Musicalmente, la maggior parte delle orchestre jazz fondeva lo stile di Chicago con l'organico delle orchestre da ballo, anche se le formazioni più innovative (Ellington, Basie) contribuirono in modo sostanziale alla definizione di uno stile e di un repertorio originale.
A New York l'ambiente favorevole con una attivissima vita notturna (spesso dominata dalla malavita), una fiorente industria discografica e dello spettacolo, e la grande comunità nera di Harlem creò moltissime opportunità per i musicisti jazz.
Mentre, anche a seguito dei primi disordini razziali, come la rivolta ad Harlem nel 1935,i locali per bianchi dei quartieri neri (tra cui il famoso Cotton Club) andavano decadendo,la zona attorno a Broadway si popolò di locali che avevano piccole formazioni jazz come attrazione principale: le stelle di questi locali erano Billie Holiday, Art Tatum, Fats Waller, Coleman Hawkins, Lester Young.
Lo stile che nacque in questi locali era rilassato e notturno, famoso il brano Body and soul data di Hawkins, che fu anche uno degli strumentisti che resero il sax tenore la voce dominante del jazz.
Anche Hollywood si era accorta del jazz e iniziò a produrre film in cui la musica jazz compariva direttamente come protagonista, o indirettamente come commento all'azione, chiamando alcuni dei musicisti più in vista del momento a prendervi parte (spesso solo come comparse).
Uno stile jazzistico più rivolto al blues e con caratteristiche meno urbane di quello newyorkese veniva in quegli anni praticato dalle orchestre di Kansas City, luogo di fondazione dell'orchestra di Count Basie.
La segregazione razziale, che era stato fino ad allora la regola nelle orchestre di jazz così come nei locali, iniziò in quegli anni a perdere un po' della sua compattezza, grazie anche al coraggioso esempio di direttori d'orchestra come Goodman e Shaw che portarono in tourneè artisti afroamericani come Roy Eldridge e Billie Holiday.

Il Jazz:storia ed evoluzione dal 1900 al 1930


La maggior parte delle testimonianze indica in New Orleans la città dove, a partire da una tradizione musicale che comprendeva canti d'ispirazione africana importati dagli schiavi, la musica europea e il blues, nascono le prime formazioni che suonavano la musica che sarebbe stata chiamata "jass" e poco dopo "jazz".
Il primo musicista ad essere indicato come musicista jazz e a cui è spesso attribuito il titolo di "padre del jazz" è Buddy Bolen che, internato in amnicomio nel 1907, morì nel 31 senza lasciare registrazioni e poco prima che si iniziasse a riconoscere il suo ruolo pionieristico.
Nel 1906 Jelly Norton, che in seguito avrebbe reclamato per sè la paternità del nuovo genere musicale, dichiarando di averlo inventato nel 1902, compose il brano King Porter Stomp, che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà.
Negli anni seguenti a New Orleans furono create molte formazioni che si dedicarono alla nuova musica: una delle preminenti fu quella capeggiata da Joe King Oliver che nel 1915 chiamato il re della cornetta.
La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
La prima formazione ad essere conosciuta come complesso jazz, la Original Dixieland Jazz Band era paradossalmente composta da soli bianchi ed era diretta dal trmbettista di origini italiane Nick La Rocca.
Nel 1917 la O.D.J.B. registrò Livery Stable Blues, il primo brano jazz mai registrato, che per molto tempo valse alla O.D.J.B. il titolo di "inventori del jazz". Nel 1919 erano già in tournee a Londra.
La migrazione degli afro americani dal Sud al Nord degli Stati Uniti, che ebbe luogo tra il 1910 e il 1920, portò con sè anche molti musicisti di New Orleans, attratti dai maggiori guadagni e dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans, dove nel 1917 venne chiuso Storyville il quartiere a luci rosse:la tradizione vuole che il jazz fosse nato e avesse prosperato nei bordelli del quartiere.
Molto probabilmente l'importanza di Storyville per il jazz è stata esagerata, ma è certo che molti protagonisti vi suonarono, e che, forse anche a causa di questo, fin dagli inizi il jazz ebbe una pessima reputazione.
La meta di molti dei musicisti fu Chicago città che attrasse anche King Oliver, e attorno alla quale si creò una scuola da cui emersero molti protagoisti bianchi fra cui Pee Wee Russel.
Nel decennio che seguì il jazz aumentò la sua popolarità, affermandosi tra l'altro come musica da ballo e dilagando negli speakeasy, i locali in cui si vendva clandestinamente il liquore vietato dal proibizionismo.
Il successo fu talmente grande che molti protagonisti, fra cui Sidney Bechet, cominciarono ad essere richiesti anche fuori degli Stati Uniti.
Dal punto di vista musicale il suono di contrappunto e d'insieme delle formazioni di New Orleans cede il passo ad uno stile in cui domina la performance del solista: la figura simbolo del periodo è Louis Armstrong che con le storiche registrazioni del 1925 si affermò come il simbolo del movimento.
Videro in questo periodo la luce anche le prime big band, come quella di Fletcher Henderson, fra le cui fila suonò anche Armstrong. La stampa incoronò "Re del jazz" Paul Whiteman il direttore d'orchestra bianco noto tra l'altro per aver commissionato a George Gershwin il brano Rapsodia in blu, che fondeva elementi jazzistici in una cornice compositiva di derivazione classica. New York città con numerose sale da ballo e locali notturni, acquisisce in questi anni un ruolo centrale che non abbandonerà più, è qui che Henderson stabilisce la sua orchestra ed è qui che si trasferisce il giovane Duke Ellington. Tutti si erano accorti del jazz, lo ascoltavano e ne parlavano. Sono gli anni che vedono anche la nascita dell'industria discografica: nel 1920 la cantante blues Mamie Smith incide Crazy Blues, che vende un milione di copie e fa decollare il settore delle incisioni dedicate ai neri, i cosiddetti "race records".

giovedì 21 maggio 2009

Il Jazz:prefazione

Il jazz è caratterizzato dalla preminenza dell'interprete sul compositore e da un forte ricorso all'improvvisa- zione e dall'uso delle blue note.
Nasce come musica di intrattenimento di dubbia reputazione, si dice nata nei bordelli di New Orleans, ma arrivò ad occupare il posto d’onore fra i generi leggeri tra gli anni 20 e 30 nell'era dello Swing.
I caratteri di musica d'arte che erano presenti fin dagli inizi andarono accentuandosi per diventare dominanti ed essere riconosciuti attorno agi anni 50, quando gli anni dei grandi successi commerciali erano ormai finiti.
Fin dagli inizi l'interpretazione jazzistica ha sempre posto un grande accento sull'espressività, e, nel corso degli anni, anche sul virtuosismo strumentale.
Caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisazione ,che partendo dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza, fino ad assumere, nella forma che fu chiamata Free Jazz la completa preminenza sul tema.
La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni limitate.
La combinazione più frequente è il quartetto costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso e pianoforte e da una solista sassofono o tromba. Nell'ambito della piccola formazione sono possibili e frequenti una gran varietà di cambiamenti, per quello che riguarda la consistenza numerica, si trovano esempi di performance solistiche (spesso, ma non sempre, si tratta di pianoforte solo), fino ad arrivare al nonetto formazione che comincia già ad assumere caratteristiche orchestrali.
Si hanno anche diverse combinazioni per quello che riguarda la qualità degli strumenti coinvolti: si hanno esempi di jazz suonato solista con la maggior parte degli strumenti orchestrali, perfino oboe e arpa.
Le formazioni jazzistiche orchestrali, che entrarono in crisi profonda alla fine degli anni 30, sono oggi abbastanza rare, soprattutto a causa delle difficoltà economiche e organizzative collegate alla gestione di un complesso che comprende molte decine di musicisti.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afro americani il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta.
Se questo è vero soprattutto nel mondo occidentale, è anche vero che le esplorazioni delle radici musicali africane intraprese a partire dagli anni 60 e i contatti tra culture e stili diversi hanno contribuito a creare molti tipi di jazz, che vanno dalla tradizionale performance per piccolo ensemble, derivato dalle esperienze boppistiche, alla creazione di sonorità insolite che nascono dall'insieme di diverse tradizioni musicali.

Il Boogie Woogie:storia ed evoluzione


Il boogie-woogie è uno stile musicale blues per pianoforte, diventato molto popolare a partire dagli anni '40.
All’inizio del secolo scorso i pianisti neri di Chicago, Kansas City e Texas hanno cominciato a sviluppare una forma più veloce e ritmata del blues e lo scopo era d’intrattenere la gente nei juke joints, dei bar dove, alla sera, ci si divertiva e si ballava.
Questi locali si trovavano non solo in città ma anche negli accampamenti dei lavoratori nei pressi dei campi di cotone o lungo la ferrovia.
A quei tempi questo nuovo tipo di musica fu designata con svariati nomi: rolling blues, the dozen, fast western, shuffle ecc. fino alla famosa registrazione “Pinetop’s Boogie Woogie”.
In questa composizione, che risale al 1928, Clarence Smith spiegava come ballare il boogie woogie.
La parola indicava dunque un modo di ballare, e grazie a Smith (che non saprà mai niente, perché morì poco dopo, 25enne, colpito da una pallottola dispersa in una sparatoria) questo genere musicale prese il nome di Boogie Woogie.
Nel 1938 Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis, tre pianisti neri, vennero scoperti da un bianco: John Hammond.
Per la prima volta nella storia della musica, questo stile è presentato ad un pubblico bianco nella famosa Carnegie Hall di New York e da quel giorno è iniziato un vero e proprio boom.
Boom che ha inserito questo nuovo stile musicale ai primi posti di tutte le vendite discografiche.
Il genere boogie-woogie ha finito così per essere suonato e ballato in tutti gli USA.

È caratterizzato da un accompagnamento di basso eseguito con la mano sinistra, il cosiddetto basso ostinato, e da trilli ed abbellimenti eseguiti con la destra.
Le due forme di basso più suonate con la mano sinistra sono il rolling bass e il walking bass.
L'origine del boogie-woogie per pianoforte è incerta; sicuramente fu influenzata dal genere Honky Tonk, diffusosi nel sud degli Stati Uniti.
I musicisti W.C. Handy e Jelly Roll Morton riferirono di aver sentito pianisti interpretare brani con questo stile ancora prima del 1910.
Molte fonti accreditano l'invenzione dello stile al pianista texano George W. Thomas.

I più famosi artisti di boogie sono stati: Albert Ammons - Meade Lux Lewis - Pinetop Perkins - Pinetop Smith - James Booker - Big Joe Duskin - Sammy Price - Joe Turner - Willie Egan.

Archivio blog